A giugno incontro Reagan-Craxi di Luca Giurato

A giugno incontro Reagan-Craxi A giugno incontro Reagan-Craxi (Segue della 1 ' pagina) di Stato, nettamente contrarlo alla proposta Craxi, e nel passo diplomatico di protesta del governo italiano, e aveva portato l'amministrazione americana a intervenire con una lettera di Shultz ad Andreottl, e un messaggio di Reagan a Craxi) è superata. C'è stato un primo chiarimento già nel messaggio di risposta di Craxi al presidente americano. Poi, ecco l'incontro con Rabb, collegato dalle circostanze all'incontro immediatamente successivo con Lunkov. La doppia operazione diplomatica non era stata preparata. Semplicemente per la serata di sabato era previsto un ricevimento al palazzo della Gran Guardia di Verona per le delegazioni del Paesi stranieri che hanno seguito il congresso. Ma Rabb ha chiesto un incontro con 11 presidente del Consiglio prima del ricevi mento ufficiale. Craxi e l'ambasciatore si sono visti all'albergo «Due Torri», in una sa letta riservata, alle 9 di sera, e 11 colloquio è durato 40 minuti. Rabb doveva consegnare al capo del governo italiano una lettera di Shultz, nella quale si trasmettevano il saluto 'amichevole, di Reagan, gli auguri del presidente americano e l'invito ad un colloquio diretto In occasione del vertice di Londra. E" un invito dettagliato che fissa l'ora, il luogo e anche la durata del colloquio che Craxi ha accettato, e che avverrà ia sulla verifica c il giorno prima del vertice. Reagan ha proposto di aver a disposizione almeno mezz' ora. Il tono molto amichevole del messaggio, e il lungo colloquio con Rabb hanno dissipato i nervosismi e le incomprensioni reciproche che avevano reso difficili 1 rapporti tra Roma e Washington in seguito alla proposta di Lisbona avanzata da Craxi sugli euromissili. Era la prima volta che 11 presidente del Consiglio e l'ambasciatore americano si incontravano dopo 11 passo di protesta disposto da Craxi nel confronti di Washington. Ci sono state spiegazioni, approfondimenti: è emersa In sostanza la conferma che gli Usa non sono favorevoli al merito dell' Iniziativa del nostro governo, ma si sono resi conto — come dice 11 presidente del deputati socialisti, Rino Formica — 'Che da parte italiana non c'è e non ci sarà nessuna forza- Movimento federativo entra nel psi VERONA — Glusoppo Rlppa, segretario del Movimento federativo radicale, fondato dopo la telialone dal partito radicale al congresso di Bologna del 1B81, ha annunciato dalla tribuna del congretto socialista di Verona «l'Intenzione di Iscriversi al ptl, Insieme a tutti gli aderenti al Movimento federativo radicale». Rlppa ha tplegato che è tfata «una scolta meditata • legata alle dinamiche che II ptl ha aaputo Imprimere alla politica Italiana hiesta da Craxi tura, e tutta la proposta si muove nel tradizionale clima di amicizia con gli Usa». Proprio questo superamento della forte diffidenza americana e del clima di tensione che l'accompagnava (con riflessi diretti sul rapporti interni con gli alleati di governo a Roma) ha consentito a Craxi di confermare all'ambasciatore sovietico che 11 governo italiano 'intende continuare Vaeione avviata» per riprendere il filo del confronto negoziale. Anche con Lunkov era 11 primo incontro dopo la 'mossa» Italiana di Lisbona. Craxi e l'ambasciatore hanno parlato direttamente, senza Interpreti, In francese. Un segnale "di forte attenzione e di disgelo da parte dell'Urss, d'altra parte, Craxi 10 aveva già colto fin dal primo giorno del congresso: era 11 ritorno sui banchi degli osservatori di una delegazione diplomatica sovietica, presente ad un'asslse socialista 1' ultima volta nel 1076, e assente sia all'ultimo congresso, a Palermo, e sia al penultimo, a Torino, dove Craxi sottolineò nella replica, con polemica, 11 vuoto di quei banchi, nonostante l'invito regolarmente inoltrato. Otto anni dopo, 1 sovietici sono tornati. Con chiaro segno di considerazione per l'iniziativa craxiana, la loro delegazione non solo era guidata dall'ambasciatore, ma era composta anche da due «osservatori» del pcus, uno del quali ex giornalista della 'Pravda». Con lui Craxi A colloquio con ha scherzato, alla fine del colloquio: »La"Pravda" —ha detto sorridendo — mi attacca un po' troppo spesso, mi pare». Adesso, la prossima mossa è l'Incontro con Reagan a Londra. E poi? La 'Strategia dell'attenzione» di Mosca può aprire qualche spiraglio nuovo? 'Poi spero di andare al mare, in vacamo — ci ha detto Ieri sera Craxi —. Non credo sul Mar Nero...: Ezio Mauro sono stati scarsi. Sempre meglio però muoversi, e «andare a scuotere gli alberi», come diceva Nenni, che stare fermi, in una attesa passiva degli eventi. E' sulla «scena interna» che invece nascono, c crescono come funghi dopo un temporale, i veri problemi del nostro presidente. C'è l'affare P2 e la questione morale, c'è il decreto bis sulla scala mobile che rischia una fine peggiore del primo e lo .scontro ParlamentoGoverno per il dibattito sul documento Ansclmi. Ci sono i socialdemocratici (partito di governo) che ritengono che Tina Anselmi debba dimettersi da presidente della Commissione e i comunisti che insisto-, no perché le dimissioni le dia invece Longo da ministro del Bilancio. Infine, si è riaperta tra de c psi la ferita più grave, perché legata all'assassinio più crudele e carico di misteri della storia della Repubblica: quello di Aldo Moro. Craxi ha rivendicato la legittimità della citazione della lettera del presidente de fatta al congreso, malgrado la dura replica della de, ribadita ieri da Rognoni. Il congresso ha invitato il suo leader ad insistere su questa strada e Formica ha auspicato l'uscita di scena della de dalla direzione del Paese. De Mita ha ribattuto con una dura critica: «L'ipotesi Formica ricorda una vecchia storia del teatro, dei Pupi. E' quella di un personaggio che, dopo aver abbattuto tutti gli altri, si dà un colpo in testa e cade egli stes-: so». E' panorama grave, oscuro ed anche deprimente. Vi hanno collaborato tutti i partiti, compreso quello del presidente del Consiglio. Nessuno è immune da colpe, scatti di orgoglio che potevano essere evitati. Intemperanze dettate da esigenze politiche o da ambizioni personali. Siamo in campagna elettorale, lo stesso Craxi ha ammesso con onestà e franchezza quello che tutti pensano e nessuno dice: sarà anche, e soprattutto, un grande test interno; dopo, andremo subito a una verifica politica. Quello che ancora nessuno dice con altrettanta onestà è che questo panorama, fatto di tanta conflittualità esasperata, non è solo causato dalla campagna elettorale. Sarà la scadenza, non lontana (1S luglio) del rapporto definitivo sulla P2, sarà la quasi-certezza generale che difficilmente la crisi entro l'estate potrà essere evitata, di certo bisogna andare assai indietro nel tempo per leggere un «capitolo» di storia italiana cosi pieno di veleni e misteri. Luca Giurato "