Polemica a Padova per le indagini della Digos su un gruppo di pacifisti «obiettori fiscali»

Polemica a Padova per le indagini della Dlgos su un gruppo di pacifisti «obiettori fiscali» I rapporti della polizia allegati agli atti di un processo in corso a Verona Polemica a Padova per le indagini della Dlgos su un gruppo di pacifisti «obiettori fiscali» PADOVA — Polemica a Padova per le indagini svolte dalla Digos su sessantacinque pacifisti, professori universitari, studenti, impiegati, un'infermiera e un «prete operaista». I risultati di queste indagini riservate sono diventati di pubblico dominio a Verona, dove è in corso un processo, con quattro imputati accusati di «istigazione all'obiezione fiscale». Sono Insan Irene, 38 anni, origine austriaca, e il marito Corrado Brigo, anche lui 38 anni, veronese,' gestori della Cooperativa «Nuova Grafica Cierre» che ha stampato 2000 copie di un opuscolo intitolato «Obiezione fiscale alle spese militari, restituzione congedi, guida pratica»; e poi Vincenzo Rocca, 23 anni, e Renzo Fazioni, 25 anni, aderenti al Movimento non-violento, promotori e coordinatori veronesi della campagna per 1' obiezione fiscale. Si tratta di un'Iniziativa provocatoria, lanciata nell'81 dai gruppi e movimenti pacifisti e antimilitaristi, diretta a evitare che nelle casse dello Stato, alla voce «spese per la difesa», entrino i contributi dei cittadini. Si realizza nel detrarre, all'atto della denuncia dei redditi, una percentuale pari al 5,5 per cento del debito d'imposta, quanto cioè, secondo i calcoli dei pa¬ cifisti, finisce nel bilancio della Difesa. Chi ha propagandato questa campagna adesso è sotto processo; ma nell'aula, ieri mattina, tra le carte processuali, sono emersi cinque fogli compilati dalla Dlgos padovana che ha svolto indagini su tutti i «coordinatori locali per l'obiezione fiscale». Accanto al loro nome, data di nascita, indirizzo, professione, spesso gli agenti hanno aggiunto annotazioni particolari: -attivista di democrazia proletaria», «noto per il suo impegno in seno ai comitati popolari per la pace- o -più volte segnalato a codesto ministero». -Secondo quanto è stato possìbile apprendere in ambienti di settore — spiega la nota riservata — le persone indicate nell'elenco sono sensibilizzate a svolgere una più incisiva opera di proselitismo relativa alla campagna in argomento». Tra questi c'è Giuseppe Mosconi, docente di sociologia giuridica alla facoltà di Scienze Politiche dell'Università di Padova; Adriano Resente, consigliere comunale promotore di «Este (un paese della provincia padovana n.d.r.) per cambiare», e la moglie Flores Baccini, «attivista di democrazia proletaria»; Giorgio Siasi «prete della lo¬ cale curia vescovile, noto per il suo impegno in seno ai comitati per la pace» e il suo «collega» Don Albino Bazzotto definito «prete operaista». Ci sono anche degli errori: Mauro Conte, conosciuto come obiettore di coscenza, viene schedato come «appartenente al Mir, movimento internazionale di riconciliazione» e segnalato per aver partecipato ad un convegno sull'obiezióne fiscale a Bologna. Infine alcuni sono stati tenuti sot^td ^"controllo per aver partecipato alle celebrazioni del 2 agosto '83, anniversario della strage alla stazione di Bologna. c. s.

Persone citate: Adriano Resente, Albino Bazzotto, Flores Baccini, Giorgio Siasi, Giuseppe Mosconi, Mauro Conte, Renzo Fazioni, Vincenzo Rocca

Luoghi citati: Bologna, Este, Padova, Verona