Gheddafi: la farò pagare

Gheddafi: la farò pagare Intervista con il leader libico la notte dopo l'attacco Gheddafi: la farò pagare «Usa e Inghilterra danno asilo non a oppositori, ma a terroristi, e li armano, con la collaborazione del Sudan» - «Gli manderemo in cambio la nostra rivoluzione» «La dittatura del nostro popolo è tirannica, ma segna l'inizio di una nuova era» NOSTRO servizio TRIPOLI — Al volante della sua auto, un mitra sul sedile accanto, il colonnello Gheddafi parcheggia all'ingresso del centro ippico, a una decina di chilometri da Tripoli. Esce raggiante, saluta allegramente 1 collaboratori che lo attendevano e si avvia con passo deciso verso 11 galoppatolo. Un gruppo di cavalieri (ufficiali dell'esercito) lo accoglie e lo applaude .chiamandolo per nome, Muammar, gli corre incontro per abbracciarlo, congratularsi per la «vittoria sui nemici del popolo». "Abbasso il fascismo», scandiscono 1 giovani militari, mentre la «guida -della rivoluzione» Ubica Inforca 11 suo cavallo e, con 11 pugno levato, si lancia in un galoppo folle, 11 suo sport preferito. Sono le 18,30 di martedì. Il medico personale del colonnello Gheddafi, che sta al mio fianco sul bordo della pista, scoppia a ridere di gusto ascoltando alla radiolina 11 notiziario di una radio straniera. Con voce grave, lo speaker annunciava, al condizionale, che l'esercito Ubico si era ammutinato e che a Tripoli si combatteva per le strade. Non era una notizia completamente infondata. La mattina, verso le 9,30, la popolazione della capitale ha sentito colpi d'artiglieria di intensità crescente, probabilmente cannoni del carri armati e mortai, e raffiche di mitra. Miliziani armati; in divisa e in borghese, deUa ' «guardia rivoluzionaria», ai schierano per le vie, bloccano il traffico provocando ingorghi spaventosi, circondano 1 quartieri strategici, occupano gli edifici governativi, ingiungono cortesemente al pedoni di tornare a casa. Tripoli è paralizzata, e nel primo pomeriggio é una città morta. Le strade sono vuote, i negozi hanno abbassato le saracinesche, la gente è trincerata dietro le persiane chiuse. Un lungo, interminabile silenzio rende credibile qualsiasi ipotesi. All'improvviso, verso le 16,30, urlano le sirene, cortei di auto Incominciano a percorrere le arterie principali in un concerto di clacson ritmato da slogan scanditi in coro dalla gente. Giovani e ragazze, agitando U pugno, un mitra o un ritratto di Gheddafi, sfilano al grido «Si alla rivoluzione permanente, no al fascismo». Molti si dirigono verso la Piazza Verde, alle porte della città vecchia, dove per un quarto d'ora sono rimasti esposti 1 cadaveri di dieci uomini. Il grido trionfale è: «/ traditori sono stati liquidati». Era la vittoria, Gheddafi poteva andare a, rilassarsi al centro ippico. Che cosa era accaduto esattamente? Gheddafi, al quale'domando se la mattina non sia sfuggito a un attentato, notizia che avevo da una fonte generalmente sicura, dice con tono amichevole: «Venga a trovarmi questa sera, le spiegherò tutto». In piena notte, invitato al quartler generale militare di Bab Aziza, dove vive la «guida della rivoluzione», ho potuto constatare che non c'era alcuna traccia del combattimenti che si sarebbero svolti all'alba di martedì. E i «berretti rossi» che generalmente montano la guardia non erano stati aumentati. Nel suo studio dalle pareti tappezzate di libri, il colonnello, seduto alla scrivania piena di giornali e documenti, racconta la sua versione del fatti, che nelle grandi linee corrisponde a quella data dai suoi più stretti collaboratori. Domenica scorsa, la gendarmeria blocca alla frontiera con la Tunisia tre uomini dal comportamento sospetto. Hanno passaporti diplomatici sudanesi con visti inglesi e americani. Dicono di essere di origini» palestinese, ma parlano in dialetto Ubico, senza accento straniero. LI minacciano di arresto, e quelli sparano per fuggire, uccidendo un agente. Uno dei tre viene a sua volta ucciso, gli altri due feriti e catturati. Nelle loro valigette si scopre la lista dei complici in Libia con nomi, indirizzi e numeri di telefono, e Indicazioni dettagliate sugli attentati che dovevano faro e le persone che dovevano assassinare. Eric Rouleau Copyright «Le Monde» e per l'Itali* «La Stampa» (Continua spagina 2 In quarta colonna) Tripoli. Un'immagine della Rai-tv che mostra 1 cadaveri dei presunti attentatori di Gheddafi

Persone citate: Eric Rouleau, Gheddafi

Luoghi citati: Inghilterra, Libia, Sudan, Tripoli, Tunisia, Usa