La Cina scopre le statue illustri «Monumentabile» anche il giornalista-scrittore americano Edgar Snow

La Cina scopre le statue illustri «Monumentabile» anche il giornalista-scrittore americano Edgar Snow La Cina scopre le statue illustri PECHINO — Lo scrittore americano Edgar Snow, autore del libro «Stella rossa sulla Cina», che racconta le fasi storiche che condussero al potere Mao Tse-tung e 1 comunisti, è stato incluso tra le 138 personalità ritenute dal regime degne di avere statue erette in varie città della Cina. Quando venne proclamata la Repubblica popolare cinese, nel 1949, fu subito promulgata una legge che diceva: .E' vietato consacrare città, strade, edifici pubblici, o erigere monumenti a personalità che si sono distinte nelle lotta per l'indipendenza nazionale e per la causa del socialismo». Nessuno vide mai una statua di Mao prima del 1966, anno in cui scoppiò la «rivoluzione culturale»: da allora le statue di Mao, tutte mastodontiche, tutte in gesso o cemento, pullularono e poi sparirono. In realtà, nella tradizione cinese la statua, il monumento equestre o no, come quelli che si vedono da noi in tutt'Europa, nei rondò, al centro delle piazze o nei parchi pubblici, tipo i busti del Pincio, non ha mai allignato. Oggi invece, sempre per legge, il governo cinese redige ed emana una lista dei «monumentami!». Cosa significa? Prima di tutto significa stabilità, ovvero desiderio di affermarla: i cinesi sono abituati a riscrivere la storia e la cronaca, ma un libro può essere ritirato dalla distribuzione, una statua di marmo o pietra crea maggiori difficoltà. Quindi le discussioni sulla lista dei monumentabili devono essere state quanto mai accurate e i compilatori devono aver vagliato il prò e il contro di ogni nomination, per andare sul sicuro. Confucio ha avuto la nomination, il saggio dei saggi, e. non si esclude che non vi sia stata accesa discussione. L'hanno avuta anche Mao, anche Liu Shao-chi, l'hanno avuta anche due stranieri, il canadese Norman Bethune, medico dell'Armata rossa cinese all' epoca di Yenan, l'americano Edgar Snow, il primo che nel 1937 fece conoscere la Cina rossa al mondo, e le sue ceneri sono sepolte metà in Cina e metà in America. Bene, siamo soddisfatti per questa rappresentanza occidentale, sia pure esigua, nella nuova statuaria cinese. Dispiace però soltanto che questo Paese, che si vuole modernizzare a tutti i costi, interpreti la modernizzazione sulla scia della borghesia occidentale ottocentesca che c'era una volta e non c'è più. Quella borghesia che onorava i suoi eroi, intellettuali o guerrieri, baffuti, in redingote o camuffati da antichi Romani, con statue simiìvero. è stata grande, patetica e atroce. Ce la portiamo nel sangue e l'in¬ contriamo per strade e piazze con piccioni che ormai, nei secoli fedeli, le rendono omaggio. Ma la borgltesia da noi ha questo pregio: fa parte del paesaggio urbano. In Cina è stato dinwstrato che neanche Confucio fa parte del paesaggio, urbano o rurale, perché nessun «grande iniziato» ebbe, parliamo di dieci anni fa, trattamento peggiore di quello che gli venne riservato in Cina dalle guardie rosse. Il fatto che ci sia bisogno di una nomination ufficiale per Confucio monumentabile fa pensare che tutto sia ancora incerto e che questo desiderio di scolpire nel marmo la storia con t suoi volti più rappresentativi confermi che aveva ragione Marx: la società deve attraversare i suol stadi, cioè schiavismo, feudalesimo, borghesia e poi...? A che stadio siamo in Cina? Renata Pisa

Luoghi citati: America, Cina, Europa