Così vive un' Università non statale di Marco Tosatti
Così vive un'Università non statale La «Cattolica», fondata nel 1921, con sedi principali a Milano e Roma Così vive un'Università non statale Finanziamenti: le rette degli srudenti, le offerte dell'apposita «Giornata» nelle chiese, gli aiuti statali, l'intervento dell'ente finanziario collaterale all'Ateneo • Attuato di fatto il numero chiuso a Medicina - Gli iscritti, ; in aumento, sono quest'anno oltre 21 mila - Chieste sedi anche al Sud (agraria) • Un nuovo corso di bio-etica CITTA' DEL VATICANO — La «Cattolica» è In attacco: la maggiore università libera italiana (le altre sono Urbino e la Bocconi), forte di un nuovo interesse da parte dell'area cattolica, si prepara a incrementare, come numero e consistenza, i suol centri di attività. Sono in piedi parecchie richieste per l'apertura di nuove facoltà in città del Meridione, e quella che riscuote la maggiore attenzione è attualmente la proposta di una facoltà di agraria. Il campo di azione dell'Ate neo appare molto diversifica' to c si inserisce nello sforzo di un «rilancio» cattolico nel Paese con la preparazione del centro di cultura di Roma, una sede di attività di formazione culturale e di aggiornamento professionale ad altissimo livello, sullo stile di quelli già operanti ad Alessandria, Bolzano, Benevento, Lucca e Taranto. « Un problema del prossimi anni — ci dice il rettore Adriano Bausola, eletto da pochi mesi — è trovare tecniche nuove, modi nuovi per tradurre il lavoro di ricerca svolto dalla Cattolica in lavoro di formazione, verso l'esterno». L'esemplo è quello di una ricerca, compiuta in tema di affidamento del figli minori in coppie separate, tradotto immediatamente in corso di formazione per operatori sociali. La maggiore novità — sul plano nazionale — è però co stitulta dall'Iniziativa di crea re a Roma, quest'anno, un corso di bioetica, il primo di questa materia esistente in Italia. Spiega il rettore: «La bioetica è t'esame, dal punto di vista etico, dei problemi medici, visti non solo nell'ottica della deontologia professionale, ma anche della genetica, della bioingegneria». La scelta del nascituro, la trasformazione e la utilizzazione degli organi, 1 loro trapianti (con l'ipotesi di giungere un giorno al trapianto del cervello), sono 1 temi di studio «Sono problemi che attraverso gli strumenti attuali della scienza in qualche modo fan no pensare di poter fabbricare l'uomo, riformare l'uomo, e pongono interrogativi morali enormi. Una riflessione di questo genere era necessaria, era qualcosa che l'Università Cattolica doveva fare*. La «Cattolica» resta comunque molto ricercata dagli studenti, nonostante le rette siano sensibilmente più alte di quelle in vigore negli atenei statali. In particolare a Roma, al «Gemelli», a medicina, dove è in funzione una specie di «numero chiuso» e vengono accettate ogni anno solo dalle 120 alle 180 matricole, dopo una serie di esami psico-attitudinali, le richieste superano sempre l'offerta dei posti disponibili. E il calo di frequenza e di Iscrizione comune nelle facoltà pubbliche non sembra toccare l'ateneo di ispirazione religiosa. Milano, Brescia, Piacenza e Roma contano complessivamente 21.169 studenti, contro i 20.223 dello scorso anno. La «Cattolica» nacque nel 1921 quando la cultura universitaria nel nostro Paese, specialmente nelle facoltà umanistiche, era praticamente tutta non credente. E la Chiesa senti il bisogno di creare un contraltare confessionale a quest'egemonia. Tempi lontani, di cui però resta un ricordo, tangibile, nella giornata per l'Università Cattolica, nel corso della quale In ogni chiesa si raccolgono le offerte destinate a contribuire al finanziamento delle otto facoltà ora operanti. L'obolo cosi raccolto s'aggira (in media) sul miliardo e mezzo. Un quarto delle spese complessive viene coperto dalle rette degli studenti, e un aiuto viene anche dallo Stato, in attesa che il governo vari una legge sulle università libere. Il finanzia¬ mento pubblico, intorno ai cinque-sei miliardi annui, dovrebbe coprire il dieci per cento circa del costi per 1 docenti, cresciuti In seguito alla mini-riforma dell'università di qualche anno fa. Gli oneri restanti vengono sopportati grazie all'ente finanziarlo creato apposta per consentire all'Università di funzionare. Il Concordato del 18 febbraio non ha spostato nulla della situazione precedente: ed è rimasta in vigore la norma in base alla quale 1 docenti devono avere 11 placet della Santa Sede per poter insegnare alla Cattolica. Una re gola in base alla quale 11 prof. Franco Corderò, i cui scritti non trovarono l'approvazione del Sant'Uffizio, fu allontanato dalla cattedra, quindici anni fa. Marco Tosatti
Persone citate: Adriano Bausola, Franco Corderò
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