A Firenze aperta un'inchiesta sull'esplosione a Palazzo Pitti

A Firenze aperta un'inchiesta sull'esplosione a Palano Pitti Stazionarie le condizioni dei feriti più gravi A Firenze aperta un'inchiesta sull'esplosione a Palano Pitti DAL NOSTRO CORRISPONDENTE FIRENZE — Sulle cause dell'esplosione che sabato mattina ha seminato panico e distruzione nel Museo degli argenti di Palazzo Pitti e che ha provocato 11 feriti (tre molto gravi), la procura della Repubblica ha aperto un'Inchiesta. Le Indagini sono state affidate a tre sostituti procuratori: Pierluigi Vigna, Ubaldo Nannuccl e Gabriele Chelazzl. I magistrati hanno già disposto due perizie con lo scopo di individuare come è avvenuta l'esplosione. La prima, di carattere tecnico, è condotta da tre esperti, gli ingegneri Pelllzza e Vettori e il generale Spamplnato, coadiuvati da due tecnici del laboratorio di Igiene e profilassi e dall'ingegner Giani, perito di fiducia del tribunale. La seconda, di carattere medicolegale, è condotta dal dottor Morello e dal dottor Bonelli, che hanno il compito di risalire al tipo di esplosione attraverso l'esame delle ustioni riportate dai feriti. Ci sono ancora ino1 ti aspetti delle indagini che vanno chiariti per arrivare a una ricostruzione convincente di ciò che è accaduto — hanno detto 1 magistrati —. Solo dopo questa fase di accertamenti sarà possibile indicare eventuali responsabilità. In piazza Pitti, intanto, anche ieri mattina vigili del fuoco e tecnici della Fiorentina Gas hanno continuato a fare saggi e rilievi sotto il manto stradale. E' stata cosi scoperta una seconda fuga di metano. Oltre a quella Individuata sabato sera a pochi metri dalla facciata del palazzo in un vecchio tubo ormai in disuso ma ancora collegato alla rete, ne è stata trovata un'altra nella parte bassa della piazza. A far insospettire i tecnici era stato un evidente avvallamento nel terreno in coincidenza con la zona dove sono soliti parcheggiare i pullman turistici. Proprio sotto l'avvallamento passa una conduttura del metano. Si pensa che proprio il peso, del torpedoni abbia in qualche modo compresso il tubo, non difeso da protezioni in muratura ma solo da sabbia e calcinaccio, provocando una lesione da cui il gas è cominciato a uscire. Anche vicino a questa conduttura, come a quella già messa alla luce sabato, corre uno scarico delle acque bianche, E' 11 che. il metano potrebbe essersi incanalato risalendo poi lo scarico della fontanella antica che c'è sulla parete di fondo della stanza dove è avvenuto lo scoppio. Sempre stazionarie le condizioni dei feriti più gravi Teresa Mattesini e Lucia Meoni sono ancora in camera di rianimazione, mentre Luciana Penso (la donna incinta di cinque mesi) è stata trasferita al reparto di chirurgia Insieme alla direttrice del museo, Cristina Piacenti. Francesco Matteini

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