Carissimi, vi scrivo il falso: il duce mi vede

Fascismo e censura militare Fascismo e censura militare Carissimi, vi scrivo il falso: il duce mi vede del fascismo: era già stata Introdotta nel '15 con regio decreto ma 11 regime ne fece uno strumento politico per condizionare e Imbavagliare, soldati p famiglie e, al tempo slessa per saggiare ed esplorare ti «fronte Interno» (sicché tanti scriventi, sapendo d'essere sotto lo sguardo della censura, si sprecarono In ditirambi per Mussolini definito via via - grande», •bello», «maestro», •maestoso». •Infallibile» e, anche, • Inossidabile». Un piccolo esercito di censori. 7600 militari e 1400 civili, controllava quotidianamente, al ritmo di 150-200 lettere ciascuno. 11 50-G0T. della posta militare e il 10% di quella ordinarla i m ■ r< hr la media delle lettere scambiale In Italia era alltsslma e. nel primo anno di guerra, toccò I nove milioni e 200.000 ■ pezzi- a) giorno. I motivi più ricorrenti per provocare II sequestro o 11 semplice Intervento del censore che, In questo caso, cancellava con Inchio¬ NEL dicembre '42 alcuni soldati di-li Amili- scrissero a Mussolini denunciando che 1 generi alimentari distribuiti al fronte per Natale, c strombazzati dalla propaganda come «dono del regime». In realtà se 11 erano dovuti comprare -a pressi non certo di calmiere». Questa lettera non venne mal recapitata. La bloccò la censura di Mantova che la segnalò alla polirla e forse 11 crollo in Russia di quel giorni evitò provvedimenti disciplinari contro gli scriventi. E' questo uno del documenti citati da Rizzi In Lo sguardo del potere, un saggio di grande Interesse che spazia anche alla Repubblica di Salò e al regno del Sud. La censura postale, aspetto fra I meno indagati della seconda guerra mondiale, è per Rizzi qualcosa che va al di la del semplice atto di repressione e divieto di parlare ma anche produzione e volontà di sapere del potere. Essa, tuttavia, non lu una iniziativa stro nero Indelebile, le frasi riconosciute •pericolose» rinchiudendo poi la busta con la fascetta «Verificato per censura» erano quelli militari (ad.esempio, le «lamentele per il rancio.). politici (comprese le 'frasi di pietismo inopportuno») e morali, come «disegni contrari al buon costume., •consigli per pratiche Illecite- o «Invili al libertinaggio-. Nel complesso. Il saggio di Hlzzi oltre a Illustrare quesll meccanismi segreti del regime per conoscere l'orientamento politico del militari In guerra e della popolazione civile si presenta come un raro documento, unico nello svelare, proprio attraverso le lettere sottoposte a controllo, quali furono I veri sentimenti degli Italiani verso 11 fascismo e le sue scelte negli anni ruggenti della guerra. Giuseppe Mayda Loris HI zzi, -Lo sguardo del potere., .Uzzoli, 230 pagine, 14.000 lire. ,.X TON sappiamo \( J/> quando le tribù di Israele (o. come pensano molli studiosi, una parte di esse) giunsero In Egitto e neanche quando (e se, per esemplo. In più ondate) ne uscirono. Le cronologie, sia bibliche che non-blbllchc. I reperii archeologici, le Ipotesi degli storici, si contrappongono l'una all'altra. L'esodo può essere collocato In periodi compresi tra la meta del XV secolo e la fine del XIII-. Afa non è solo la cronologia ad essere incerta. VENNERO chiamati libertini, fra Cinque e Settecento, quegli intellettuali che si fecero una bandiera del più radicale scetticismo rrtfofoso, politico ed etico; il libertinismo avvia radici lontane, ma indubbiamente ebbe la sua fioritura nell'epoca di massimo vigore della Controriforma, nella prima metà del Seicento. Un llbcrlln francese. Naudé, scriivva a quell'ei>oca: -L'Italia * piena di libertini e d'atei...», e questo mentre un conformismo ufficiale assai rigido faceva si che talvolta questi contestatori, se incorrevano nei rigori dell'Inquisizione, lasciassero la tifa sul roghi o sotto la mannaia del carnefice. Scrti>cvano, questi libertini, e stampavano a rotta di collo; ma per lo più facendo finta di voler difendere la religione o la morale: al lettore avveduto il compito di leggere fra le righe. O altrimenti i loro libelli, se espliciti, erano nascosti e contrabbandati come droghe pericolose: cosi ìi favoleggiato De trlbus impostoribus fi -tre Impostori» sarebbero sfati Afose; disfo e Maometto, inventori di religioni per «fife del polenti). Da Campanella in poi, che ci sia questo libro ciascun lo dice, ma non se ne conosce una copia: Cristina di furarla, egeria dei lii>e li ni. lo fa cercare dappertutto, ma non lo trova; comparirà poi nel Settecento, probabilmente come postumo frutto di una diceria plurisecolare. Giorgio Spini

Persone citate: Giorgio Spini, Giuseppe Mayda Loris, Mussolini

Luoghi citati: Egitto, Israele, Italia, Mantova, Russia, Salò, Ton