I ristoranti del settimo giorno

I ristoranti del settimo giorno I ristoranti del settimo giorno CI sono l -,i nte buone ra. glonl per andare al ristorante la domenica: soprattutto la casalinga che ha sgobbalo, tutta la settimana In casa, compreso l'impegno al tornelli, vede In queste uscite una liberazione, un premio spis ,i> queste uscite diventano consuetudine, con lultu la tribù dei figli. Ma bisogna distinguere, a questo punto, tra ristoranti domenicali veri e propri, e ristoranti -da gita-. Il ristorante della domenica può essere benissimo all'angolo di casa. anzi, lacinia 1 movimenti. E può essere Invece a una ragionevole distanza dal punto di partenza, con tutti I richiami della gita, appunto: ma anche con 1 rischi delle strade nebbiose d'Inverno. Intasate d'estate, la folla, la baraonda. Facevo, giusto con un amico, l'analisi del requisiti di un ristorante dello domenica: e mi pare che si possano riassumere cosi. Il ristorante dev'essere raggiungibile, comunque, con ragionevole rapidità: dev'essere abbastanza ampio perche 1 bambini possano. In Umili accettabili, muoversi. Deve essere un ambiente più o meno elegante, comunque accogliente, aperto, piacevole, spazioso, con padroni e personale che non diano segno di essere Inlastidltl dall'orda domenicale. Il menu della domenica deve essere congegnato abilmente: questo vuol dire che ci devono essere ixxrhe cose, pochi piatti di base, fatti bene, che possano essere serviti senza lunghe, anzi strazianti attese; e poi tanti altri piatti facili, ele¬ mentari, che stuzzichino lu fantasia, ma alla line cedano Il passo ai piatti che dicevamo priiim. di base; oppure si possano improvvisare allo svelta. Nella stessa Torino, quasi lutti 1 locali che conosco sono chiusi la domenica, ma non La Smarrita e Benito. Uscendo da Torino, devo sempre ricordare 11 mio amico Malan, a Porte di Plnerolo, con la sua collina coperta di lunghi, privata (a stagione); ik>1 le due enoteche di Orlnzane Cavour e di Cosllgliole d'Asti, con re- • lutivi ristoranti, accompagnamento di castello, mostre, e altre cose piacevoli. In Val d'Aosta, c'è sempre ad Entrèvcs La Maison de Filippo; verso il Monferrato. Invece, c'e Beppe a Clocc in o, direi proprio su misura. Ma ripeto che sono citazioni nell'insieme molto casuali. A Milano, un posto giusto ce l'ho, proprio sotto cosa, da Kenato, che vi porta, senza muovervi. nell'Appennino modenese (e anche questo mi pare un requisito iinpoi tanic del ristoranti della domenica): alla Porta rossa, jter l'ambiente pugliese: alle Pietre C'avute |>er la Toscana intorno a Montecatini. E poi in Lombardia, pi n so con simpatia a Benedetto, che ..in a Barghe; a La Sosta di San Martino della Battaglia; alla Vecchia Lugana di Lugana di Slrmlone; al Cigno, di Mantova: al Pontemollno,. di Osllglla. alla Vecchia Pavia, di Pavia, al Bella Posta, di Sondrio. Più mi allontano, più le citazioni, su ricordi, si diradano. Non posso dimentica- re però nel Veneto, t'ondo, sulla strada da Collegllano a Valdobbladene. dove arrivai in diligenza. In una ricostruzione storica: e L'Amelia, a Mestre; il Castello Supcriore, a Ma rustica; 11 Gambrlnus u San Polo di Piove, col suo parco e 11 suo corso d'acqua, vivi di animali, pesci, piante: o (.Igeilo, a Miane in Friuli c'è un altro castello: Formentlnl, con un ristorante comodo e caratteristico, cosi al castello di Titillino, nel Trentino. In Liguria, c'è l'ai itti, a Ocnova, il Palma, ad Alasslo. la' Peo, ..i ipi a Chiavari, le Sette Lune, a Treblono di Arcolo. con I lamosl testami; e 11 grande Paraculi hi, con la sua Locanda dell'Angelo, ad Ameglla. In Emilia, chi più domenicale di Fini, a Modena? E poi Vittoria da Bino, a Bercelo; Valentino, a Caorso: (ìuarcschl a Sant'Agata di Busseto; Dante a Bologna, La Frasca, a Coslrocaro Terme: e slamo già splendidamente In Romagna. In Toscano, a Firenze, ci sono La 1 .ugnili e 11 lutici; 11 classico Sabatini e 11 recente Plerot. Poi mi vengono in mente 11 (ìlardlnctto, a Flvlzzano; Badia a Collibuono: l'Enotera Orninone, a Ciro.,..elo; 11 Solferino, 11) Luci In-si a : La Mora, di Ponte a Mariano, a un pus mi da Lucca; La Fattoria, di Ponte a Rondollno, a San Olmlgnano: Romano, a Viareggio. In Umbria, certo ho subito In mente un gioiello di ni beino e ristorante- il Tre Vasche, di Torglano. a un passo da Perugia; c anche II Molino, di Spello: nelle Marche c'e La Selva, a Cingoli, o la Cantinella di Cosi approdiamo a Roma. Un i>osto di sogno è certo La disino Villudici ; avete la citta al vostri piedi, vi può parere di vederla dal di luorl. Invece slete al Plnclo. Poi c'e la costellazione del locali nel Castelli. Suggerirci, fra tanti. D'Artagnan, sulla strada per Montccompotrl: un jKisto vosto, caldo, allegro, con uno S|>ecle di catacomba, sotto, dedicata alla cantina. In Abruzzo, penso a Tatot.be, a Penne; o al Corsa' ro, a Vasto: nel Molise, a Termoli. Lo squalo blu. Nella mia terra di Puglia penso, subito Intorno a Bari, a La Taberna medioevale di Carbonara: a L'Ancora, di Palese; ma anche a 'l' ceratlcdde di Altamura; al Brigantino di Barletta; al Fagiano di Fasano. senza contare I due complessi di l'uKiioi illuso e Plixomunno, nel Gargano. Napoli: certo penso a La Sacrestia, penso al molti locallnl di Ischia e Capri: a Gino, a Vico Equensc. dove nacque la pizza a metro. In Lucania, affidatevi al fiuto: tanti Incoimi deliziosi, ma noli un nome particolare. In Calabria, ho un ricordo incantato di Glauco, a Scilla: e c'e a Reggio, famoso. Conti. In Sicilia, penso o Lo Jouli o, a Siracusa, e Bontempo, a Naso: al Tre Fontane a Donnatugata, di radice gai topardiana. a La Taverna di re Aceste, a Elice, col consentis di pesce: alle Egadi, a Favlgnana. Infine. In Sardegna, ricordo. La Lepanto, ad Alghero. 11 Corsa ro a Cagliar). Su Cologone a Ollena. Vincenzo Buonasslsl Ostra.