Dai rubinetti made in Novara ritorna a sgorgare il denaro di Sandro Doglio

Dai rubinetti macie in Novara ritorna a sgorgare il denaro / Come risponde l'industria al vento della ripresa economica Dai rubinetti macie in Novara ritorna a sgorgare il denaro DAL NOSTRO INVIATO NOVARA — TJ clima economico tende a mutare verso il positivo, dopo lunghi mesi di incertezze e di cadute. Su questo non ci sono dubbi (tranne 1 casi di qualche 'isola* tuttora in crisi profonda e qualche settore industriale che ancora ha difficolta a intravedere la ripresa). Ma quanto è solido, quanto sarà duraturo questo rilancio che si comincia ad avvertire qua e là? Quanto può incidere sull'andamento economico del mesi, degli anni a venire? Che cosa bisogna fare per sostenerlo? Ogni settore, al limite ogni area, ha risposte e possibili soluzioni proprie: la situazione generale fa da cornice, al più da stimolo, ma la somma del casi singoli sarà 11 vero risultato dell'eventuale ripresa. Ecco dunque un piccolo campionario delle situazioni del problemi, colti in un' area — come è quella piemontese — che di industria prevalentemente vive. Ed ecco, per cominciare l'indagine, un minuscolo settore, territorialmente concentrato e che In passato ha dato lavoro e prosperità a tutta un'area: le rubinetterie del Novarese, anzi del lago d'Orla. Cento aziende tra piccole e grandi; qualche migliato di addetti in tutto (poca gente, In assoluto, ma una moltitudine se misurata alla zona In cui le fabbriche sorgono); strutture medio-piccole (da 30 a 300 dipendenti), un giro d'affari che supera i 300 miliardi, di cui oltre il 60% proveniente dall'export. Qui è concentrata quasi metà della produzione italiana di rubinetti, valvolame e di un certo tipo di accessori per i bagni e gli impianti igienico-sanitari. I rubinettal — tecnicamente, almeno, si chiamano cosi — sono gli eredi di un'antichissima Industria metalmeccanica che secoli fa si Impiantò In Valduggia, a cavallo tra la Valsesla e 11 Cuslo. Allora fabbricavano campane, che venivano portate in tutta Italia e anche in tutto il resto del mondo. Dalle fonderie di campane è nata l'arte dei rubinetti. Nomi grossi: Zucchetti, Stella, Olacomlni (soprattutto nel valvolame), ecc. Uno spicchio di quelle attività industriali che rappresentano In una certa misura l'eterno •miracolo' dell'Italia. Questa industria ebbe un boom negli Anni Sessanta e Settanta: -Ci fu allora una crescita quasi esponenziale — dice il dott. Rinaldo Padda, direttore dell'Associazione industriali di Novara —, ma poi la crescita si è arrestata».; La crisi generale, la crisi edilizia soprattutto, furono sul punto di ridurre sul lastrico 11 settore. E adesso? Nessuno fa del trionfalismo, ma il peggio sembra passato: qualche Industriale non nasconde i segnali di ripresa, altri avanzano un cauto ottimismo sulle prospettive del mesi a ventre. Merito della -ripresa generale»ì «Certo, ma anche della nostra capacità di saper cogliere le rinnovate esigenze del mercato», sottolineano a Omegna. Anche i rubinetti stanno Infatti cambiando: slamo arrivati — nessuno sa fare il conto preciso — alla terza o alla quarta generazione: sono stati inventati miscelatori sofisticati, è stato adottato il colore, si è tentato di rilanciare 11 prodotto — anche con campagne pubblicitarie impegnative a livello nazionale — come un bene di consumo e di prestigio, non soltanto come una banale necessità casalinga; si sono soprattutto meglio sfruttate le faticose vie dell'esportazione (che rappresentano uno dei maggiori sfoghi alla produzione odierna). Piccoli e spesso sconosciuti imprenditori del lago d'Oria riescono a vendere forniture di rubinetti (in certi casi anche in oro e in altri metalli preziosi) agli sceicchi arabi o a trovare or dlni per migliaia di pezzi In contrade lontane come l'India e il Sud-America. Ma è vera ripresa? E soprattutto, può. durare e dare frutti nel tempo? Il rischio vero è che si tratti di una fase positiva che segue una lunga notte di crisi, non di una vera riapertura delle prospettive di produzione • Temo che questo comparto ragioni ancora un po' troppo con la mentalità degli Anni Sessanta — dice 1) dott. Fad da —; occorro invece, ora, plii concentrazione di tipo produttivo e nei sistemi di acquisto e vendita. E' logico che cento aziende acquistino per esempio separatamente la materia prima che è uguale per tutti? Non è forse il mo-t mento, sull'esperienza di ciò die capita nel mondo, di pensare meno a vendere il prodotto finito e a sfruttare invece le proprie indiscusse capacità di know how? La politica di vendite non si dovrebbe più fare andando di paese in paese con il tradizionale campionario, bensì con i disegni degli impianti, con le capacità di costruire addirittura stabilimenti. La Cina — è un esempio — difficilmente comprerà rubinetti a milioni, ma potrebbe essere indotta invece ad acquistare da noi la tecnologia per crearsi dieci, venti stabilimenti propri». Sandro Doglio

Luoghi citati: Cina, India, Italia, Novara, Omegna, Valduggia