In mostra a Palazzo Grassi di Venezia 1200 «pezzi» della Vienna fine secolo

In mostra a Palazzo Grassi di Venezia 1200 «pezzi» della Vienna fine secolo In mostra a Palazzo Grassi di Venezia 1200 «pezzi» della Vienna fine secolo Dipinti, mobili, manimondo della capitale DAL NOSTRO CORRISPONDENTE VENEZIA — Milleduecento pezzi, tra dipinti, manifesti, mobili, oggetti d'arredamento, stoffe e gioielli, che offrono una documentazione completa sul complesso mondo della Vienna tra il 1897 e il 1914, sono esposti da ieri a Palazzo Grassi, a Venezia, in occasione . della mostra «te arilo vienna dalla Secessione ,. alla, caduta dell'Impero, asburgico-, organizzata dalla' Biennale e dall'Istituto di cultura di Palazzo Grassi. Alla cerimonia di inaugurazione della rassegna sono intervenuti, tra gli altri, 11 ministro della Sanità, Costante Degan, i ministri austriaci Erwln Lane e Heinz Fischer, La decima edizi festi, oggetti d'arredame asburgica tra il 1897 e l'ambasciatore di Vienna a Roma, Frolichsthal, il presidente della Biennale Paolo Portoghesi,' il direttore del settore arti visive Maurizio Calvesi, il presidente dell'Istituto di cultura di Palazzo Grassi, avv. Mario Valeri Manera, il sindaco di Venezia Mario Rigo. , La mostra, che sarà probabilmente portata a Parigi e Nejj^/y/ork^ ,è, stata • allestita nel quadro della quarantunesima Esposizione internazionale d'arte della Biennale e rappresenta il frutto, come ha sottolineato l'aw. Valeri Manera, della collaborazione tra «12 massimo ente culturale italiano, la Biennale, ente di Stato, e il Centro di cultura one della tradizio nto e gioielli offrono u il 1914 - La manifesta di Palazzo Grassi, espressione del privato per eccellenza-. La mostra è stata allestita a Venezia — ha detto ancora Valeri Manera — non solo perché la Biennale e il Centro hanno qui la loro sede, ma perché Venezia è la città che meglio esalta, assimila, interpreta 11 movimento culturale deUa Se ws^one^ .MnjIl presidente Portoghesi ha rilevato cl«„VlenU%Jn^uegll anni offri al mondo un'immagine sintetica di ciò che il nostro secolo 'avrebbe prodotto nelle oscillazioni del suo ritmo vitale-. -Siamo di nuovo vicini alla fine di un secolo — ha aggiunto Portoghesi — e riflettere sulla "sacra primavera" di allora può nale manifestaz na documentazione comzione forse andrà poi a forse aiutarci a capire cosa si nasconda dietro la nuova svolta storica che ci attende-. Nell'osservare le 74 opere di Oustav Klimt, le 37 di Oskar Kokoschka, le 69 di Egon Schlele, le 64 di Otto Wagner e le 40 di Adolf Loos, ci si trova di fronte al paradosso della grande Vienna, dove un impero giunto alla fine dei 'suoi anni, idjj^oji&tq dal confitti 'nazionali (vi erano undici etnie diverse fra cui quella italiana) con burocrazia pesante e un esercito arrogante, aveva una capitale vivissima in tutti i campi dell'arte e della scienza. In;: quel clima maturò l'esigenza di un'arte totale, che colpisse tutti i sensi, che coinvolgesse anche ione veneziana pleta sul complesso Parigi e New York l'arredo e il ridisegno delle case. Nel salone a pianterreno di Palazzo Grassi campeggia In occasione della mostra, che resterà aperta fino al 16 settembre, una riproduzione del grande frejlo eseguito da Klimt nel palazzo della Secessione: un omaggio a Bee thoven, nel. cui -Inno alla piota» quella generazione di 'tìlòVàrif artisti si riconosceva Gigi Bevilacqua