I deputati pendolari della politica alle prese con i problemi della casa di Giuseppe Fedi

/ deputati pendolari della p&lltka alle prese tea # problemi della tosa Iniziative della Camera per contribuire alle spese del soggiorno a Roma / deputati pendolari della p&lltka alle prese tea # problemi della tosa ROMA — Per la lunga schiera del «peones», onorevoli spesso in bolletta, pendolari della politica tra collegio elettorale e Roma, è stata una piacevole sorpresa: salvo contrattempi Imprevisti, avranno diritto ad un rimborso di quindici pernottamenti in albergo al mese, ovvero l'equivalente o quasi delle giornate trascorse in Parlamento per lavoro. Potranno scegliere un albergo di loro gradimento. Attenzione, però: le disposizioni dell'ufficio di presidenza di Montecitorio, che ha fatto diffondere in questi giorni una apposita circolare, sono molto precise. La Camera pagherà per un pernottamento fino a scssantamlla lire, quindi fino a novecentomlla lire al mese. Ma chi vorrà usufruire di questa possibilità si vedrà trattenute per dodici mesi all'anno 251 mila lire dalla diaria mensile per spese di soggiorno a Roma, che per il 1984 è stata fissata in 753 mila lire su un'Indennità totale di tre milioni e quattrocentomila lire. 'Si tratta — spiega Bruno Fracchia, comunista, uno dei tre deputati questori di Montecitorio — dell'applicatone di una legge del 1978 sui di pendenti dello Stato, la quale stabilisce che i funzionari statali in trasferta hanno diritto, previa trattenuta di un terzo dalla diaria, a un rimborso. Non è stata stipulata alcuna convenzione con gli alberghi romani. Ogni deputato può scegliere l'albergo che preferisce. Non abbiamo ancora un elenco dei colleghi che hanno aderito a questa iniziativa, ma ritengo che saranno in molti ad approfittarne». Non è la prima volta che la presidenza della Camera si muove per venire incontro ai deputati privi di una casa a Roma, che pare siano quasi la metà del seicentotrenta eletti a Montecitorio. In vicolo Valdina, a due passi dalla Camera, da un paio di anni è stato completamente ristrutturato un antico palazzo da cui sono stati ricavati molti mlnl-appartamenti. Piccoli monolocali con una poltrona letto, in cui alcuni parlamentari privilegiati hanno l'ufficio e l'abitazione. Una soluzione ultraconveniente, se si pensa che il prezzo per un locale con servizi arredato, in un palazzo del centro storico, oscilla da ottocentomila lire a oltre un milione al mese. Ma la soluzione di vicolo Valdina ha accontentato solo un piccolo gruppo di deputa ti, e il problema casa per la maggioranza del pendolari della politica è rimasto irrisolto. «Oro l'ufficio di presidensa della Camera è corso ai ripari — commenta Lucia Comlnato, comunista, di Rovigo —. Attualmente abito con alcuni colleghi in un appartamento preso in affitto. Devo fare bene i calcoli per vedere se mi conviene. Resta però un problema più grosso da risolvere: quello dello spazio, inesistente o quasi, che hanno a disposizione per lavorare l deputati, molti dei quali sono costretti ad arrangiarsi sui divani di Montecitorio». Le prime reazioni alla decisione dell'ufficio di presidenza della Camera sono tiepide, affiora qualche perplessità. »Non ho ancora deciso, anche se sono tra coloro che potrebbero fruire di questo servizio — confessa Giuseppe Fornasari, di Arezzo, deputato democristiano di terza nomina —. Valuterò comunque il da farsi, anche perché non ho più l'alloggio che avevo preso in affitto». Comunque questa volta nessuno ha protestato. Oli stessi radicali, che term>o fa contestarono i restauri • faraonici» dei bagni e 1 nuovi ascensori nel palazzo di Montecitorio, non hanno trovato nulla da ridire, lamentandosi semmai per il fatto che al parlamentari italiani vengono garantiti certi privilegi — viaggi gratis in treno e in aereo, autostrade senza pedaggio — ma nessun servizio veramente utile a loro e alla collettività. Giuseppe Fedi

Persone citate: Bruno Fracchia, Giuseppe Fornasari, Lucia Comlnato

Luoghi citati: Arezzo, Roma, Rovigo