Basterà avere pochi milioni di Bot per perdere gli assegni familiari?
Basterà avere pochi milioni di Boi per perdere gii assegni familiari? Sorpresa (ma di difficile attuazione) in un decreto del governo Basterà avere pochi milioni di Boi per perdere gii assegni familiari? ROMA — Il principio sembra inconsistente e iniquo, gli effetti praticamente nulli. Eppure il governo ha fatto tornare a galla un provvedimento piuttosto singolare nonostante fosse stato accantonato mesi fa: tutti coloro che da metà giugno vorranno usufruire di agevolazioni sociali come gli assegni familiari o una casa popolare, di ticket per 1 farmaci o per le analisi cllniche, di detrazioni, fiscali legate a determinati redditi, dovranno presentare una autodenuncia nella quale si impegnano a non avere titoli di Stato (Bot, Cct ecc.), fondi comuni di investimento o interessi bancari che forniscano un reddito superiore a 2 milioni oltre quello che si ricava dalle dichiarazioni annuali. L'ammontare del reddito aggiuntivo resterebbe sconosciuto. Al ministero del Tesoro negano recisamente che la mossa sia l'anticamera della tas sazione dei Bot: «Fino a quando Goria sarà ministro non se ne parla proprio». La questione, si dice, è che si tratta di affermare un principio importante, ovvero 11 cittadino che utilizza 1 benefici concessi dallo Stato deve rendere trasparente il rapporto e attestare con un documento scritto se è veramente povero: .Non si può continuare a gridare contro il deficit pubblico e poi aggirare le regole del gioco». Ma è veramente cosi? Innanzitutto non si capisce perché 11 governo abbia agito con un vero e proprio colpo di mano inserendo di soppiatto l'articolo 2 che a suo tempo era stato cancellato dalla legge finanziarla per le polemiche che aveva suscitato dentro e fuori la maggioranza, Una iniziativa quanto meno sospetta catapultata all'ultimo momento nel decreto poi messo a punto dal ministro della Sanità Degan «in materia di assistenza farmaceutica e di prestazioni di diagnosti ca». Un provvedimento che appare inutile e demagogico e che colpirebbe ancora una volta proprio 1 piccoli risparmiatori: lo Stato infatti non ha alcuno strumento per verificare la bontà dell'autodenuncia, senza contare che dopo la pubblicazione del «li¬ bro bianco» sull'evasione fiscale, quale lavoratore dipendente metterebbe nel mirino della pubblica amministrazione il gruzzolo risparmiato a fatica e Investito In Bot non tassabili? A meno che non si voglia stravolgere 11 principio del segreto bancario ma probabilmente nessuna forza politica democratica sarebbe capace di imporlo. Non è escluso, dunque, che per la seconda volta l'articolo 2 del decreto venga rimesso nel cassetto dal Parlamento. Cosi come è impostato il provvedimento ricadrebbe su coloro che maggiormente si rivolgono allo Stato per I servizi più modesti e necessari (farmaci, case ecc.) e che sulla carta sono i meno abbienti. I ricchi veri — e non a caso in questi ultimi tempi il dibattito politico è stato animato da coloro che giustamente volevano cominciare a tassare le grandi fortune — che possiedono miliardi investiti in Bot o all'estero non si mettono certo in graduatoria per una casa popolare, né fanno la fila alle Usi per l'acquisto di un po' di farmaci. Il nuovo obbligo entrerà In vigore tra un mese e mezzo e prevede anche delle sanzioni: Il dichiarante è tenuto, oltre che alla corresponsione delle somme non pagate, alla restituzione di quanto percepito e al pagamento delle prestazioni ricevute, al pagamento di una pena pecuniaria pari a cinque volte l'importo delle somme indebitamente percepite e non pagate». In altre parole se l'autodenuncia sarà falsa il cittadino dovrà pagare anche gli arretrati. Entro 1 prossimi 30 giorni 11 governo emanerà 1 decreti che conterranno le caratteristiche e i termini di presentazione Celle dichiarazioni (non c'entra la dichiarazione del redditi). Ogni amministrazione dovrà elaborare un proprio modello: sanità, lavoro, lavori pubblici. Un altro castello di carte sulle quali la malridotta macchina dello Stato sarebbe impotente. Tutto questo lascia prevedere che la discussione scoppiata in Parlamento alla fine dell'anno si ripeterà ed è assai verosimile la cancellazione dei tre paragrafi dell'articolo 2. e. pa.
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