Ci mancherà l'invenzione di Pankow di Gianni Romeo

Ci mancherà P«invenzione» di Pankow Ci mancherà P«invenzione» di Pankow La Germania Est si affacciò alle competizioni internazionali a metà Anni 60 - Da allora valanga di successi Fu un'occasione di sport a far sventolare per la prima volta la bandiera della Germania Est: era la metà degli Anni Sessanta, si disputava a Bolzano un incontro internazionale di tuffi. Da allóra proprio lo sport divenne il miglior ambasciatore della .repubblica di Pankow», che conquistò rapidamente notorietà con risultati eccellenti in ogni disciplina: 20 medaglie d'oro (66 complessive) ai Giochi di Monaco 1972, i secondi ai quali partecipava staccata dalla Germania Ovest; 40 successi a Montreal 1976, sei addirittura in più degli Stati Uniti (e 90 medaglie complessive), 47 a Mosca 1980 (127 in totale). L'attenzione della Germania Est (più nota oggi anche negli stadi come Ddr, da Deutsche Demokratische RepublikJ nei confronti dello sport non fu dettata fin dagli inizi da amore disinteressato; i tedeschi orientali seppero intuire con vent anni dì anticipo l'importan¬ za che il mondo moderno avrebbe dato sempre di più alle grandi competizioni e fecero in modo di prepararsi ad esse in modo scientìfico, impegnando la scuola superiore dello sport di Lipsia, ma anche le università di medicina e Ingegneria per studiare sotto ogni angolazione il problema uomogara. Inventarono tecnologie sopraffine, gli slittini ed i bob più aerodinamici, le barche più veloci per il canottaggio, ed ancor oggt il resto del mondo non ha colmato il gap. Ma questa nazione ha .inventato» soprattutto uomini e donne straordinariamente dotati, capaci di battere il resto del mondo nel nuoto, nell'atletica, nel canottaggio, nel ciclismo su pista. Uomini e donne che all'aiuto della scienza hanno aggiunto motivazioni personali come la scalata sociale, formando una miscela imbattibile. Un esempio per tutti: lo scorso agosto al campionati europei di nuoto, a Roma, si disputarono dodici gare femminili. Le tedesche dell'Est vinsero dodici volte e altre dodici si classificarono seconde, soltanto perché non potevano iscrivere più di due atlete per ogni gara... La premessa è necessaria per dire che a Los Angeles V assenza di questa nazione popolata come un quarto dell'Italia si farà sentire come quella dell'intera tagrnp Unione Sovietica. Soprattutto in campo femminile, atletica e nuoto diventano gare di .serie B». Citiamo qualche nome in rappresentanza di tutte: non ci sarà Marita Koch, una ventisettenne studentessa in medicina di Rostock die nel 400 metri sarebbe in grado di lottare per le prime posizioni nel campionati Italiani maschili, forte di un primato mondiale di 48"15 sul giro di pista che fino a qualche tempo fa era limite impensabile per una donna. Non ci sarà la sua .gemella» Marlies Gohr, che lia saputo correre i 100 In 10"88 elettronico, pur con la sua taglia ìiiinuta. Nell'atletica maschile mancheranno fra gli altri i fieri avversari di Alberto Cova nel 10.000 ai campionati mondiali dt Helsinki, Scliildhauer che fu secondo e Kunze terzo, cosi come mancherà nel nuoto .misto» il più tenace rivale europeo di Franceschi, Berndt, e nei 100 stile libero il .pesce» Woite. Ma un elenco sarebbe arido, e dovrebbe essere per forza di cose molto lungo. Senza i tedeschi orientali inanellerà soprattutto V uomo o la donna preparato, vitaminizzato, allenato e aiutato anche chimicamente da medicine segrete come nessun altro. Mancherà il punto di riferimento con la scienza applicata allo sport. Gianni Romeo -ne ■n È 1 Marita Koch, stella dell'atletica della Germania Est (Tclcfoto)

Persone citate: Alberto Cova, Franceschi, Kunze, Marita Koch