La Stampa - Consultazione Archivio

Carmen Russo va dal giudice «Ho tenuto ciò che era mio» La soubrette respinge le accuse di appropriazione indebita Carmen Russo va dal giudice «Ho tenuto ciò che era mio» ROMA — Accusata di appropriazione Indebita aggravata dal titolare di un'agenda teatrale, Carmen Russo, tailleur rosa carico, scarpe in tinta a tacchi alti, estremamente disponibile al fotografi, un po' meno alle dichiarazioni alla stampa, ha fatto ieri la sua comparsa nel corridoi della procura della Repubblica. 11 sostituto procuratore Giorgio Santacroce l'ha infatti interrogata come imputata, assistita dall'avvocato Aldo Pannaln, per una questione di attrezzature e costumi di scena (dalle pellicce agli stivali) che le Bono state sequestrate nel giorni scorsi. Questa vertenza, dopo il primo Interrogatorio della popolare soubrette, appare meno chiara di quanto non risultasse In origine. Da un lato c'è un'agenzia teatrale, la Gymnasium, che ha organizzato la tournée della cantante In diverse città d'Italia sotto li titolo di «Carmen Russo Show». I responsabili di questa agenzia accusano l'attrice di aver Interrotto inopinatamente il contratto e di aver proseguito la sua attività sotto un'altra agenzia, «La Bambole», creata appositamente dalla Russo assieme a sua madre Giuseppina Gerardina e di essersi anche trattenuta tutti i costumi di scena. Da parte sua Carmen Russo, ieri, ha sostenuto la legittimità del suo comportamento. La Russo ha dichiarato che 1 costumi sequestrati non erano stati utilizzati nel suo nuovo show, ma ha lasciato anche Intendere che alcuni di questi non dovevano essere considerati come dotazio¬ ne teatrale, bensì come regali personali fatti a lei da uno degli azionisti della Gymnasium, Giampiero Menzione, l'uomo cui era stata legata fino a poco tempo fa. In questa vicenda di gelosie e rlplcche, nell'accavailarsl di rapporti di lavoro e personali, l'opera del magistrato è ancora più ardua. L'Inchiesta ora proseguirà con gli interrogatori degli altri protagonisti della vicenda. (Agi) Carmen Russo ed Enzo Paolo Turchi vanno dal magistrato