Lupi come impazziti, poi tutto ondeggia un megafono urla: abbandonate le case di Francesco Santini

Lupi come impazziti, poi tutto ondeggia un megafono uria; abbandonate le case IL GIORNO DOPO NELLE LOCALITÀ' CON UN TERREMOTO ALLE SPALLE E UN'ANGOSCIA CHE RIMANE Lupi come impazziti, poi tutto ondeggia un megafono uria; abbandonate le case A Opi: uomini anziani, donne, bambini, tutti hanno obbedito all'ordine del sindaco - E' rimasta solo una coppia di vecchietti (lui invalido): «Il demonio ci rivoltava la stanza ma abbiamo deciso di morire nella nostra casa» - Le roulottes di Zamberletti s'incrociano con quelle dei campeggiatori che vogliono portarle al riparo, lontano dal Parco DAL NOSTRO INVIATO PESCASSEROLI ì- Rac- contano dell'ululato ringhio-, so di un lupo, degli orsi svegliati nel sonno di una sera plumbea, dei randagi, in' branchi compatti nella fuga in direzione della Camosciala. Dieci minuti Insoliti, d' attesa pesante, poi, improvviso, il sussulto straziato della terra, nel Parco Nazionale d' Abruzzo, Impazzito nel fremito dell'ottavo grado. Allarme, paura, ma senza la visione delle macerie, per un movimento tellurico che nei primi annunci era apparso come un nuovo disastro. Nel municipio di Pescassero!!, sotto il bronzo che ricor¬ da la nascita di Benedetto Croce, 11 sindaco, Palmlno Costruii, esplode nella rabbia: «Beco i bracconieri del terremoto — confessa — ecco la corsa al sussidio, la gara, inutile, atta roulotte». (Mostrini si trattiene: «Guido il centro operativo misto dei sedici comuni del Parco — afferma — e già si è mielata la grande corsa al disastro: ho il polso della situazione, posso rassicurare: il segnale, annunciato, di una catastrofe, s'è ritirato^. A sei chilometri da Pescassero!!, su uno sperone di granito, ecco Opi, sospeso sulla statale che costeggia 11 bosco imponente del faggi. Nella neve che ancora resiste, 11 monte marsicano riflette luci bianchissime. Case di pietra, per 500 abitanti, nella doppia fila dell'Impianto medioevale. E' qui, lungo la via ripidissima di San Giovanni, che l'altra sera, venti minuti dopo la scossa terribile, s'è affacciato, per primo, il banditore Sgammotta: •Ordine del sindaco — gridava — ordine dell' amministrazione, il paese va abbandonato: non si risponde della vita dei cittadini: Uomini anziani, donne In nero, alcuni bambini. Tutti si sono allontanati. In auto, a piedi, con poche cose, nell'ordine, gli abitanti di Opi hanno obbedito all'imposizione di Sgammotta che nel suo megafono ripeteva: -All'erta, all'erta, lasciate le case, sia-' mo in pericolo: La signorina Francesca Deangelis è corsa in direzione della chiesa di Santa Maria Assunta. L'ha fermata 11 parroco: *Sant' Emidio ci protegge dai terremoti — le ha detto don Angelo Rossi, — fuggiamo, per la statua del santo non c'è più nulla da fare: Il sindaco Carlo Di Vito, 34 anni, ventlquattr'ore dopo il terremoto, nel suo ufficio municipale, ammette: «Abbiamo attuato un piano d' emergenza preparato da tempo: è stata, in realtà, una prova generale d'evacuazione; V ho ordinato da Aveezano dove avevo appena concluso il congresso regionale del partito socialista». Cosi, il nome di Opi è venuto alla ribalta, in una notte di paura e di attesa. Alla macchina del caffè c'è un ragazzo di Opi, Angelico. •Evviva i soldati, ecco i militari' grida nervoso, nell'euforia trattenuta della paura. Una colonna della divisione Acqui avanza nel buio. Un ufficiale entra di corsa: «Ci sono morti, feriti?», domanda nell'ansia. «Tutto tranquillo; risponde un uomo anziano che sembra essere il capo .■Abbiamo dei bambini al freddo — spiega — c'è bisogno di gualche tenda, di alai ne coperte: Si provvede con un autobus di linea, spedito da Pescassero:!, primo rico vero di una notte d'attesa, nel cuore del Parco Nazionale d'Abruzzo immerso nel si lcnzlo, spezzato dal richiamo insistente dei rapaci, dall'abbalare del randagi che tornano a valle in corse improvvise e sfrenate. Il norr e di Opi rimbalza dai transistor. I notiziari della notte si intrecciano al flash delle antenne ,,.locali..,,.Nel. grande bivacco, la scossa delle 19,51 si moltipllca per il racconto di un disastro che alle prime luci dell'alba si rivela contenuto: due chiese lesionate, qualche abitazione toccata negli intonaci. La chiesa di Santa Maria Assunta, colpita negli stucchi di gesso, come la cappella di San Giovanni. Un paese deserto, per quel la che, ieri, il sindaco, Carlo Di Vito, definiva 'Un'esercllozione, una prova generale, per un paese che è nella prima categoria di rischio sismico: In ordine tutti hanno lasciato Opi. Soltanto Vittorio Ursittl, 84 anni, e sua moglie, Rosaria Di Vito, 80 anni, se ne sono rimasti a casa, nel loro letto. E nel lettone matrimoniale erano ancora Ieri, subito dopo pranzo. Rosaria Di Vito si giustifica: «/I demonio, il demonio ci rivoltava la stanza, ma abbiamo deciso di morire nella nostra casa: Sette figli, 11 maggiore, Nicola, alla Fiat a Torino, Rosaria DI Vito è ancora sconvolta: «Mio marito è invalido; dice in un lamento soffocato di pianto. Erano quasi le 6 del mattino e il Parco Nazionale d' Abruzzo è stato ripercosso dal sussulto del terremoto. Un parco sterminato, immenso, In una nebbia azzurrina, con le prime roulottes in movimento sulle strade umide. E non tutte erano roulottes del ministro Zamberletti. Erano del campeggiatori accorsi per allontanarle dal parco. Da Roma, da Napoli si sono precipitati nella notte, in direzione di Pescasseroll, nel timore della requisizione, pronti a sottrarre le loro case mobili al parcheggi del camping, al verde di un parco che d'estate 11 accoglie. Francesco Santini a e San Donato Val di Contino (Fresinone). Una nonna col nipotino in braccio trascorre la notte in auto 'Aquila. \a prime tende giunte in Abruzzo per i senzatetto, montate dal militari alla periferia di Alfedena (Telefoto Ansa)

Persone citate: Angelico, Angelo Rossi, Benedetto Croce, Carlo Di Vito, Francesca Deangelis, Lupi, Rosaria Di Vito, Zamberletti