Il «gregge» di Herman accende Sanremo di Gabriele Ferraris

li «gregge» di Herman accende Sanremo Il grande direttore di jazz ha aperto con successo il Festival - Ieri sera s'è esibito Wilber li «gregge» di Herman accende Sanremo SANREMO — «Non mi interessa quel che dicono i critici, non mi importa se mi accusano di fare musica commerciale: esistono due soli tipi di musica, quella buona e quella cattiva. E io cerco di suonare solo quella buona». Un Woody Herman scatenato fino alla polemica ha guidato alla conquista del pubblico del Teatro dell'Opera del casinò il suo *Young Thundering Herd», il «giovane gregge tonante» ultimo discendente di una lunga dinaMia di formazioni (o «greggi», come li chiama lui) che hanno accompagnato la carriera del settantunenne direttore d'orchesta di Milwakee. Herman e i suoi musicisti sono stati le «star, della prima serata del Festival del jazz di Sanremo. Per l'occasione Herman ìia schierato una band di quindici elementi, con quattro sassofonisti, Frank Tiberi, Jim Carroll, Dave Rie- kenberg e Mike Brignola, che l'anziano band leader ha presentato come i nuovi «Four Brothers», i quattro fratelli: denominazione delle ance nelle orchestre hermaniane fin dai tempi in cui Jimmy Oiuffre scrisse una composizione cosi intitolata per il leggendario quartetto formato da Stan Cete, Herbie Seward, Serge Chaloff e Zoot Sima. Herman ha guidato la sua band in un itinerario musicale che ha ripescato antichi cavalli di battaglia come «Early Autunni» e standard classici quali «Ab Time Ooes By», suonando anche sax, clarino e clarinetto ed esibendosi come cantante in «Babe I've Oot NewsForYou». Poi l'orchestra si è ritirata ed Herman ha invitato sul palco tre sorridenti vecchietti e un signore di mezz'età, che hanno afferrato i sassofoni e, sostenuti dal «drummlng» possente di Butch Miles, ex batterista di Count Baste, si sono scatenati in una «Tenor Madness» indiavolata. Zoot. Sims, Bill Perkins, Billy Mitchell e il più giovane Sai Nisti- co, tutti «ex» delle orchestre di Herman, hanno dato vita ad un'inedita versione dei «quattro fratelli-, che abbracciava quarantanni di carriera del leader e di storia del jazz. Herman ha dato il «la» ai suoi ospiti, e s'è ritirato dietro le quinte.'a seguire in silenzio, visibilmente cornmosso, la performance. «Sto rivivendo alcuni fra 1 momenti più belli della mia vita», ha mormorato. Woody Herman ha dedicato il concerto sanremese alla memoria di Count Basie, scomparso pochi giorni fa: L'umiltà non è la virtù principe di Woody Herman: è una leggenda del jazz, e ne è perfettamente conscio ed orgoglioso. Ha sollevato un mezzo incidente diplomatico con l'organizzazione del Festival perette sui manifesti il suo nome non aveva avuto, a suo avviso, il dovuto risalto. Ma quando gli chiedono se si coti- Sideri il più grande direttore d'orchestra jazz del mondo, ha un mezzo sorriso, e risponde: «Certo che lo sono, perché sono rimasto l'unico. Ho sempre sostenuto che la massima meta che potesse proporsl un band leader era occupare il terzo posto nella scala del valori, dopo Elllngton e Basie: e adesso, purtroppo, loro non ci sono più». La serata inaugurale del Festival, con Franco Cerri nelle vesti di presentatore, s'era iniziata con l'esibizione dell'altosassofonista Richie Cole, oggi considerato uno tra i migliori specialisti bianchi dello strumento. Cole ha dedicato alla città dei fiori un brano, «Sanremo by the sea». Ieri seconda serata con il sassofonista Bob Wilber e la sua «Beohet Legaci/.., con un repertorio tutto ispirato' al grande Sidney. Hanno poi suonato i Pive for Jazz. Gabriele Ferraris

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