I nemici in casa di Gheddafi

I nemici in casa di Gheddafi Integralismo musulmano e difficoltà economiche gonfiano l'opposizione al leader libico culminata nell'attacco di martedì I nemici in casa di Gheddafi Di tendenza islamica erano gli autori del raid e gli studenti impiccati in aprile - Anche il popolo contesta alcuni aspetti della «rivoluzione permanente» - Il Congresso ha bocciato i progetti di legge su divorzio, servizio militare per le donne, istruzione elementare «in famiglia», riforma dei Comuni - L'austerità, la scarsità di generi alimentari, i licenziamenti provocano malcontento - Il colonnello: «Ormai ogni libico si crede Dio» NOSTRO SERVIZIO TRIPOLI — Gli scontri di martedì tra un gruppo di oppositori Islamici e le forze dell'ordine libiche non sembrano aver avuto seguito. Giornali, radio e tv non ne parlano più, né sono state organizzate manifestazioni popolari di condanna per i •traditori: La vita a Tripoli è ripresa normalmente; squadre della protezione civile hanno sgomberato le famiglie che abitavano l'edificio semidistrutto dall'artiglieria e dai proiettili della .guardia rivoluzionaria». L'altro giorno, Gheddafi ha passeggiato nel centro della città, chiacchierando con i passanti e rispondendo alle domande del glor nallstl che ha incontrato. E' come se si cercasse di sdrammatizzare una vicenda che ha destato sensazione più all'estero che in Libia. mass-media non hanno precisato il colore politico degli op positorl uccisi o arrestati, li mitandosl a definirli «agentidi potenze straniere. Uno di quelli il cui nome è stato reso pubblico, Ahmed Hawass, un ex diplomatico notissimo nella classe politica. Faceva parte del Pronte nazionale per la salvezza della Libia, di tendenza islamica, diretto dall'ex ambasciatore in India Magharlaf, fuggito alcuni anni fa. Anche gli studenti giustiziati il 16 aprile scorso dai loro compagni sul campus dell'università, di Tripoli erano membri di organizzazioni islamiche (Pronte di liberazione islamico e Avanguardia islamica). La loro condanna a morte non è mal stata annunciata ufficialmente, e la tendenza politica dei giustiziati viene indicata dalle autorità solo in privato. Chiaramente, non si vuole dare alcuna pubblicità a una linea ideologica che rischia di cementare gli scontenti di ogni colore. L'Islam tradizionalista che Gheddafi combatte ha indubbiamente molti adepti in un Paese da poco avviatosi verso la modernizzazione. L' esempio più vistoso di questo fenomeno è venuto in gennaio dal Congresso generale del popolo, una specie di Par- lamento che unisce 1 rappresentanti di tutti gli strati della popolazione. Più volte l'Assemblea ha sfidato la «guida della rivoluzione», respingendo a schiacciante maggioranza quattro progetti di legge al quali Gheddafi annetteva una particolare Importanza. Il disegno per regolamentar re il divorzio ha suscitato una levata di scudi: il colonnello aveva fatto una campagna in favore dell'eguaglianza tra uomini e donne, concedendo alle donne il diritto di denunciare il marito per adulterio e di avviare una causa di separazione, privilegi riservati soltanto agli uomini dalla sfiorici, la legislazione musulmana attualmente in vigore. Gheddafi è stato sconfessato anche sulla proposta che la donna divorziata ottenga d' ufficio la proprietà esclusiva dell'alloggio in cui la coppia abitava, la metà dei redditi dell'ex marito e la custodia del figli. Anche 11 progetto di legge sul servizio militare obbligatorio indistintamente per giovani e ragazze è stato respìnto a grande maggioranza. Il colonnello Gheddafi ha ammesso l'altro giorno di fronte a me che la coscrizione femminile è Impopolare, ma la giudica indispensabile per realizzare il suo progetto di un «popolo in armi» destinato ad abolire l'esercito regolare, che non perde occa sìone di definire «potenziai mente fascista». Nel novembre scorso, un ammutinamento è avvenuto nella Scuola militare riserva ta alle donne, molte delle quali arruolate contro la loro volontà. La scuola, subito chiusa per porre fine agli scontri, è stata riaperta alcune settimane dopo in seguito ad una contromanitestazione organizzata dalle fautrici del¬ le teorie di Gheddafi. All'epoca, erano circolate voci, verosimilmente fantasiose, sul suicidio di donne libiche, disperate perché le figlie venivano trascinate «sulla via della corruzione». Negli ambienti tradizionalisti si afferma'Infatti che le donne soldato hanno cattiva fama, e che hanno difficoltà a trovare pretendenti. Centinaia di maestre appena uscite dall'Istituto magistrale l'estate scorsa hanno rifiutato di firmare 1 contrat¬ ti d'assunzione per non dover seguire i corsi di addestramento militare, obbligatori nelle scuole. Molti professori stranieri hanno scelto di lasciare il Paese per altri motivi, soprattutto economici. Quelli rimasti sono stati suddivisi fra elementari e medie: nelle ultime, le lezioni sono garantite solo tre giorni la settimana. All'inizio del corrente anno scolastico, mancavano 6500 insegnanti elementari. Per risolvere questa crisi, Gheddafi ha presentato un plano di riforma a dir poco insolito: la scuola elementare doveva essere svolta a casa dalle madri di famiglia, molte delle quali, detto fra parentesi, sono analfabete. La proposta della «guida della rivoluzione» ha provocato la protesta generale, e anch'essa è stata respinta alla quasi unanimità non solo dal Congresso generale del popolo, ma anche dalla maggior parte dei «Congressi popolari di base», che l'avevano prima discussa in tutto il Paese. Quarto e ultimo sgarbo alla «guida della rivoluzione»: il Congresso generale del popolo ha rifiutato di prendere in considerazione il progetto di legge destinato a ridurre da 25 a 14 le amministrazioni comunali del Paese, che sarebbero cosi state poste sotto la tutela dei 14 governatorati creati recentemente. La «democrazia diretta» instaurata nel '77 nella Jamahiriyah (Repubblica delle masse) sta dunque scivolando verso la contestazione o la sistematica opposizione? La tentazione di crederlo c'è, seguendo 1 quotidiani dibattiti diffusi in diretta dalla tv e che avvengono nel vari «Congressi popolari di base» al quali tutti i cittadini delle città e dei villaggi possono e dovrebbero partecipare. In questo modo si vengono a sapere le lagnanze della popolazione per le crescenti difficoltà economiche e sociali che incontra. L'austerità Imposta dal crollo del proventi petroliferi, ridotti alla metà rispetto al boom del '74, è un'idea difficilmente assimilabile in un Paese che ha conosciuto un periodo di prosperità eccezionale. Le tensioni si esasperano ad ogni nuovo provvedimento: le paghe dei lavoratori e gli stipendi degli statali sono stati bloccati, e spesso in pratica ridotti con la soppressione di varie gratifiche e agevolazioni, mentre il costo della vita è In continuo aumento. I prezzi dei generi di prima necessità, salvo quelli sovvenzionati dallo Stato, vanno dal doppio al quintuplo rispetto all'Europa. Grazie ai costosi progetti di sviluppo realizzati negli ultimi anni, 11 Paese è in teoria autosufflclente nella produzione di verdura, frutta, carne e pollame. Ma la scarsità di prodotti che si può constatare nel supermercati statali, favorita da una burocrazia particolarmente incompetente e anche dalla crescita del mercato nero, Irritano le classi meno abbienti. La nazionalizzazione del commercio al dettaglio e dei plurisecolari suk non è certo uno dei provvedimenti più popolari del colonnello Gheddafi. Per la prima volta dall'instaurazione della Repubblica, 15 anni fa, non è più garanti¬ i l , ¬ ta l'occupazione. Ora si parla di licenziare circa 25 mila Impiegati e operai soltanto nelle amministrazioni comunali. Gli edifici occupati dal ministeri verranno trasformati In case d'abitazione, e gli occupanti trasferiti in locali più modesti. Un numero imprecisato di funzionari considerati inutili verranno «integrati nella produzione». La prospettiva di andare a lavorare in fabbrica o nei campi non entusiasma affatto questa categoria. Per la prima volta, Inoltre, 11 governo favorisce la partenza dei lavoratori immigrati, soprattutto rlducendo le somme che avevano il diritto di mandare in patria. All'inizio dell'anno, il mancato rinnovo del permesso di soggiorno ha costretto 7 mila tunisini a lasciare 11 Paese. I tunisini, numerosi nei servizi stradali, sono stati sostituiti da Ubici, poco portati ai lavori subalterni. Sarebbe inoltre stato deciso di ridurre alla metà i «cooperanti» stranieri, civili come militari. Già circa 1300 sovietici e una sessantina di francesi hanno dovuto cedere il loro posto a dei Ubici. Questi non mancano affatto di criticare, a volte duramente, 11 loro governo. L'altra sera si sono visti in televisione 1 membri di un «Congresso popolare di base» denunciare con violenza le spese di lusso dell'esercito, gli sprechi, Il nepotismo, la corruzione. Chiaramente Gheddafi, divenuto cantore dell'«iniziativa delle masse», non apprezza affatto l'ondata di contestazione e intende contenerla entro limiti tollerabili. Il fatto che quattro suoi progetti di legge siano stati respinti dal Congresso generale del popolo l'ha reso furibondo. Poco dopo, ha pronunciato un violento discorso nel quale ha esortato le assemblee di base a epurare l «reazionari» e i «controrivoluzionari» che, a suo parere, frenano la modernizzazione del Paese. «La democrazia diretta che abbiamo instaurato ha generato pericolose illusioni», mi ha detto. E ha aggiunto: «Ogni libico si comporta ormai come se fosse un dio». Eric Rouleau Copyright «Le Monde» c per l'Italia «La Stampa»

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