Palermo: un'inchiesta sull'ex questore per il caso Chinnici

Palermo: un'inchiesta sull'ex questore per il taso Chinnici Ne ha dato notizia il ministro Scalfaro Palermo: un'inchiesta sull'ex questore per il taso Chinnici ROMA — L'ex questore di Palermo, Nino Mendolla, è sotto inchiesta perché non avverti Viminale e magistrati della telefonata con la quale, tre giorni prima dell'assassinio di Chinnici, il libanese Chebel preannunciò alla polizia la strage e indicò la tecnica. Dell'inchiesta ha dato notizia ieri il ministro dell'Interno, Scalfaro, rispondendo a un'interrogazione del senatore Sergio Flamignl, comunista. Come è noto, Chebel, informatore della polizia, agli inizi della scorsa estate telefonò accapo della Criminalpol di Palermo, De Luca, e lo avverti che il clan del Greco stava preparando un attentato. Il 26 luglio, con un'altra telefonata, Chebel spiegò altresì che 1 mafiosi avrebbero usato la tecnica dell'auto imbottita di tritolo, come poi puntualmente avvenne. Scalfaro ha letto una nota della Procura Generale di Palermo, dove si afferma: • Un'indagine preliminare condotta da questo ufficio ha accertato che il dottor De Luca lo stesso 26 luglio riferì il contenuto della telefonata al dottor Ignazio D'Antone, dirigente della squadra mobile di Palermo, e che entrambi, sempre lo stesso giorno, ne diedero verbalmente notizia al dottor Mendolia». Tuttavia «il questore non informò del fatti né la procura generale né le autorità competenti» (lo stesso De Francesco ha lamentato la circostanza). Scalfaro ha infine annunciato che la Precura Generale »ha trasmesso per competenza gli atti assunti al pretore di Palermo perché accerti se nel fatti esposti sia ravvisabile un reato di omissioni di atti d'ufficio». Il ministero dell'Interno, ha informato Scalfaro, non ha ritenuto comunque di dover avviare un'indagine disciplinare nel confronti del questore, promosso (ma secondo alcuni con l'obiettivo di rimuoverlo) alcuni mesi fa. La ricostruzione del fatti venuta da Scalfaro conferma quanto era già emerso al processo di Caltanissetta contro alcuni tra i presunti mafiosi che avrebbero organizzato la strage. Dalla testimonianza resa in aula dal dottor De Luca si ricavò che la polizia non diede il giusto peso alla telefonata del 26 luglio. Innanzitutto, si nutrivano dubbi sull'attendibilità di Chebel. In secondo luogo, l'attentato cosi come era stato annunciato non sembrò un evento Imminente, perché si ritenne che organizzarlo avrebbe richiesto tempo. In terzo luogo, ci si convinse che gli obiettivi non potevano essere che De Francesco e Falcone, entrambi fuori Palermo. Questa serie di errori fu fatale? De Luca, durante una pausa della sua audizione, ha sostenuto che con la tecnica prescelta — l'auto-bomba — la mafia avrebbe potuto assassinare comunque. Resta 11 fatto che se l'ingresso del palazzo di Chinnici fosse stato piantonato, e fosse stato vietato il parcheggio davanti al portone, sarebbe stato Impossibile far esplodere la •500» imbottita di tritolo che uccise Chinnici e 1 carabinieri di scorta. g, r.

Luoghi citati: Palermo, Roma