In Sardegna quasi una rivolta di pri e pli contro l'alleata dc

In Sardegna quasi una rivolta di pri e oli contro l'alleata de In Sardegna quasi una rivolta di pri e oli contro l'alleata de CAGLIARI — L'approva-, zinne della legge che fissa nuove norme per le elezioni regionali in Sardegna ha reso incandescente con largo anticipo il clima della consultazione che si terrà tra poco più di un mese, il 24 e il 25 giugno. Esponenti dei partiti minori, che rischiano di essere tagliati fuori dal Consiglio regionale, hanno commentato con parole di fuoco il provvedimento ratificato giovedì notte dal Consiglio dei ministri. -E' una legge liberticida. Per di più varata con un colpo di mano notturno-, ha affermato il segretario regionale del pri, Salvatore Ghirra. -Sulla correttezza istttuzionale ha prevalso la prepotenza dei numeri; l'uso e l'abuso del potere detenuto da sempre dalla de-, gli ha fatto eco il liberale Sebastiano Meddc, unico rappresentante del suo partito nel Consiglio regionale. Ancor più critica è stata la valutazione fatta da Mario Canessa, componente della segreteria regionale di democrazia proletaria sarda: «Si tratta — ha sostenuto — di un atto, l'ennesimo, di banditismo politico, di una legge infame-. Anche 1 radicali hanno tuonato contro 11 provvedimento. Approvata la scorsa settimana dal Consiglio regionale, quando ormai la legislatu ra era alle ultime battute, la nuova legge- clettoralo penalizza le formazioni politiche che hanno minori sostegni nell'elettorato. Per concorrere all'assegnazione dei seggi con i «resti», i partiti dovranno ottenere un quoziente pieno in almeno uno dei quattro collegi nel quali si divide la Sardegna (Cagliari, Sassari, Nuoro, Oristano). In caso contrario saranno tagliali fuori dall'assemblea regionale. Secondo alcuni calcoli, per aver diritto d'accesso al Consiglio regionale, un partito dovrà raccogliere il quattro per cento dei suffragi almeno in un collegio. E' un limite che sembra porre in netta condizione di inferiorità le formazioni più piccole. Il capogruppo del comunisti alla Regione, Benedetto Barrami, ha però contestato il dato: -Ititengo — ha spiegato — che a Cagliari sia sufficiente avere il 2,7 dei consensi per ottenere un consigliere, in pratica 10.700 voti. Credo che per i repubblicani non esistano problemi. Potrebbero invece averne, liberali e altre formazioni-. Attraverso 11 segretario regionale Pinuccio Serra, la democrazia cristiana ha respinto le contestazioni: -La legge adegua la legislazione a quella di altre Regioni, per esempio la Sicilia, e fissa criteri unaloghia quelli in vigore per le elezioni alla Camera dei deputa Hi, Argomentazioni analoghe sono state esposte dal comunista Barrami, 11 quale ha rimarcato il fatto che la normativa -è stala approvata in Consiglio regionale con il 96 per cento del voti favorevoli, 54 contro 6. L'ulteriore dimostrazione che non si tratta di una legge che penalizza i partili minori e che semmai favorisce le aggregazioni, è data dal fatto efie atiche i socialdemocratici si sono pronunciali a favore-. In sintonia con Barranu, il segretario de Serra ha affermato che l'approvazione della legislazione da parte del Consiglio dei ministri era «un atto dovuto: nel caso contrario sarebbe lesa l'autonomia della Regione, die in materia di elezioni sarde lui competenza primaria ed esclusiva-. Le osservazioni non hanno tuttavia avuto il potere di spegnere, o almeno attutire, le polemiche. Gli esponenti del pri, del pli, del partito radicale e del demoproletarl hanno insistilo nel ricordare che la nuova legge elettorale è giunta allo spirare della legislatura, quando «non era più corretto modificare le regole del gioco-. Il segretario repubblicano Ghirra ha anticipato che la decisione -mette in crisi la maggioranza e cìie avrà quasi certamente ripercussioni sul prossimo governo regionale-. c. g,

Persone citate: Benedetto Barrami, Ghirra, Mario Canessa, Salvatore Ghirra, Sebastiano Meddc

Luoghi citati: Cagliari, Nuoro, Oristano, Sardegna, Sassari, Sicilia