La leggenda d'oro dei Maya di Francesco Rosso

La leggenda d'oro dei Maya NUOVE RIVELAZIONI DALLA «TOMBA DEL GUERRIERO» La leggenda d'oro dei Maya Il sepolcro appena scoperto prova quanto fossero progrediti netta tecnica e nella chirurgia - Forse proprio da quei luoghi s'irradiò una cultura che esercitò sul Centro e Sud America l'influenza che ebbe la Grecia sul Mediterraneo - Le raffinate architetture e l'arte di laminare i metalli preziosi - La resistenza ai «conquistadores» - Si sveleranno altri misteri? / popoli Maya, la loro civiltà, le espressioni d'arte che elaborarono, sono giunti tardi alla conoscenza del gran pubblico, ma continuano a stupire. *La tomba del guerriero*, appena scoperta dall'archeologo americano Richard Adams nella selva del Guatemala, nella zona di Petén, al confini con l'Honduras, riapre il discorso „*u popolazioni che furono realmente conosciute e studiate soltanto nel 1839 dall'inglese John Lloyd, Stephens, che per i Maya può essere considerato ciò che furono Wooley per i Caldei, Koldevoay per i Babilonesi, Botta per gli Assiri e Belzoni per gli Egizi. Dei Maya si conosce ormai tutto, o quasi; così almeno sì credeva. Poi un archeologo maniaco si caccia tra i miasmi delle selve mesoamericane e rimette in discussione, o rafforza quanto già sì sapeva. Ha davvero trovato una borraccia con il tappo a vite, come si scrive? Ciò sarebbe più importante e rivelatore sulla civiltà Maya degli affreschi che adornano le pareti della tomba con soffitto aggettato, dei vasi dipinti, dei gioielli e dei tessuti che ornavano i resti dell'antico guerriero maya. Il tappo a vite confermerebbe ciò che già si immaginava, die la tecnologìa Maya fosse avanzatissima, come le loro conoscenze chirurgictie, e la trapanazione del cranio clic sì nota su un teschio, oggi nel museo di Pueblo, sarebbe realtà, non supposizione. La tomba scoperta dall' arcìicologo americano arricchirà certamente le conoscenze su popolazioni che elaborarono una civiltà fra le più raffinate del mondo. Il termine Maya entrò tardi nella conoscenza della storia messicana, benché 'già Colombo, nel 1502, avesse avuto conlatti con quelle popolazioni e sentito per la prima volta il nome di Yucatàn. Ancora nel 1517 una flotta di spagnoli'-sbarcò Inun porto, oggi Campcchc, sempre nello yucatdn. Incontrarono indigeni ricoperti d'oro e li massacrarono per derubarli. Naturale che all'apparire dell' uomo bianco, gli indigeni si rintanassero nelle foreste. Nel 1519 vi approdò Hernàn Cortes e, sulla spiaggia, trovò uno spagnolo, Jeronlmo de Aguilar, catturato e tenuto schiavo dagli indigeni. Lo spagnolo presentò donna Marina, una maya, che guidò Cortes e gli fece da interprete nella conquista del Messico. Tra i serpenti Lo Yucatdn, in quel momento, non interessava ancora il conquistador, il quale continuava a credere che si trattasse di un'isola con quel nome, che invece significa •abbiamo- paura- di voi». Quando gli spagnoli ne tentarono la conquista si resero conto che avevano che fare con temperamenti diversi dagli Aztechi; i Maya li inchiodarono quasi sulle coste del golfo con una feroce guerriglia durata fino al 1697. Da quel momento il nome dei Maya e della loro civiltà scomparve, le grandi città furono inghiottite dalla foresta, i templi e le piramidi divennero ricovero di serpenti e animali selvatici. Il nome Maya ricomparve quando si incominciò a indagare sistematicamente sulle rovine di Chichen-Itzd, centro archeologico poco lontano da Mérida, capitale dello Yucatdn, ma ciò avveniva agli albori dell'Ottocento. Nello Stato di Chiapas, al confini con il Guatemala, fu scoperto mezzo secolo fa nella selva il grandioso insediamento di Palenque, con templi, piramidi, stele, tombe con gioielli, statuine, mascliere di giada con occhi di ossidiana che lasciarono stupefatti gli archeologi, con-, vinti che vi fosse stato sepolto un 'faraone messicano*. , n o a a e Si trattava, invece, di un centro che, per estensione e grandiosità degli impianti, non aveva eguali nel Centroamerìca, e nemmeno nel Messico continentale. Furono fatte scoperte sensazionali. I Maya, ad esempio, avevano una scrittura geroglifica, conoscevano l'astronomia almeno quanto i Caldei, prevedevano le eclissi, avevano diviso l'anno civile in 365 giorni, con un anno rituale di 360, un calendario che si avvicinava prodigiosamente all'assoluto anno astronomico. Erano abili navigatori, conoscevano il sistema decimale, fabbricavano tessuti mirabili, taluni leggeri come mussola, e disegni stampati con un sistema che ricorda il batik giavanese. Le tessere - sulla civiltà Maya andavano a poco a poco formando, un mosaico che sbalordiva archeologi ed etnologi. Nello Yucatdn ogni città aveva il proprio governatore, o cachlque, e sovente erano in guerra fra di loro; un sistema politico simile a quello greco, con città-Stato quasi sempre ostili, non diversamente da Tebe, Sparta e Atene. Inizialmente, i Maya non praticavano sacrifici umani e solo più tardi, quando lo Yucatdn fu occupato dai messicani toltechl, sloggiati dagli aztechi da Teotihuacdn, poco lontano dall' attuale Città del Messico, ,adottarono i riti sanguinari degli invasori. La cultura Maya era diffusa in quasi tutto il Centroamerica, e dallo yucatdn si estendeva fino agli attuali Guatemala, Honduras, Salvador e Nicaragua. La sua influenza si fece sentire anche in Colombia, dove le tribù chibcha assimilarono V arte di laminare l'oro e l'argento e lavorarli a sbalzo con metodi che ricordano quelli Maya. Anche allora, quando le strade non esistevano, e tutto il Centro e Sudamerica erano ricoperti di selve, paludi e savane, avvenivano scambi commerciali fra le varie etnie; perciò non esiste quasi soluzione di continuità fra le espressioni artistiche Maya e quelle preincaiche di Ecuador, Perù e Bolivia. Persino le mitologie erano affini. In Messico era adorato il dio solare Quetzalcoatl, il Serpente Piumato, che aveva abbandonato i suoi fedeli promettendo che sarebbe ritornato da Oriente. Un mito che costò la sconfitta azteco; Hernàn Cortes, giunto da Oriente, fu creduto un'incarnazione di Quetzalcoatl. Dio del Sole In Perù, quindi in Ecuador e Bolivia, gli Incus credevano in Vtracocha, dio del Sole, anch'egll partito sdegnato promettendo che sarebbe tornato da Occidente. Da il, appunto, arrivò Francisco Pizarro, creduto reincarnazione del dio. L'arte e la cultura Maya esercitarono sul Centro e Sudamerica l'influenza che la Grecia esercitò sul bacino mediterraneo; mutavano le tecniche, ma la radice era sempre la stessa. L'etnologo messicano S. G. Marlcy, sostiene che il centro d'irradiazione della civiltà maya fu nel Petén, dov'è stata scoperta proprio la «Tomba del guerriero». Un altro etnologo messicano, invece, afferma che Chichen-Iteà, definita l'Atene dei Maya, fu costruita da messicani giunti da Vera Cruz. Tutti sono però concordi nel dividere la storia Maya in tre epoche; V arcaica che, aWincirca, dura dal 1500 a.C. al 250 d.C. In quel periodo furono elaborati il calendario solare, la scrittura geroglifica e la numerazione. Le maschere La seconda epoca, definita classica, durò dal 250 al 987 d.C, quando lo Yucatdn fu invaso dai messicani toltechi. La post-classica coincise con l'occupazione spagnola, che ne segnò la fine. La civiltà Maya fu quasi cancellata dalla storia e trascorsero almeno tre secoli prima che gli studiosi tornassero a interessarsi delle rovine di Chichen-Iteà, Uxmal, Copan, e per ulttìwo'dì TPa&nqUe'. Le ricerche archeologiche han-\ no riportato alla luce città e] centri religiosi di grandiosità' e raffinatezze paragonabili a quelle dell'Egitto faraonico. Le maschere di giada a piastrine di Tajin, che ricordano quelle cinesi; i giaguari con occhi di giada, i cachmol, statue di guerrieri sdraiati, forse altari per sacrifici, di Chlchen-Ited; i bassorilievi di Palenque; le stele di Quiriguà; gli affreschi di Bonampalc; le gigantesche, enigmatiche statue di Copan, sono espressioni di un'arte e una civiltà fiorite nella Mesoamerica contemporanea a quella greca in Mediterraneo. La scoperta della «Tomba del guerriero* fa supporre che le malariche selve centro americane celino ancora altri misteri sulla raffinata cultura Maya. Francesco Rosso Città del Guatemala. L'archeologo Richard Adams mostra la tomba maya di 1500 anni fa al premier Mejla Vlctores (a destra)