A Mosca un mediatore del Cio ma il fronte del «no» cresce di Fabio Galvano

A Mosca un mediatore del Ciò ma il fronte dei «no» cresce Anche Vietnam e Mongolia boicotteranno le Olimpiadi negli Usa A Mosca un mediatore del Ciò ma il fronte dei «no» cresce 11 messicano Vazquez Rana cerca di preparare un incontro tra Cernenko e Santaranch - Il Cremlino avrebbe riunito tutti i responsabili dello sport dei Paese «fratelli» DAL NOSTRO CORRISPONDENTE MOSCA — Si Incrociano a Mosca le vie della mediazione e del boicottaggio olimpico: da ieri sera, e per quattro giorni, è in questa capitale del «niet» a Los Angeles il messicano Mario Vazquez Rana, presidente dell'Associazione dei Comitati olimpici, mandato in avanscoperta dal presidente del Ciò, Juan Antonio Samaranch, a sua volta atteso a Mosca nei prossimi giorni. Qualcuno dice che in serata Rana abbia già avuto un primo colloquio con 11 ministro sovietico per lo Sport (e presidente del Comttato ollnv plco sovietico), Marat Ora mov; sicuramente lo Incontrerà oggi. Ma in questa città, che quattro anni fa subì il boicottaggio e che oggi lo restituisce agli Usa, ci sarebbero anche 1 responsabili sportivi di tutti 1 Paesi politicamente legati a Mosca, qui convenuti—si dice — per mettere a punto nei particolari la linea del .niet», mentre a uno a uno (ultimi il Vietnam e la Mongolia) annunciano la loro defezione da Los Angeles. Tutto ciò accade In un clima sempre piti teso, che fa apparire quanto mal improbabili le chances di un «ripensamento» sovietico: nulla si dice, per esemplo, della lette¬ ra di Reagan, che secondo Samaranch potrebbe alterare la situazione, e il cui testo — Invero estremamente distensivo — è stato reso noto ieri a Losanna, Al contrarlo, l'agenzia Tass attacca duramente 11 presidente Reagan e 11 suo ipocrita dispiacere», In quella che appare come la definitiva chiusura sovietica ■ di qualsiasi spiraglio. Lunedi prossimo il ministro Oramov, nella veste di presidente dei Comitato olimpico sovietico, sarà protagonista a Mosca di una conferenza stampa In cui, secondo alcuni suol collaboratori, vorrà «elaborare» sulla posizione dell'Urss: et si domanda però, In questa Mosca percossa da ogni sorta di dubbi, che cosa egli potrebbe dire se non rafforzare il nieU del Cremlino. Vazquez Rana è si portavoce del presidente olimpico, ma il suo peso non può essere determinante; soprattutto, si osserva in ambienti diplomatici di questa capitale, egli appare oggi in diretta competizione con la riunione del capi sportivi del mondo comunista (riunione della quale si hanno indicazioni e conferme da Praga, da Varsavia, da Budapest, anche da Pyongyang, ma non qui a Mosca) che nelle attuali circostanze potrebbero semmai inasprire, non smussare, le asperità del boicottaggio alle Olimpiadi. Entrano intanto in scena, per'condv.nnare gli Usa, numerosi altri sportivi che si af fiancano a quelli del giorni scorsi: la saltatrlce in alto Tamara Bykova, addolorata ma ferma nella sua condanna dagli schermi televisivi; l'ex olimpionico di tuffi Vladimir Vasln, che dalle colonne della Komsomolskaja Pravda accusa la «canaglia antlsovletlca» di voler uccidere gli atleti di Mosca («Come si può parlare di competizione e di amichevole rivalità negli stadi quan¬ do, oltre a quella dello starter, ci può essere uria pistola vera nelle tribune?»); 11 vicepresidente della federazione internazionale di lotta, Aleksandr Novlkov. E, con loro, ecco i giornali uscire dalle ombre Incerte del primi giorni: Sovetskaja Rossija, per esempio, che In uno del suol numerosi articoli sull'argomento accu sa un gruppo anticubano di Los Angeles di «volersi vendicare dell'aereo sudcoreano»; la Komsomolskaja Pravda, la Pravda stessa, con lettere di un pubblico furente, espres sione di una bene orchestrata unanimità. Fabio Galvano

Persone citate: Aleksandr Novlkov, Cernenko, Juan Antonio Samaranch, Mario Vazquez Rana, Rana, Reagan, Vazquez Rana, Vladimir Vasln