Lirica: grazie Lagorio, ma non basta

Urica: grazie Lagorio, ma non basta I SOVRINTENDENTI PEI PRANDI TEATRI SUI. DISEGNO DI IEOOE CHt RIPIANA I DEFICIT Urica: grazie Lagorio, ma non basta Badini (Scala): «Si allontana lo spettro del commissariamento» - « An ti guani (Opera di Roma): «Un alibi per rinviare la vera riforma?» - Erba (Regio di Torino): «Bene il provvedimento, ma occorre una legge che permetta di programmare» Dei tre disegni di legge straordinari, approvati mercoledì dal Consiglio dei ministri su proposta dell'onorevole Lagorio, ministro per il Turismo e Spettacolo, il più importante, quello che tampona la situazione più urgente, riguarda gli enti lirici. Il provvedimento, che ora dovrà essere approvato dal Parlamento, prevede il ripiano delle passività pregresse dal 1976 al 1983, sia per gli enti lirici sia per le istituzioni concertistiche: in pratica i debiti contratti con le banche o con gli enti locali dovrebbero essere saldati direttamente dallo Stato. In questo modo e in attesa della grande riforma che II Consiglio del ministri ha deciso di esaminare in settembre, nell'ambito della legge finanziarla dello Stato, parrebbe scongiurato il rischio di un commissariamento per tutti quegli enti lirici, e tra questi il caso più clamoroso è la Scala di Milano, che non potevano presentare un bilancio In attivo per l'anno 1983. Abbiamo chiesto al sovrintendenti dei più prestigiosi enti lirici italiani la loro opinione Scala di Milano, Badini. Credo che il disegno di legge sia un fatto importante e nuovo, perché 11 problema del ripiani per l'83 è stato corre-, lato al programma assai più significativo di finanziamento degli spettacoli che sarà discusso a settembre. Diversamente che dal passato, quando ci si limitava a mettere pezze a situazioni difficili, il provvedimento si raccorda a un progetto organico. Speriamo che 11 Parlamento faccia presto a votare e cominci a discutere 1 temi che dovranno sostanziare la riforma legislativa del settore. Ritengo che con l'azzeramento ali'33 si siano costituite le condizioni per partire tutti da zero. E* chiaro che si dovrà riconsiderare il problema per l'84, ma è importante che si sia allontanato lo spettro del commissariamento. Opera di Roma, Antignanl. Apprendere che lo Stato ha deciso di farsi carico del cìebi-, ti contratti dal Teatro dell'Opera è una notizia che non può non farmi piacere, se non altro mi pare scongiurato 11 pericolo di averle un commissario. Per l'Opera di Roma, che attualmente non ha più una lira In cassa, si può. prevedere una nuova apertura di credito, per esemplo con 11 Comune di Roma che si è sempre mostrato attento alle nostre esigenze. Questo non significa ,J però che la stagione estiva'di Caracalla sia assicurata. Per Caracalla, credo, si potrebbe ricorrere a quel fondo speciale previsto dalla legge 182 per manifestazioni estive di particolare rilevanza culturale e turistica. La mia preoccupazione è un'altra. Non vorrei che questo disegno di legge, che altro non è se non un provvedimento tampone, costituisse per il governo l'alibi a rinviare nuovamente l'approvazione di una legge di riforma organica di cui abbiamo estremo bisogno. Regio di Torino, Erba. Ha fatto bene 11 ministro Lagorio a presentare il disegno di legge per il Spianamento del passivo degli enti lirici. La nostra prima preoccupazione deve essere quella di salvare il patrimonio artistico italiano. Però, se passa, questa legge sarà ancora una volta un premio per chi ha speso di più e un castigo per coloro che hanno fatto sacrifici e chiuso 1 conti in pareggio. E' necessaria la .grande riforma» che preveda non solo una legge, ma anche un programma di lavoro. Dopo di clic: chi sbaglia paghi, e sul serio. Fenice di Venezia, Trezzinl. Il provvedimento giunge quanto mal opportuno. In Parlamento, a mio parere, si dovrà trovare un giusto criterio di assoluto rigore e di equità. Guai però se una troppo prolungata discussione parlamentare dovesse ritardare l'iter di questi provvedimenti, ciò potrebbe significare la fine o quanto meno la sospensione, in tempi assai ravvicinati, delle attività musicali, senza dimenticare la mancanza di liquidità per quasi tutte queste istituzioni. E' soddisfacente l'impegno del governo e delle forze politiche e parlamentari di discutere e approvare, nel prossimo autunno, la legge di riforma insieme con la legge finanziaria per 11 1985. Arena di Verona, G Inceliteli. Il disegno di legge per la lirica è estremamente positivo, ma secondo me non a caso 11 1984 è rimasto fuori dal provvedimento. Quindi la possibilità di commissariamento rimane. Un segnale rosso dunque per gli amministratori. Questo però è solo un primo passo. Speriamo che, in accordo con i progetti del senatore Broggio e di altri, la settima commissione possa procèdere alla riforma definitiva. Basterebbe inserire un articolo nel provvedimento: quello che ci sgancia dalla legge 70 sul pubblico impiego. CI sorio anche altre richieste che dovrebbero trovare sollecita risposta, a cominciare da quella sulla definizione della personalità giuridica. Gli organismi lirici dovrebbero essere trasformati In enti di interesse nazionale o enti economici, cosa che permetterebbe agli amministratori di lavorare con maggiore serenità. Speriamo insomma che questo sia soltanto l'avvio di un definitivo e da troppo tempo atteso riassetto. Comunque sono timoroso: mi sembra tutto troppo bello per essere vero. Comunale di Bologna, Fusti. Il disegno di legge è soddisfacente, ma mi auguro che 11 ripiano non avvenga a taralluccl e vino, ma premi chi ha fatto una politica oculata, a spese degli scialacquatori. Noi ncll'84 abbiamo cancellato 3 opere di cartellone più una ripresa, abbiamo fatto fare sacrifici al pubblico per essere in regola, altri no. Mi auguro che venga premiato chi ha un rapporto corretto con il personale, e non chi fa contratti integrativi selvaggi. Se si salvano tutte le amministrazioni-del teatri, si salveranno anche i teatri male amministrati: e la legge 182, che prevedeva 11 commissariamento degli enti lirici In passivo, si dimenticherà. All' italiana. San Carlo di Napoli, Ca- nessa. La situazione del S. Carlo — la cui sovvenzione statale non copre neanche le spese ordinarle del personale — è particolarmente precaria in conseguenza dello scarso sostegno finanziarlo degli enti locali. Il S. Carlo è l'unico ente lirico In Italia che non ha potuto iscrivere nel capitolo delle entrate del bilancio di previsione per l'84 una sola lira di contributi da parte degli enti locali. Nessuno di essi aveva Iscritto nel proprio bilancio una qualsiasi cifra In uscita per sostenere 11 bilancio del teatro. Una situazione questa che, mi auguro, potrà modificarsi durante l'anno. Spero che gli enti lirici nel loro bilanci potranno avere il sostegno necessàrio alla loro attività.

Persone citate: Badini, Lagorio, Scala