Il governo concede a tutti i giudici gli aumenti richiesti (con arretrati)

Il governo concede a tutti i giudici gli aumenti richiesti (con arretrati) Si conclude una vicenda che ha visto contrapposti due poteri dello Stato Il governo concede a tutti i giudici gli aumenti richiesti (con arretrati) Presentato alla Camera un disegno di legge - Oggi il voto - Accolto dalla maggioranza un emendamento del pei: in futuro la magistratura non potrà emettere sentenze che riguardino i propri membri ROMA — I circa 8000 magistrati italiani ordinari e amministrativi avranno gli aumenti di stipendio che chiedono, con gli arretrati (non rivalutati) dal 1981. I partiti di governo, ma anche quelli di opposizione concordano su questa soluzione contenuta nel nuovo disegno di legge presentato dal governo alla Camera e che dovrebbe essere votato oggi. Soluzione che capovolge quella che era stata invece scelta dal Senato. A Palazzo Madama era stato infatti deciso che i magistrati avrebbero ricevuto gli aumenti, ma gli arretrati sarebbero decorsi solo dal 1983. In cambio, il potere legislativo ha intenzione di impedire a quello giudiziario, d'ora in poi, di emettere sentenze che riguardino gli stipendi del propri membri. L'abolizione del la cosiddetta -giurisdizione domestica' è contenuta in un emendamento del pel accolto dalla maggioranza che sarà votato oggi. Si dovrebbe cosi concludere quella che il deputato repubblicano Cifarelll ha definito ieri durante il dibattito In aula «una sciagurata vicenda- e il socialista Felisettl «una materia che scotta-. In pratica, la Camera spera ora che si risolva -la situazione di conflittualità tra poteri dello Stato, che si è determinata e che sarebbe Inutile negare-, ha aggiunto Felisettl. Tutto cominciò con l'assassinio del giudice Amato nel 1981 da parte di terroristi «neri». Sull'onda dell'emozione, il Parlamento decise nel giro di pochi giorni di concedere ai magistrati ordinari, e solo a loro, una indennità di rischio che ammontava a 4 milioni e 400 mila lire l'anno. Passarono appena pochi mesi e cominciarono i ricorsi del magistrati amministrativi per ottenere anche loro l'aumento dei colleghi impegnati sul fronte del terrorismo. Quasi contemporaneamente, 1 magistrati ordinari cominciarono a loro volta a ricorrere presso 1 Tar (Tribunali amministrativi regionali) per ottenere un privilegio dei colleghi della Corte dei Conti che comporta un calcolo molto favorevole degli scatti di anzianità. Le due rivendicazioni si sono incrociate tra sentenze e ricorsi a gradi sempre più alti, mentre Parlamento e governo stavano a guardare senza far nulla. In questo silenzio del potere esecutivo e legislativo 1 magistrati si sono scambievolmente riconosciuti diritti che comportano aumenti medi di 400 mila lire al mese a partire dal 1981. La conseguenza costituzionale è che •l'autonomia della' funzione giurisdizionale rischia di dilatarsi fino a giun¬ gere ad una autoregolamentazione estesa sino al trattamento economico e sovrapponendosi cosi alla legge. Vi è ora la possibilità di un conflitto tra i massimi poteri dello Stato-, ha rilevato 11 comunista Franco Macls. Questo conflitto In realtà c'è stato, anche se si è sviluppato in modo sotterraneo e sordo, trasparendo quasi unicamente dalle Imbarazzate posizioni di tutti 1 gruppi politici in Parlamento. Il Senato aveva votato 11 «no» agli arretrati che 1 magistrati si erano concessi. Poi è intervenuto 11 presidente della Repubblica (che è anche presidente del Consiglio superiore della magistratura) e la Camera sta ora facendo marcia indietro. C'è anche 11 problema del come trovare 1 350 miliardi necessari a concedere gli aumenti. La Camera ha intenzione di utilizzare I fondi stanziati per creare 11 «giudice di pace». DI conseguenza, questa riforma dovrà attendere, e per questo la commissione Bilancio ha dato il suo parere negativo in proposito. E c'è sempre in aria 11 sospetto che prima o dopo questi aumenti si estendano anche al parlamentari, visto che 1 loro stipendi sono collegati a quelli della magistratura. Al sindacati, che sono alle prese col taglio della contingenza per decreto, questa vicenda del magistrati non piace. Ieri sera Luciano Lama, segretario generale della Cgll, ha detto: -Stiamo difendendo i salari piti bassi, intorno ai 10-11 milioni, mentre altri che guadagnano due-tre volte di più si apprestano a beneficiare di aumenti. Chi amministra la giustizia dovrebbe sapere che questo 7ion è giusto-. Alberto Raplsarda

Persone citate: Alberto Raplsarda, Franco Macls, Luciano Lama

Luoghi citati: Roma