Centro America: adesso gli Usa temono un «secondo Vietnam»

Centro America: adesso gli Usa temono un «secondo Vietnam» Allarmate dichiarazioni del capo per la sicurezza nazionale Centro America: adesso gli Usa temono un «secondo Vietnam» McFarlane preannuncia un'offensiva dei guerriglieri di sinistra «come quella del Tet nel '68» - La Casa Bianca chiede per il Salvador aiuti militari e via libera alla Cia DAL NOSTRO CORRISPONDENTE NEW YORK - Per la prima volta un membro del governo Reagan ha parlato del Salvador come del prossimo Vietnam, sia pure indirettamente, e non ha escluso in caso di estrema necessità un intervento armato degli Stati Uni¬ ti in Centro America. Si tratta del direttore del Consiglio per la sicurezza nazionale della Casa Bianca Robert McFarlane, che in un'intervista alla tv ha preannunclato per 11 prossimo autunno un'offensiva dei guerriglieri comunisti «tipo quella del Tet nel '68», con l'appoggio di Cuba e del Nicaragua, sponsorizzati dall'Urss. McFarlane ha fatto altre gravi affermazioni: 1) che le truppe governative salvadoregne sono in grado di resistere, purché adeguatamente armate, finanziate e addestrate dagli Usa; 2) che di questi aiuti devono fare parte le attività clandestine della Cia. «Il nostro problema — ha detto il direttore del Consiglio per la sicurezza nazionale — è decidere come reagire alla sfida sovietica. Nell'ultimo scorcio di questo secolo dovremo affrontare i tentativi dell'Urss di destabilizzare i Paesi nostri amici, non solo in Centro America. Gli elettori statunitensi vogliono davvero limitare la scelta del presidente alla guerra o alla resa? O vogliono dargli la possibilità di una via di mezzo, le iniziative segrete?* L'alto funzionario dell'amministrazione repubblicana ha inquadrato la crisi in un grande disegno sovietico di «comunistizzare» l'Istmo e indebolire la superpotenza, con gravi conseguenze anche per l'Europa, nonché di impedire la rielezione del presidente, spingendolo a mosse impopolari. Ha sostenuto che i servizi segreti Usa hanno le prove che i 10—12 mila guerriglieri salvadoregni raddoppieranno di numero con l'arrivo di contingenti addestrati a Cuba e nel Nicaragua. Il Washington Post ha scritto che di due generali cubani a Managua uno è addetto alle operazioni nel Salvador, e che 1 guerriglieri sono «consigliati» da suol ufficiali in loco. «Sono convinto che il governo Duarte saprà respingere l'offensiva tipo Tet» — ha concluso McFarlane — ma che a questo scopo abbia bisogno di tutto il nostro appoggio. Se faremo ab¬ bastanza per il Salvador e anche per l'Honduras non sarà necessario che ci coinvolgiamo nel conflitto». Alla domanda se ciò non trasformerebbe 11 Centro America In un altro Vietnam, ha risposto: «Credo fermamente che si possa prevenirlo. Ma gli Stati Uniti difenderanno sempre i loro interessi». Le dichiarazioni di McFarlane hanno cosi confermato la diponibllità del presidente a un confronto con le forze marxiste fuori casa e con l'opinione pubblica e il Parlamento In casa pur di non perdere l'Istmo. Anche per discutere della crisi centroamerlcana, oltre che dell'enorme Indebitamento estero del proprio Paese, si è recato ieri a Washington in visita ufficiale il presidente messicano De la Madrid. De la Madrid è critico della strategia reaganiana, e ha suggerito che «gli Stati Uniti e il Nicaragua compiano entrambi un passo indietro per evitare una guerra». e. c.

Persone citate: De La Madrid, Duarte, Robert Mcfarlane