Storia in telecronaca di Gianni Vattimo

Storia in telecronaca NUOVI METODI PER INDAGARE GLI EVENTI Storia in telecronaca Se, in occasione della pubblicazione degli'ultimi due volumi della monumentale opera su // mondo contemporaneo diretta da Nicola Tranfaglia (edizioni La Nuova Italia; in tutto, dicci volumi in diciannove tomi, tutti pubblicati, con saggi di specialisti italiani e stranieri) volessimo provare a domandarci quali siano i tratti caratteristici del mondo d'oggi come gli storici ce lo rappresentano, dovremmo probabilmente riconoscere che le indicazioni decisive si trovano proprio in questi due volumi conclusivi. Può sembrare para- (Cdossale, giacche questi volumi r,sono dedicati a «Questioni di metodo»: non dunque alla descrizione di fatti o situazioni di storiche specifiche, ma alla discussione dei modi in cui, nella storiografia e nella mentalità comune, si costruisce l'immagine del passato, più o meno vicino, che costituisce il campo di studio della storia contemporanea. Eppure, proprio nelle pagi ne dei vari saggi dedicati ai problemi del metodo si trovano gli clementi essenziali per tentare una risposta alla domanda circa l'essenza del mondo contemporaneo. Mettere in questione i metodi della storiografia vuol dire riconoscere che le vie e i modi in cui gli storici costruiscono l'immagi ne della storia non sono più chiari e fuori discussione, ma che pongono problemi e difficoltà nuove. Ora, questo è proprio ciò che accade oggi specialmente agli studiosi che si occupano della storia recente. Per la loro formazione, essi erano abituati a fondare la ricostruzione del passato su certi generi di «fonti» (archivi pubblici e privati testi di leggi, costituzioni, trattati, memorie, lettere: principalmente fonti scritte); ma coquMfinbemesioscpustsoqdotequindena a mcrbsappucutemccinilpper quanto riguarda eventi re- cocenti, le fonti possono essere, mc spesso sono prevalentemen¬ te, di genere diverso: oltre alla stampa quotidiana — che resta unaj&ivtc scritta, anche se di genere del tutto peculiare — ci;sono la fotografia, il documentario cinematografico e quello televisivo. Si pensi a quanto rilievo hanno avuto, in certi fatti della nostra storia — l'assassinio di Kennedy o la guerra del Vietnam — i documenti cinematografici e televisivi, sia per quanto riguarda la ricostruzione successiva, sia anche, e ciò è importante, nel determinare il corso degli eventi stessi nel momento in cui accadevano; non c'è dubbio che la grande impopolarità dell'impresa vietnamita nell'opinione pubblica americana fu anche determinata dall'evidenza con cui i servizi televisivi mettevano sotto gli occhi di tutti, per la prima volta nella storia dell'umanità, gli orrori della guerra nel momento stesso in cui si compivano. Se ammettiamo, come fanno Tranfaglia e i suoi collaboratori (alcuni dei quali dedicano ampi saggi a studiare l'importanza di cinema, stampa mass media per la storia), che proprio il presentarsi di queste nuove «fonti» della storia costituisce uno degli aspetti essenziali (secondo noi, anzi, 1 aspetto determinante) delle «questioni di metodo» che stanno di fronte agli studiosi del mondo contemporaneo, non sarà difficile vedere che tali questioni di metodo possono offrire un'indicazione de¬ mcaifshlzofdcisiva circa l'essenza di questo |mondo. Tale mondo si definisce sempre più come «quello in cui l'immagine 'ella storia viene | (.ostruita, nel momento stesso | in aii si fa. attraverso mezzi ignori tV.r epoche precedenti della nostra civiltà. Siamo, an- a cora una volta, di .fronte a quella trasformazione che McLuhan ha indicato come la fine della «galassia Gutenberg», cioè la sostituzione dei media elettronici — la telcvi sione anzitutto — alla parola scritta e stampata Da questo punto di vista, si può persino ipotizzare che la storia contemporanea non sia solo, nel senso più ovvio, quella che si occupa del mon do di oggi e del passato reeen te, ma più profondamente quella che studia quel mondo in aii tutti'gli eventi, a causa dei nuovi mezzi di informazione di cui disponiamo, tendono a diventare «contemporanei» a riportarsi sul piano della simultaneità propria delle telecronache dirette, rese accessibili a tutti mediante l'uso dei satelliti. Anche senza voler seguire più avanti questi spunti, che potrebbero condurci a vedere un vero e proprio «corto circuito» della storia nel mondo tecnologico avanzato, possiamo però almeno prendere atto che osservazioni come queste ci mettono in grado di capire in maniera meno superficiale il significato della tecnologia per la definizione del mondo con,cmporaneo. Tutti pernia, mo e diciamo che *^ostrc a e e e o o l r ò e el o; e ta aro a à, oinonostro mondo è dominato dalla tecnica; ma spesso non riflettiamo abbastanza che il modo più imfiòherirc in cui la tecnica in fluisce sulla nostra esistenza soprattutto negli ultimi anni ha da fare con l'elaborazione la trasmissione delle informazioni. Le tecnologie avanzate, oggi, sono tutte legate all'informatica: esse permettono un dominio più efficace della natura esterna (che è sempre stato il terreno di applicazione iella tecnica nel passato) me diantc un trattamento più rapido, sistematico, coordinato delle informazioni — cioè del le immagini che noi ci facciamo del mondo. Si vede cosi che l'essenza tecnologica del mondo contemporaneo non consiste solo nella quantità di macchine di cui l'uomo dispone per dominare la natura, ma soprattutto nel fatto che queste macchine determinano modo del tutto nuovo il costi tuirsi e il trasmettersi dcll'im magine del mondo. fecaogmpcstanmsuzdmmsumsgt Ecco perché le «questioni metodo» che stanno di fronte agli storici dell'età contemporanea sono ben più che questióni di metodo; hanno fare con i tratti essenziali Jcll'cpoca in cui viviamo e contribuiscono a rendercela comprensibile. Certo, il dibattito metodologico degli storici ha oggi anche altre dimensioni (teoriche, politiche) oltre a queste legate alla nascita dei mass media. Ma non è improbabile che anche queste altre dimensioni del problema si lascino riportare, in ultima analisi, al fenomeno base delle comunicazioni di massa. Come in ogni epoca, anche oggi l'immagine che ci facciamo del passato è profondamente concionata dalle vicende della storia presente. Ma la novità assolutamente originale del nostro tempo è che, in esso, 1' mmagine del mondo c del suo passato ha acquistato, grazie ai nuovi media, la capacità di influire in modo assolutamente decisivo sui comportamenti attuali, dunque sulla storia in atto. Ciò configura un vero e proprio nuovo modo di vivere e di pensare la storia, con cui non soltanto gli storici di professione si trovano a dover fare i conti. Gianni Vattimo McLuhan visto da Levine (Copyright n.y. rpmcw ot Books. opcr,Ml""llc|lcr -'«stampa.)

Persone citate: Gutenberg, Kennedy, Levine, Mcluhan, Nicola Tranfaglia, Tranfaglia

Luoghi citati: Italia, Vietnam