L'ulcera e i suoi nemici Come evitare ricadute

L'ulcera e i suoi nemici Come evitare ricadute Farmaci (e consigli) per combattere la malattia L'ulcera e i suoi nemici Come evitare ricadute Dove è andata a finire la triste nomea della malattia ulcerosa a pochi anni dalla benefica rivoluzione del farmaci «H3-antagonistl»? Era malattia da piuttosto puntuale appuntamento con la primavera e l'autunno: e adesso — 2 compresse al giorno per cicatrizzarla e 1 per tener lontana la •recidiva» — persin le date della scomoda ricorrenza stagionale sembrano cancellate. In nome dell'-ulcera- Intere generazioni si sono giocoforza dedicate a patetiche diete a base di «fettine», latte e riso bollito, in parsimoniosa obbedienza a mille «vade-rctro-sata-na» alimentari e voluttuari. No al caffè, guai la sigaretta, tè solo «lungo», 1' ulceroso viveva — consolato e ammonito, a tavola, da familiari intenti a saporite «diete in rosso» — nella sua asti nenza da «dieta in bianco». con unica consolazione 1 suoi amatl-odiatl «antiacidi». E adesso 11 vedi mangiare e bere e persino un po' fumare e mandar giù 11 caffè, quasi come gli altri: e persino 11 tradizionale coro di simpatiatirannia familiare ha perso di convinzione. Da quando J. W. Black ha aperto la strada alla conoscenza dei meccanismi Intimi («istamino-recettoriali H3» della secrezione acida (dell' ipersecreeione acida l'ulcera è figlia o perlomeno figliastra), un ininterrotto progresso farmacologico (prima la «cime Udina», poi la .rannidi na», domani «oxmetldina» e •loxtidina») ha praticamente sdrammatizzato 11 problema del povero malato di ulcera e gli ha dato la possibilità di vivere, quasi indisturbato, un programma di terapia razionale con speranze veramente concrete di guarigione. Per milioni di ulcerosi (un milione e più solo in Italia) è davvero la «fine» bell'ulcera? La realtà cllnica è ancora fatta di ulcere aslntomatlche che possono Improvvisamente sanguinare, di ulcere ben disposte alle remissioni più durature, di ulcere capaci di guarigioni spontanee, di ulcere che ostinatamente recidivano, di ulcere «facili» e ul cere «difficili». E' anche vero che non tutti 1 farmaci attuali sono esenti da effetti collaterali e che qualche ulceroso — anche con 1 farmaci più selettivi e sicuri — ha occasionale orticaria o cefalea. Ma il bilancio — in qualità di vita, affidabilità di risultati e «accettabilità» del farmaco — oltre che storicamente cambiato, offre prospettive sempre più confortanti. Al recente simposio Internazionale .-Rannidine: therape ut ic advances» al Roya! College of Physicians di Londra, 250 specialisti da 25 Paesi hanno messo a confronto metodi e risultati in base ad una ormai quasi triennale esperienze su oltre 8 milioni di ulcerosi. Dagli studi della «policentrica» anglosassone di D. O. Colin Jones e da quella italiana di O. Dobrllla risulta che la somministrazione di 2 compresse In dose unica giornaliera è la più efficace (85-95 per cento di cicatrizzazione entro 4 mesi). E il •rischio-ricaduta»? E' giusto sdrammatizzare il problema dell'ulcera ma non al punto di peccare di troppa confidenza. Il fatto che 2 malati su 3 rischiano la «recidi' va» entro l'anno dimostra che l'antico canone del «semel ulcerosus, semper ulcerosus» non ha ancora intenzione di traballare. La terapia, anche la più selettiva, con H2-antagonistl non è, sic et simpliclter, la soluzione definitiva ma chiede attenzione giuste dosi e giusta tattica. R. E. Dounder, a Londra, ha dimostrato comunque che, con una sola compressa «nocte» per periodi sufficientemente prolungati, l'80 per cento de gli ulcerosi — anche a dispetto dell'antico canone — evita la ricaduta. Ezi0 Minetto

Persone citate: Colin Jones, J. W. Black, Minetto, Udina

Luoghi citati: D. O., Italia, Londra