Chi vive con «reddito zero» di Marina Cassi

Chi vive con «reddito zero» Una piccola città nella metropoli; 10 mila persone senza nulla Chi vive con «reddito zero» Il Comune ha censito 3000 famiglie che, a fine mese, non percepiscono neppure una lira - lì «minimo alimentare» corrisposto dall'assistenza pubblica è di 105 mila lire per adulto, 66 mila per i figli inferiori ai 10 anni - «Cosa facciamo? Debiti» «Ci troviamo di fronte a una crisi gravissima: nella nostra città, simbolo fino a poco anni or sono dellindustria e del lavoro, ci sono 3 mila famiglie a reddito zero. Una popolazione di oltre 10 mila persone, una piccola città, che non ha di che vive-' re». Con queste parole, parlando recentemente In piazza San Carlo, 11 sindaco Novelli ha ricordato la drammatica condizione di vita di migliaia di torinesi; una condizione nascosta, che non esplode, ma che è presente nella città come una ferita. Da chi è composto questo pianeta di persone che l'arida terminologia burocratica definisce «redditi zero», come vivono, quali Interventi sono stati decisi In loro favore? Risponde l'assessore comunale all'assistenza. Angelo Tartaglia: «£' difficile fare una radiografia precisa; in realtà nel redditi zero si trovano tutte le situazioni. •In media, il nucleo famigliare è composto da circa 3-4 persone, ma ci sono anche casi di 14 persone totalmente prive di entrate. Sono rappresentate tutte le età: dal giovane diplomato o laureato che vive solo e non trova lavoro, al capofamiglia di 50 anni che il lavoro l'ha perso, alla casalinga separata o divorziata con i figli a carico. Alla cifra complessiva di circa 3200 famiglie siamo arrivati attraverso le domande di assistenza giunte ai servizi sociali decentrati; finora i vigili hanno controllato la situazione di oltre 2 mila casi'. Verificate le condizioni reali della famiglia (che non deve avere proprietà Immobiliari, l'aiuto economico del parenti, alti punteggi al collocamento) saranno erogati dal Comune (che ha approvato una delibera di spesa fino a sei miliardi) un «minimo alimentare» di 105 mila lire mensili per gli adulti e di 66 mila lire per ogni figlio inferiore al dieci anni. •Questi interventi — spiega 11 sindaco — sono una prima risposta ai problemi di chi non ha nulla. Noi crediamo che sia impossibile per qualsiasi torinese vivere con animo sereno ignorando una realtà cosi drammatica; nessuno deve sentirsi solo e abbandonato nella nostra Città: Bruno J„ 48 anni, moglie e due figlie adulte a carico, è disoccupato dnii'81. •Sono diventato un "reddito zero" quando la fabbrichetta dove lavoravo ha chiuso. E da allo- ra passo la giornata a cercare un'occupazione senza trovarla; sono disposto a fare qualsiasi cosa, ma vedo che le prospettive sono praticamente, inesistenti e mi chiedo che cosa può fare uno come me che, dopo 26 anni di vita a Torino, si vede chiudere tutte le porte in faccia*. La stessa amarezza nelle parole di Daniela O., 35 anni, separata. Deve provvedere alla figlia di 15. «Da quando otto mesi fa sono stata licenziata da un laboratorio, sopravvivo di risparmi e di debili; ho fatto centinaia di domande per un posto, senza risultato. Finora non percepisco neppure una lira di assistenza perché ho cinque sorelle, ma loro non possono regalarmi i soldi, me li prestano. E un giorno dovrò restituirli*. • Nell'81, nel giro di poche settimane, io, mia madre e mia sorella ci siamo ritrovati senza lavoro. Improvvisamente a reddito zero, cioè quasi alla fame*. Daniele, 27 anni, •nove di contributi versali lavorando in fabbrica*, aggiunge: •Come molti altri anche noi siamo passati da una condizione decente a una assurda, costellata dalla ricerca di un nuovo lavoro, dai debiti con parenti e amici, dai pasti fatti per giorni interi di polenta e basta. E poi c'è la propria dignità. Chi ha lavorato si sente a disagio nel chiedere i sussidi, anche se lo deve fare per mangiare, quando in realtà vorrebbe soltanto un lavoro, qualsiasi*. Marina Cassi

Persone citate: Angelo Tartaglia, Daniela O.

Luoghi citati: Torino