L'anziano «scaricato» di Claudio Giacchino

L'anziano «scaricato» Una grave denuncia contro alcuni ospedali L'anziano «scaricato» Troppi medici (sostiene l'associazione contro l'emarginazione) ragionano cosi: «E' vecchio e malato, quindi cronico: non ha diritto al ricovero per chissà quanto tempo: ci pensino i famigliari o le case di cura» L'ultima vergogna, in ordine di tempo, si è consumata il 29 aprile, in un ospedale cittadino (di questo, come degli altri due citati più avanti, il cronista si riserva di pubblicare il nome qualora dovesse intervenire l'autorità giudiziaria). La racconta Franco Santanera, presidente della lotta contro l'emarginazione di via Artisti 34: «Quel giorno, all'alba, un'anziana di 83 anni ospite nel reparto urologico cadde dal letto. Solo dopo un po' venne soccorsa e rimessa sotto le coperte. La donna cominciò subito a lamentare dolori ad una gamba, gli infermieri non le badarono. Continuarono ad essere sordi sino al 1° maggio, quando finalmente, dietro le insistenze della figlia della degente, la ricoverata venne sottojmsta ai raggi. Poverina, aveva ben ragione di dolersi: cadendo s'era fratturata il femore*. Aggiunge Santanera: .Di episodi simili, e anche peggiori, ne succedono tanti negli ospedali, purtroppo solo raramente approdano alla denuncia. La realtà è triste: l'anziano in ospedale è malvisto, malsopportato, male assistito. Con le buotie o le cattive V ospedale cerca di sbarazzarsi del paziente avanti negli anni scaricandolo alla famiglia o ai cronlcarl. E' un modo d' agire disumano e illegale*. Una circolare, datata 21 febbraio scorso, dell'assessore regionale alla sanità e assistenza Balardi ribadisce 11 diritto degli anziani cronici e non autosufficienti ad essere curati in ospedale. Precisa la circolare: «Non possono essere dimessi anticipatamente i malati non ancora del tutto guariti essendo l'ospedale tenuto a fornire le necessarie terapie riabilitative: neppure devono essere allontanati i soggetti afflitti da plaghe da decubito e quelli con tumori nella fase terminale perché fuori dall'ospedale non sono garantite le corrette cure antìdolore*. L'assistenza ospedaliera agli anziani, inoltre, è sancita anche dalla legge 132 votata dal Parlamento nel 1968: «Il calcolo dei posti-letto net nosocomi deve essere fatto tenendo conto delle esigenze dei ricoverati acuti, lungodegenti e cronici*. La realtà comunque sembra abbastanza sorda ai dettami legislativi. «E' vecchio e malato, allora significa clic è cronico. E se e cronico non ha il diritto di stare qui ad occupare per chissà quanto il posto. Di lui si facciano carico i congiunti oppure le case di riposo private e pubbliche*: questa maniera di ragionare continua ad essere un «comandamento» per molti responsabili delle divisioni ospedaliere. E le statistiche lo confermano. In cinque anni il numero di ultrasessantennl dimessi dalle corsie e internati negli ospizi si è quasi triplicato. In un ospedale, per esempio, nel '79 gli scaricati furono 60. nel 1982 addirittura 184. L'anno passato la cifra è scesa a 165. «Comunque — assicurano in via Artisti — i dati sono tutti errati per difetto. Trovare posto nei cronicarl del Comune (l'Irv di corso Unione Sovietica, il Carlo Alberto di corso Casale e il Convalescenziario della Crocetta) è un'impresa difficile. Mediamente, tra la richiesta di ricovero presentata dall'ospedale e l'ammissione passano almeno 3 mesi. E nel frattempo, molti degli "scarlcandi" muoiono*. Contro la cacciata dei vecchi dagli ospedali il Csa (comitato per la difesa dei diritti degli assistiti) ha deciso di Intraprendere una campagna d'informazione e sensibilizzazione: saranno distribuiti al parenti dei ricoverati migliaia di volantini raffiguranti un medico in camice e una grossa croce scura con la scritta «Ospedale vietato ai malati cronici anziani, è illegale*. Su eventuali, immediati esiti pratici dell'iniziativa (alla quale hanno aderito 1 sindacati confederali e numerose associazioni) i volontari del Csa non si fanno alcuna illusione: «Da un decennio ci confrontiamo con i politici, .persino nella seduta inaugurale del tribunale del malato, aprile '82, denunciammo queste vergogne, purtroppo urliamo sempre nel deserto. L'unica risposta concreta, dalle istituzioni, è venuto soltanto con la circolare regionale. «I volantini non cambleranno di una virgola la situazione, ma ci auguriamo almeno che un numero sempre maggiore di famigliari di anziani malati cronici si rendano conto di quali sono i loro diritti e non si lascino più cosi facilmente convincere dai medici ospedalieri che il proprio caro deve essere spedito in ospizio*. Dove, se non si tratta di struttura pubblica, la retta costa un occhio della testa e assai di rado l'assistenza è adeguata. «Un anziano dimesso dall' ospedale — dicono al Csa — è stato inviato dalla sua Usi, quella di Collegno, in un istituto di Chieri. La pensione del ricoverato è insufficiente a coprire la retta, le due figlie dovranno pagare 99S mila lire al mese. Oltre al fatto umani tarlo c'é da considerare pure quello economico: chi accetta che il proprio congiunto sia illegalmente sbattuto fuori dalla corsia e non può tenerselo in casa rischia spesso di pagare alle case private cifre da capogiro*. Claudio Giacchino

Persone citate: Carlo Alberto, Franco Santanera, Santanera

Luoghi citati: Collegno