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Londra, dallo scandalo gay nuovi guai per la Thatcner Il deputato conservatore fermato in un «omosex-club» Londra, dallo scandalo gay nuovi guai per la Thatcner DAL NOSTRO CORRISPONDENTE LONDRA — La signora Thatclier è furiosa perché ha dovuto apprendere dai giornali, con un ritardo di nove giorni, la notizia del fermo in un club «gay» del segretario privato del ministro della Difesa Heseltine, il deputato conservatore Keith Hampson, subito «invitato» alle, dimissioni. L'opposizione laborista ha approfittato di questa nuova «buccia di banana» (come si usa dire qui) sulla quale il governo rischia di scivolare, per mettere sotto accusa i metodi di scelta, e di sorveglianza, dei più stretti collaboratori ministeriali. Ma anche dal fronte del conservatori si muovono pesanti interrogativi sul ritardo con.cui una notizia così delicata e importante è stata comunicata al responsabile del dicastero della Difesa. Il premier ha convocato a Downing Street il ministro de¬ gli Interni, Leon Brittan, per avere spiegazioni. E il colloquio non deve essere stato facile per Brittan. L'unica attenuante cui s'aggrappa Scotland Yard (che si era rifiutata di fare il nome dell'uomo fermato dagli agenti nel «London's gau theatre») è che il deputato era stato rilasciato in breve tempo perché non si era proceduto a una vera e propria incriminazione. Secondo la ricostruzione dei fatti compiuta dalla stampa britannica, il parlamentare conservatore era stato bloccato dopo «un assalto indecente» a un agente in borghese presente, per servizio, nel locale. Malgrado le dimissioni, lo «scandalo» di cui è protagonista imbarazza seriamente il governo tella'Mgriora Thatcher. Incalzata dalle richieste di spiegazioni dell'opposizione, il primo ministro ha ufficialmente neg'àto^che Keith Hampson potesse essere a conoscenza di notizie «confidenziali». Le fonti ufficiali negano quindi che ti segretario del ministro Heseltine potesse rivelare alcunché di attinente alla sicurezza nazionale. Ma Hampson era un elemento facilmente ricattabile; per i suoi «gusti particolari».}Ed era in un posto-chiave del ministero della Difesa. Paolo Patrono