Latte, supertassa rinviata di Bruno Pusterla
Latte, supertassa rinviata Le richieste dell'Italia accolte dalla Commissione della Cee Latte, supertassa rinviata Il superprelievo potrà essere pagato entro il 15 maggio dell'85 anziché quest'anno - Polemiche tra lo Stato e le Regioni per la gestione delle quote di produzione ROMA — SI susseguono le grandi manifestazioni degli agricoltori (la Coldtrettl in febbraio, giovedì scorso la Confcoltlvatori, la Confagrlcoltura 11 25 maggio) a difesa del loro Interessi, minacciati dalla svolta che è stata impressa alla politica agricola comune. Il punto di più aspro contrasto di questa politica sta nelle quote di produzione del latte, imposte anche all'Italia mortificando lo sforzo dei nostri allevatori, teso a ridurre la dipendenza dall'estero In uno del settori che maggiormente contrlbulsono al disavanzo alimentare. Oli allevatori sono convinti di essere stati sacrificati, per ragioni politiche, nel loro In teressl, che non sono soltanto agricoli, ma di tutto il Paese. Il fatto stesso che la Commissione europea si appresti ad accogliere le richieste del ministro Pandolfi (spostamento al 15 maggio '85 del pagamento del superprelievo di lire 383 il litro, anziché al 15 giugno di quest'anno) per attenuare il duro impatto dei controlli e delle penalizzazioni che gravano sui produttori di latte, è una conferma della consape volezza, da parte della Commissione, dell'ingiustizia che ci è stata Imposta. In Italia i tempi di applica zlone saranno dunque più lunghi e i criteri più elastici, E' un sollievo, perché si tratta di un sistema costrittivo mol¬ to complicato, per 11 quale è già sorto un grosso contrasto fra Stato e Regioni. Queste ultime, considerando l'estrema diversità delle situazioni, reclamano una «gestione» regionale dei poteri discrezionali che 11 regolamento Cee riserva ai singoli Stati con la definizione delle regioni lattlero-casearle, le formule per 11 pagamento della supertassa sugli eventuali superi di produzione, la determinazione del quantitativi di riferimento e la gestione degli stessi. Da parte del ministero si obietta alle regioni che la materia degli Interventi di mercato è di esclusiva competenza statale e che, eventual¬ mente, una parte di queste attribuzioni potrebbe essere •delegata», mal «affidata», alle regioni. Se si deciderà di costituire un Ufficio del latte, per una gestione unitaria di questa materia, l'Ufficio dovrà essere necessariamente nazionale. Le regioni oppongono che una gestione del genere sarà già abbastanza difficile a livello regionale e quindi praticamente impossibile a livello nazionale. Il braccio di ferro è In atto, complicato dal fatto che, in Italia, è prevista una ristrutturazione degli allevamenti marginali con aiuti nazionali. Questa, dicono le regioni, è una materia di nostra esclusi- va competenza. Il motivo di questa aggrovigliata situazione è presto detto. All'Italia è stata assegnata globalmente una produzione di circa 09 milioni di quintali di latte, ma tale quantità è solo 11 risultato della somma di due diverse assegnazioni che, oltre ad essere considerate dalla Cee insuperabili e non cumulabill, non si sa nemmeno se corrispondano alla realtà. I dati assunti dalla Cee sono 83 milioni 230 mila quintali per le quantità vendute alle latterie e 15 milioni 910 mila quintali per le quantità vendute direttamente dal prò-' duttore al consumatore. Questi dati, di fonte Istat, sono dal più ritenuti Inattendibili e quindi necessari di verifica, La scelta della formula «A» (tassazione per azienda) o della formula «B» (tassazione per latteria), della «regione unica» o di più regioni dipende Infatti dalla conoscenza della realtà su cui si va ad Incidere, anche se allo stato attuale appare senz'altro preferibile, almeno per 11 primo anno, la formula «B» (quella per latteria) e la «regione unica» perché, pur prevedendo un livello Impositlvo maggiore, lascia spazio, a differenza della formula «A», ad eventuali compensazioni all'interno delle singole latterie. Bruno Pusterla
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