Anche Lucifero ha lasciato i Savoia Vittorio Emanuele è sempre più solo

Anche Lucifero ha lasciato i Savoia Vittorio Emanuele è sempre più solo Accolte le dimissioni dell'ultimo ministro della Real Casa Anche Lucifero ha lasciato i Savoia Vittorio Emanuele è sempre più solo Tutti i vecchi monarchici legati a Umberto hanno preso le distanze dal pretendente al trono - Anche gli esecutori testamentari hanno comunicato la loro rinuncia all'incarico ROMA — «La vita democratica è fatta di incarichi e di dimissioni: in quel che mi è capitato, non c'è nulla di grave Falcone Lucifero di Aprlgltano, 86 anni, ultimo ministro della Real Casa, ha commentato cosi, brevemente, per telefono, la notizia della sua destituzione. L'altra mattina, nel suo appartamento romano con vista sul Tevere, ha ricevuto una lettera col sigillo dei Savola: poche righe, anche se piene del ringraziamenti di rito, per comunicargli che Vittorio Emanuele quarto aveva accettato le sue dimissioni. La risposta inattesa a un atto rituale (come rappresentante di Umberto, il marchese Lucifero si era sentito obbligato a rassegnare il suo mandato dopo la morte dell'ex sovrano) e, nello stesso tempo, il segno di quanto profonde si stiano facendo le divisioni tra le esigue falangi del monarchici italiani. Negli ultimi mesi l'Umi, unica formazione di una certa consistenza, aveva vissuto una lunga serie di dimissioni. Vittorio Emanuele, ultimo aspirante al trono d'Italia, aveva visto allontanarsi uno ad uno 1 gentiluomini che erano stati per anni vicini al padre: prima Francesco Scoppola, poi 11 conte Solaro del Borgo. E ancora 1 clam bellanl Matlavelli e Radice, il conte D'Amelio, fino al segretario generale dell'Uml, Sergio Boschero. Un vuoto che adesso, con la lettera che ha inaspettatamente accolto le dimissioni di Lucifero, si fa completo. Quasi a sottolinearlo, proprio in questi giorni Simone di Bulgaria e Maurizio d'Assia, esecutori del testamento di Umberto, hanno comunicato alla presidenza del Consiglio la loro rinuncia Vittorio Emanuele e sua moglie, Marina Dorla, sembrano dunque aver perso la stima del fedelissimi di Casa Savoia. E' anzi probabile che il trattamento riservato ad un personaggio del peso e della fama di Falcone Lucifero sia destinato adesso a provocare nuove rimostranze da parte di tutti coloro che non nello «scapestrato» Vittorio Emanuele, ma nel suo cugino Amedeo d'Aosta, vedono l'erede più degno delle tradizioni reali. Calabrese, laureatosi giovanissimo in legge, iscritto al Partito socialista fin dal 1921, Falcone Lucifero era stato costretto dal fascismo ad abbandonare ogni attività politica. Si era rifugiato nella professione, e negli studi giuridici. Nel '44, ministro dell'Agricoltura nel governo Badoglio, si era recato dall'allora principe ereditarlo per una visita di cortesia. Qualche giorno dopo era stato prosato di tornare da Umberto % si era sentito proporre l'incarico di ministro della Real Casa: «Le chiedo di aiutarmi, di lavorare per la nostra Pa¬ tria. Ci aspettano ore molto dure». Fu l'inizio di un'attività durata poco meno di quarantanni. L'ultimo atto formale del suo incarico, il marchese Lucifero l'aveva compiuto nello scorso ottobre, accompagnando In Vaticano Maria José e le figlie, per consegnare a Giovanni Paolo II un altro lascito di Umberto: la •Rosa d'oro della cristianità», che Pio IX aveva donato alla regina Elena. L'altra mattina, quando ha ricevuto la lettera, il ministro della Real Casa si accingeva a partire per le zone terremotate, dove avrebbe espresso alla gente il cordoglio di Casa Savola. «£' evidente — ha commentato — che a questo punto devo mutare programma». S- o o e i , o . o , o e l l

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