Tassi Usa, Terzo Mondo, Golfo Persico i tre ostacoli per la ripresa mondiale

Tassi Usa, Terzo Mondo, Golfo Persico i tre ostacoli per la ripresa mondiale L'Occidente fa i conti dopo il «giovedì nero» del dollaro e la paura per le banche americane Tassi Usa, Terzo Mondo, Golfo Persico i tre ostacoli per la ripresa mondiale DAL NOSTRO CORRISPONDENTE NEW YORK — Dopo la grande paura di giovedì, quando è corsa voce che la Manufacturers Hanover Trust, la quarta banca americana, fosse in gravi difficolta, il ministero del Tesoro e la Riserva Federale hanno cercato di restituire fiducia alla finanza con dichiarazioni confortanti. Il ministro Regan, 11 più ascoltato del collaboratori del presidente, ha asserito che «il sistema bancario è soltdom e che «< mercati hanno ritrovato la ragione smarrita temporaneamente». Tramite il portavoce Coyne, la Riserva Federale ha dichiarato che 'Venerdì le banche non hanno avuto problemi di autofinanziamento né di transazioni» e che -la situazione si è stabilizzata, ed è comunque tenuta d'occhio dagli esperti». Se il panico è diminuito, il nervosismo tuttavia non è del tutto scomparso. La Borsa infatti non si è ripresa come avrebbe potuto: l'indice Dow Jones dei titoli industriali è salito solo di 3,67 punti, restando poco sopra a quota 1100 (qualche mese fa era quasi a quota 1300). Il dollaro Inoltre si è deprezzato, scendendo ad esempio a 168B lire in Italia, mentre l'oro ha compiuto uno del balzi piti spettacolari dell'anno, guadagnando 11 dollari l'oncia fino a sfiorare i 390 dollari complessivi. La Manufacturers Hanover Trust, infine, ha riguadagnato appena 75 centesimi (in apertura era arrivata a un dollaro) del 3 dollari e 25 centesimi persi venerdì; la Continental Illinois, salvata la settimana scorsa dal maxi-intervento di 11 miliardi di dollari della Riserva Federale e. di un consorzio di 28 banche, è rimasta stazio narla. Fritz Leutwller, il presiden te della Banca del pagamenti internazionali di Basilea, ha attribuito l'incertezza della finanza sostanzialmente a tre fattori: gli alti tassi di interesse, l'indebitamento estero del Terzo Mondo, e la crisi del Golfo Persico. Gli inte- ressi, ha detto, fanno temere la strozzatura del credito e quindi la fine anticipata della ripresa economica Usa. L'indebitamento estero evoca lo spettro della bancarotta di paesi chiave come l'Argentina o il Brasile. E la crisi del Golfo Persico ripropone l'incubo della scarsità di petrolio In Europa e In Giappone se non negli Stati Uniti (ormai la superpotenza riceve da quell'area solo il 3 per cento del suo fabbisogno). L'analisi di Leutwller ha trovato una drammatica con ferma nella sospensione ieri del negoziati tra Santo Domingo e il Fondo Monetarlo per un nuovo prestito. Santo Domingo ha un debito di due miliardi e mezzo di dollari, ed è alla ricerca di un nuovo prestito di 400 milioni di do! lari per pagare gli interessi. Il mese scorso, la dura austerità imposta dal presidente Jorge Bianco, ha provocato una ondata di torbidi: sono morte sessanta persone, i feriti hanno superato i 500. Quando, l'altro ieri, 11 Fondo Monetario ha chiesto un aumento della benzina del 50 per cento ed ha accennato ad altre 'atroci condizioni», come le ha chiamate il portavoce dominicano, Jorge Bianco ha opposto un secco no. La porta alla ripresa delle trattative non è del tutto chiusa; ma l'impasse è sintomatico del senso di rivolta che serpeggia tra i paesi in via di sviluppo nel confronti di quelli piti industrializzati. Il rifiuto di anche solo uno di essi a saldare 1 debiti scatenerebbe una reazione a catena negativa nell'intero sistema finanziarlo internazionale. Sul versante dell'indebitarne me estero, ha fatto da contrappeso all'inquietudine suscitata dal braccio di ferro tra Santo Domingo e 11 Fondo Monetarlo la notizia che 1' Argentina ha quasi raggiunto un accordo per 11 pagamemo di 500 milioni di dollari in interessi alle grandi banche Usa entro la fine di giugno. Si tratta di un pagamento cruciale. Ogni trimestre, le banche devono chiudere i bilanci e mettere al passivo 1 crediti non riscossi. La Manufacturers Hanover, che ha prestato alle nazioni dell'America Latina 6 miliardi e mezzo di dollari, è in una posizione particolarmente delicata. L'Argentina sacrificherebbe 350 milioni di dollari delle sue riserve, e otterrebbe dalla Riserva Federale un prestito di 150 milioni di dollari. John Kenneth Galbraith, il decano degli economisti Usa, ha espresso 11 parere — con-. diviso da tutti gli operatori — che per evitare una nuova ondata di panico occorra però una serie di riforme strutturali, In primo luogo, ha detto, devono scendere i tassi di interesse; in secondo luogo devono essere fatte agevolazioni al Terzo Mondo e — cosa forse più urgente di tutte — occorre ristabilire la pace nel Golfo Persico. Ennio Caretto NUBI SULL'OCCIDENTE (Variazioni In % del prodotto lordo) I ll982 l I1983 H 1984 -4 -2 0 2 4 6 Giappone Germania ' Francia Gran Bretagna Canada 6) O TJ C o £ 0) </> j.1 a Stima 1974 J'M IWj 1977 1976 187» 1980 1881 1992 1883 1964 1875