Arrestato a Parigi Luigi Cavallo L'accusa è di estorsione a Calvi di Marzio Fabbri

Arrestato a Parigi Luigi Cavallo L'accusa è di estorsione a Calvi Con Sindona e Guzzi avrebbe ricevuto mezzo milione di dollari dal banchiere Arrestato a Parigi Luigi Cavallo L'accusa è di estorsione a Calvi Il mandato di cattura internazionale firmato dai giudici di Milano, che avrebbero trovato le prove del pagamento su un conto in Svizzera - Personaggio ambiguo, Cavallo fu assolto negli Anni 70 per un presunto «golpe bianco» DALLA REDAZIONE DI PARIGI PARIGI — La polizia francese ha arrestato Ieri pomeriggio Luigi Cavallo. La notizia, rimbalzata a Parigi da Roma, è stata confermata dalla Procura della capitale francese. Per il momento, non sono trapelati particolari. Da fonte ufficiosa si è appreso soltanto che Cavallo è stato arrestato su mandato di cattura internazionale emesso da un giudice italiano In relazione al caso Calvi. Non si sa neppure dove l'arresto sia avvenuto: la stessa fonte parla, genericamente, del di partlmento di Senna e Marna, non lontano da Parigi. Cavallo, da tempo in Francia, abitava in una villa vicino a Fontalnebleu. MILANO — Nato a Torino il 17 maggio 1920. fino a pochi giorni fa Luigi Cavallo non aveva pendenze con la giusti zia italiana, ma ugualmente aveva preferito andare ad abitare in Francia, in una fattoria non lontana da Pari gi dove è stato arrestato ieri. Unico precedente penale suo carico una condanna (amnistiata) a 18 mesi di carcere inflittagli nel luglio del '75 dalla pretura di Torino per esercizio abusivo dell'arte della stampa, in quanto aveva pubblicato libri, manifesti e riviste senza le indicazioni di legge o con indicazioni fai se. Ma Cavallo, a qualche titolo, è da 40 anni presente in molti degli episodi-chiave della storia italiana. Dal set tembre '43 è partigiano con la formazione comunista «Stel la Rossa» ed è tra i primi ad entrare a Torino il giorno della liberazione. Con Gior gìo Amendola fa uscire, il 29 aprile, il primo numero dell'e dizione torinese dell'-Unità. poi, sempre per il giornale del pei, lavora a Parigi come corrispondente. Nel '49 lascia il 'Partito per divergenaft^soila questione jugoslava e nel 'IPKttJ si ritrova"'insiféÉ^^a Edgardo Sogno nel movi mento anticomunista «Pace e Libertà». Nel periodo prece dente Cavallo è rimasto ncgl Stati.Uniti, prima come corrispondente di un giornale italiano e poi come interprete e traduttore all'Onu. Al processo celebrato con tro di lui nel 1975 per stampa clandestina si apprende che Cavallo, negli Anni 50, è stato attivissimo nell'organizzare una massiccia attività antisindacale alla Fiat. E' poi sospettato, ma assolto, per un presunto «golpe bianco» organizzato, secondo le accuse, in collaborazione con Sogno. Conduce, negli anni '62-63, una campagna contro la Edison che si oppone alla nazionalizzazione dell'energia elettrica, accusandola di rubare sulle bollette. La sua carriera prosegue con questo genere di campagne di stampa fino a quella che pochi giorni fa ha fatto firmare un mandato di cattura internazionale a suo nome. Nel 1976 la sua agenzia «A» pubblica informazioni e documenti — come annuncia una pubblicità — su Enrico Cuccia, Guido Carli, Ferdinando Ventriglia, Giovan Battista Fignon, Ugo La Malfa e Bruno Visentini, campagna ovviamente ispirata (e probabilmente finanziata) da Michele Sindona, che voleva accreditare un suo ruolo di «vittima». Nel 1977 Enrico Cuccia, di Mediobanca, uno dei maggiori nemici di Sindona, viene minacciato del sequestro di uno dei suoi figli che doveva essere organizza¬ to da un certo Walter Navarra e da Cavallo. Il banchiere, ovviamente, si preoccupa, e nell'ottobre, dopo alcuni incontri con Pier Sandro Maglioni, genero di Sindona, ottiene dal banchiere siciliano una nota nella quale ammette di avere dato a Cavallo e Navarra l'incarico di intimidirlo, ma senza passare ad azioni fisiche. Nello stesso anno monta una campagna contro Roberto Calvi, sempre per conto di Sindona. Cavallo fa affiggere manifesti dal titolo «Roberto Calvi in galera«, mentre il testo afferma: «Il presidente e amministratore delegato del Banco Ambrosiano è colpevole di truffa, appropriamone indebita, esportazione valutaria e frode fiscale. Roberto Calvi si è fatto versare decine e decine dì milioni di dollari sui seguenti conti numerati svizzeri di sua personale proprietà e con firma di sua moglie-. Con la campagna Sindona si propone di costringere Calvi a dargli del denaro. Il banchiere esita e la campagna si infittisce: il presidente del «vecchio» Ambrosiano viene accusato di avere intascato 3 milioni e mezzo di dollari (altrettanti li avrebbe presi Sindona) come utile «nero» del passaggio, da Sindona a Calvi, della Zitropo-Pacchetti. Interviene anche Lido Gclli per far si che Calvi accetti di aiutare un «fratello in P2» in difficolta e, alla fine, il banchiere accetta di versare mezzo milione di dollari fingendo l'acquisto di una villa. Sino a pochi giorni fa i giudici di Milano, che indagano sulla vicenda, avevano indiziato lutti i protagonisti di questa storia per tentata estorsione ai danni di Calvi; ma adesso avrebbero avuto la prova che il denaro, finito sul conto 461954 della sede di Chiasso della Unione di Banche Svizzere, fu in realtà versato a Sindona attraverso una sua società. In questo modo il reato diventa estorsione, ed è dunque obbligatorio il mandato di cattura. Prima è la volta, a Roma, dell'ex legale di Sindona, Rodolfo Guzzi, ieri di Cavallo a Parigi. Marzio Fabbri