Un grido d'allarme degli esperti «Le piogge acide uccidono i boschi» di Giuliano Marchesini

Un grido d'allarme degli esperti «Le piogge acide uccidono i boschi» Convegno a San Michele all'Adige sulle numerose insidie alle piante Un grido d'allarme degli esperti «Le piogge acide uccidono i boschi» Il direttore dell'istituto di chimica dell'Università di Firenze: «Il fenomeno si è aggravato negli ultimi venti anni» - Ricerca dei rimedi contro l'inquinamento atmosferico - Un'indagine in sette zone - Gli effetti sull'agricoltura DAL NOSTRO INVIATO TRENTO — Come può morire un bosco? Con le piogge acide, questo ricorrente cadere d'insidie sulle piante. Si è lanciato un altro allarme durante un convegno all'Istltuo agrario di S. Michele all' Adige, dove gli esperti si sono premurosamente dedicati all' assistenza agli alberi Problema europeo» era scritto sul cartellone che annunciava il dibattito. Qui e lai quando piove, un precipitare di sostanze che mettono In crisi boschi interi, tanto che si parla di «moria». Un fenomeno che deriva anche, localmente, da industrie, riscaldamento domestico, traffico intenso, precisa Francesco Pantani, direttore dell' Istituto di chimica analitica dell'Università di Firenze. Non è una cosa strana. Dirci che oggi, purtroppo, nei Paesi fortemente industrializzati comincia ad essere strano il contrario». Correre ai ripari, prima che ci si trovi di fronte a una distesa di guasti, è la vivissima raccomandazione che viene da questo convegno, cui ha dato ospitalità 11 Trentino, che tra 1 boschi vive. Sul territorio italiano — osserva Pantani — abbiamo piogge acide da almeno vent'anni. Il fenomeno può essersi dilatato In questo ventennio». Ma perché finora non s'è affrontato il problema di slancio? «Non è facile rispondere. Intanto, occorre un mimerò molto maggiore di dati sperimentali. Per quel che riguarda i rimedi, poi, e un discorso che si riferisce a tutto l'inquinamento atmosferico». Francesco Pantani fa presente che la composizione chimica dell'acqua di pioggia 6 stata oggetto d'indagine in Italia soltanto In anni recenti, e che le ricerche sono state sporadiche. 'Alcune indagini nel corso degli Anni Sessanta furono essenzialmente rivolle a quantificare l'apporto al terreno di composti azotati c comunque di "fertilizzanti" du parte appunto della pioggia. Per quanto si notasse V inquinamento da osstdi di zolfo in vicinanza di zone industriali, non si faceva allora cenno ili acidità libera presente. Solo in due pubblica- zloni, l'una rclatiim alla zona di Camerino e l'altra al litorale toscano, si trova un fuggevole accemio ad alcune pretpitazloni decisamente acide, {portate comunque quasi come una curiosità». Gli Anni Settanta, aggiunge Il professore, offrirono una maggior quantità di dati. Vennero prese in considerazione sette stazioni: quelle di Monte Capellino (Genova), Macerata, Ispra, Pian Rosa (Aosta). Bagnacavallo (Ravenna), Casaccla (Roma) e Monte Cintone (Modena). «/I 7s;)ra c Monte Capellino, situate in regioni ad elevatissima industrializzazione, le precipitazioni risultarono costanlemcntc acide, mentre nella città di Macerata questo avveniva soltanto nella stagione invernale». Pantani riferisce più particolarmente sulla situazione In Toscana. «Che è quella che conosco più direttamente e in maniera più approfondita». Le ricerche compiute all'Istituto di chimica analitica fiorentino rilevano che le precipitazioni di normale intensità a Firenze hanno un «pH» (misura di acidità) medio di 4,06 In inverno e 4,49 da aprile a ottobre. Occorre tener pre sente che l'acidità è tanto più alta quanto e più basso 11 pH». E' lecito affermare, conclude l'esperto, che nella maggior parte del casi l'acidità è solforica. «Comunque, l'insieme dei dati analitici più recenti mostra un incremento della componente nitrica rispetto a quanto rilevato sette, otto anni addietro». Osserva Pantani: «Il fenomeno potrebbe essere messo in relazione, come si è cercato di fare anclie negli Stati Uniti, a una graduale trasforma zione del tipo di inquinamen to atmosferico». Dallo smog di Londra, dovuto a industria pesante di.vecchio stampo e airimplé%'8'v'dì carbone con nafta ixt . 11. riscaldamento, allo «smog fotochimico» di Los Angeles, di cui e più re¬ sponsabile 11 trallico, in climi più caldi. «.Si potrebbe affermare, pur con le cautele del caso, che il Comprensorio fiorentino, comprendente anche 'area dell'industria tessile ili Idrato, è affetto sia dulia smog di Londra, in inverno, siti dallo smog di Los Angeles, in estate». All'analisi del mali di cui soffrono I boschi per eltetto delle piogge acide ha portato 11 suo contributo anche Peter Sdititi, ordinarlo di botanica forestale all'Università di Monaco. Secondo Schutt, non c'è ancora certezza sulle cause della «malattia». Parecchie sostanze dannose, si sa, Uniscono nell'aria. Però, ritiene l'esperto tedesco, noi", può essere imputata a queste sole quella che chiamano «la grande moria del bosco». «Ci dev'essere qualche altro meccanismo», dice il professore. Comunque, Peter Schutt parla di «uno strapazzamento da parte degli inquinanti», c avverte che gli effetti si rilevano anche nell'agricoltura. Si è pensato che la natura sopportasse, potesse essere caricata di soslttnze. E' sluto un errore di valutazione. E adesso dobbiamo correggere». Giuliano Marchesini

Persone citate: Capellino, Francesco Pantani, Pantani, Peter Schutt, Peter Sdititi, Schutt