Paralisi nel Golfo

Paralisi nel Golfo Si aggrava la crisi per l'intransigenza dell'Iran Paralisi nel Golfo I troppi rischi e il conseguente aumento delle assicurazioni hanno fortemente ridotto la navigazione - Il Kuwait chiede la riunione d'urgenza del Consiglio di Sicurezza Onu e accusa Washington di «passività» - L'Arabia Saudita rafforza il dispositivo militare NOSTRO SERVIZIO KUWAIT — Oli ambasciatori all'Onu dei sei Paesi del Comitato di cooperazlone del Golfo (ne fanno parte Kuwait, Oman, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Qatar, Bahreln) hanno chiesto ieri una riunione urgente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite per esaminare • i pericoli alla pace mondiale* provocati dagli attacchi aerei, da essi attribuiti all' Iran, contro navi in transito nel Golfo Arabico. La domanda di convocazione, forse per la seduta di giovedì, è stata inoltrata al presidente di turno del Consiglio, il sovietico Oleg Troyanovskij, ed al Segretario generale dell' Onu, Javler Perca de Cuéllar. Da ieri il Golfo è praticamente bloccato ed il traffico marittimo ha subito un calo nettissimo: rispetto alle 800 navi mercantili che vi incrociavano nel mese scorso, la cifra delle unità in transito è scesa ad appena un centi' naio, e non si esclude che essa possa ridursi a qualche decina già nei prossimi giorni. I costi per assicurare le petroliere, fissati dal Lloyd's di Londra, sono saliti alle stelle causa le azioni belliche compiute da Iran e Iraq contro i mercantili di svariate nazionalità. Per ora nessun progetto di risoluzione sarebbe stato pre sentato, mentre sono già iniziate le consultazioni fra le delegazioni del Golfo e quelle di numerosi Stali arabi al fine di redigere un documento sull'esplosiva situazione originata dal conflitto fra Iran ed Iraq. In favore della presa di posizione contro Teheran adottata dalla Lega Araba, è intervenuto a Washington il Dipartimento di Stato con una dichiarazione del portavoce Alan Romberg in cui si ribadisce il punto di vista americano. Ossia che mi' intransigenza dell'Iran rimane il principale ostacolo alla fine dei combattimenti-. Gli Stati Uniti, comunque, conti nuano a favorire «ogni azione diplomatica in grado di far cessare le ostilità per assicu rare in quella zona la libertà di navigazione commerciale e la cessazione di attacchi contro obiettivi economici». Se perciò da parte della di plomazla nessuno sforzo viene risparmiato per comporre la vertenza attraverso la strada del negoziato per non internazionalizzare ulteriormente il conflitto, il Kuwait ha fatto sapere di prepararsi ad intervenire militarmente in caso di nuovi attacchi ira niani contro le sue petroliere Lo ha detto il ministro degli Esteri Sabah al-Ahmed, in un'intervista al giornale libanese An Naliar, precisando che non vi sarebbero obiezioni da parte kuwaitiana se gli occidentali decidessero di fare altrettanto. «E' nostro diritto — ha detto il ministro — rafforzare le nostre difese aeree per proteggere le nostre proprietà-. Il Kuwait non sarebbe tuttavia il solo Paese dell'area infuo¬ csAnrsecrpunnmpgmnn cata ad aver rafforzato il dispositivo militare. Anche 1' Arabia Saudita avrebbe ordinato all'aviazione di compiere ricognizioni sul Golfo e respingere «all'istante» altri eventuali attacchi iraniani contro navi battenti bandiera saudita. «Il Golfo — ha precisato ancora Sabah — è una via d'acqua internazionale, retta da accordi internazionali. Perciò non potremmo porre obiezioni ad un intervento militare straniero per consentire la libera navigazione, anche se non permetteremmo a potenze straniere di stabilire basi militari nel nostro Paese». Tuttavia, quasi contemporaneamente il ministro kuwaitiano del Petrolio, lo sceicco Ali el-Sabah, ha accusato gli Stati Uniti di «passività» nei confronti del conflitto del Golfo oltre a criticare l'.incorwfteionafo appoggio» offerto da Washington «all'ag-gressione israeliana contro gli arabi». Da Abu Dhabi si è appreso che gli Emirati hanno indet to manovre navali per i pros situi due giorni nelle acque territoriali vicine alla costa invitando i cargo ed I pescherecci a non incrociare nella zona. e. si (Altro servizio a pag. 5)

Persone citate: Alan Romberg, Oleg Troyanovskij