Gas siberiano, finalmente l'accordo di Eugenio Palmieri

Gas siberiano, finalmente l'accordo Mercoledì a Mosca la firma, dopo due anni di incertezze e di ripensamenti Gas siberiano, finalmente l'accordo La fornitura, inizialmente prevista in 8 miliardi di metri cubi, fissata in 4,4-5,5 - Prodotti industriali in cambio - Nuovo gasdotto ROMA — Dopo due anni di incertezze e ripensamenti determinati da fatti Interni e Internazionali come la legge marziale in Polonia o l'abbattimento del Jumbo sudcoreano, che avevano provocato una lunga «pausa di riflessione» rimossa dal presidente del Consiglio Craxi lo scorso aprile, è stato raggiunto ufficialmente l'accordo per le nuove forniture di gas siberiano all'Italia. Mercoledì prossimo 11 ministro del Commercio estero Capria e il presidente dell'Eni, Franco Revlgllo, voleranno a Mosca per essere presenti alla firma. I termini tecnici dell'Intesa sono stati definiti in questi giorni dalle delegazioni dell'ente petrolifero italiano e della Soyuzgas nella capitale sovietica. Le forniture saranno avviate alla fine dell'anno e arriveranno a pieno ritmo con una progressione lenta, distribuita su un arco di otto anni. Le quantità su cui l'Italia potrà contare sono inferiori a quelle di cui si parlava nell'81 (8 miliardi di metri cubi): nel 1990 la Snam (la società del gruppo Eni che gestisce il gas) potrà ritirare fino a cinque miliardi e mezzo di metri cubi, con un impe gno di prelievo minimo di 4,4 miliardi. Dopo 11 1992 e fino al 2008 1 livelli saranno portati a 6 e a 4,8 miliardi di metri cubi l'anno. L'Italia già importa dall'Unione Sovietica circa 7 miliardi di metri cubi all'anno di gas. La trattativa è stata molto lunga e delicata in particolare sul prezzo; 1 negoziatori (per l'Italia 11 responsabile Eni dell'estero, Santoro, e il vicepresidente della Snam Meanti) hanno dovuto lavorare molto per trovare un punto di equilibrio prenden do come riferimento anche le intese già raggiunte dalla Francia e dalla Germania con Mosca e il contratto per il gas algerino. Sul prezzo vero e proprio non si hanno notizie ufficiali, ma nel comunicato diffuso dall'Eni si afferma.,,che,. tratta di cw*#Pni;fiSflnWtf camente «competitive». Si parla di 3,60 dollari per milione di BTU (l'unità di misura termica che corrisponde a circa 30 metri cubi) alla frontlera sovietica. L'intesa raggiunta da Italia e Unione Sovietica non è strettamente legata alle for niture di gas ma riguarda tutto l'interscambio tra 1 due Paesi, come testimonia la presenza di Capria. Intenzione di Craxi, infatti, è stata sempre quella di mandare avanti la trattativa per 11 gas in una logica di riequilibrio della bilancia commerciale attualmente assai sfavorevole all'Italia, In «rosso» per 2600 miliardi. Disavanzo che con le nuove forniture sarebbe destinato ad aggravarsi. Non a caso, quindi, mercoledì il ministro firmerà un protocollo sulla cooperazione economica. Le risorse mobilitate dal contratto — si sostiene al ministero del Comerclo estero — apriranno gli spazi necessari «per conservare e ampliare la presenza delle imprese italiane in Urss*. In altre parole Mosca si sarebbe impegnata ad incrementare gli acquisti in contanti nel settore del beni di consumo al quale sono Interessate in particolare le piccole e medie imprese. Inizialmente il gas affluirà attraverso il serpente d'acciaio che attraversa l'Ungheria e l'Austria, ma. quando 11 contratto sarà a regime si renderà necessario un altro metanodotto; di recente ne avrebbe parlato a Budapest 11 presidente del Consiglio. Lo scacchiere dell'approvvigionamento di gas dell'Italia risulta il seguente; Algeria,' Olanda e Unione Sovietica, con le riserve olandesi che subiranno forti ridimensionamenti nei prossimi anni. Nel 1990 il gas sovietico sarà il 40 per cento di quello importato e quindi viene meno la preoccupazione espressa In passato da alcune forze politiche per la dipendenza dell'Italia da un solo Paese. Eugenio Palmieri

Persone citate: Capria, Craxi, Franco Revlgllo, Meanti, Santoro