La Cina sorride a Reagan ma non «ripudia» l'Urss

\jà doppia faccia della politica estera cinese è condizionata anche dall'annosa controversia sui rapporti con Taiwan \jà doppia faccia della politica estera cinese è condizionata anche dall'annosa controversia sui rapporti con Taiwan La Cina sorride a Reagan, ma non «ripudia» YUrss La recente visita di Ronald Fteagan In Cina, die-1 tro la cortina delle cerimonie ufficiali e delle formalità protocollari, non ha fugato le perplessità che alcuni osservatori americani avevano espresso alla viglila Innanzitutto Formosa, ovvero la fallacia delle questioni di principio. Nel 1980, durante la sua vittoriosa campagna elettorale. Reagan aveva proposto senza mezzi termini la revisioni" Integrale di tutta la politica cvmertcana nel confronti della Cina, avviata da Nlxon. sviluppata da Ford e Carter, culminata poi nella creazione di normali relazioni diplomatiche tra gli Stati Uniti e 11 governo di Pechino. Tutto questo, secondo u Reagan versione 1980. andava cancellato con un tratto di penna: l'unica vera Cina era Formosa. Negli anni successivi, vlce' versa, quella fondamentale questione di principio cominciò a perdere Importanza di fronte alle dlfilei- j 11 realtà della politica Internazionale. Reagan, eletto presidente, continuò Infatti ad armare e difendere Formosa, ma continuò anche la politica di apertura verso la Cina comunista, già seguita dal suol predecessori. E come Nlxon nel 1973 e Ford nel 1975. anche Reagan e stato ospitato e debitamente rive-; rito dal dirigenti di Pechino. Anche per 11 governo clnocomuntsta, In verità. Il problema di Formosa ha sempre sollevato una questione di principio: la sovranità di Pechino su queir Isola non si poteva e non si può neanche mettere In discussione Tuttavia, sotto la pressione di problemi economici ben più urgenti, anche gli attuali dirigenti cinesi sembrano nutrire qualche forte riserva mentale su Formosa: anzi rivendicano la sovranità della Cina comunista soprattutto per non crearsi ulteriori problemi con I sopravvissuti settari Integralisti di osservanza maoista. Il governo di Pechino accetta sostanzialmente lo status quo e confida nel tempi lunghi. A cadenze più ravvicinate. Invece, vuole acquisire dagli Stati Uniti gli strumenti dello sviluppo e della modernizzazione del Paese, che rappresentano gli obiettivi primari dell'attuale politica cinese, per la quale la questione di Formosa, di fatto, ha un'importanza secondarla rispetto alla lmliortazlone di reattori nucleari, attrezzature elettroniche, investimenti In dollari, knou-hou Industriale Su questo terreno. Reagan ha assunto degli Im¬ pegni Importanti, che verranno formalizzati In, tempi brevi A questo proposito verrebbe spontaneo ricordare un'altra fondamentale questione di principio sollevata a suo tempo dall'attuale presidente degli Stati Uniti: l'esportazione di tecnologia occidentale verso l'Europa orientale e l'Unione Sovietica, In relazione al gasdotto russo, che suscitò 1 ben noti veti da parte americana. Uè doppie verità sono 11 pane quotidiano della politica Internazionale e sarebbe vano stupirsene. Lascia viceversa sorpresi 11 tentativo di Reagan di (are leva sul bisogno cinese di tecnologia occidentale e sulle due principali preoccupazioni del governo di Pechino, sviluppo economico e sicurezza delle frontiere, per Ingaggiare la Cina In una grande alleanza antlsovtettca. La lettera e lo spirito della diplomazia cinese, anche nel corso della visita di Reagan, vanno In una direzione completamente diversa. I rapporti tra la Cina e l'Untone Sovietica possono migliorare o peggiorare, ma 11 governo di Pechino, qualunque cosa accada, non sarà mal disposto ad abbandonare la sua posizione di equidistanza e di lndttiendenza dalle due grandi potenze Lo stesso Richard Nlxon, che non aveva mal nutrito l'illusione di adoperare 1 cinesi tn funzione antlsovletica. aveva capito molto presto che per 11 governo di Pechino nulla e più Irritante della sensazione di essere considerato come una leva della macchina Infernale del rapporti sovletlco-amerlcanl. Nel corso della visita di Reagan In Cina, non a caso, 1 dirigenti di Pechino hanno lasciato cadere nel vuoto le numerose uscite antlsovletlche del presidente americano e non hanno risparmiato osservazioni franche e apertamente negative sulla politica statunitense in Medio Oriente, In Europa e In America centrale. Hanno anche sottolineato 11 significato positivo e amichevole della prossima visita In Cina di Archlpov, vlceprlmo ministro sovietico e vecchia buona conoscenza del cinesi. La settimana cinese di Reagan e stata, complessivamente, un discreto successo personale; ma In termini sostanziali 11 presidente americano se ne ritorna a Washington senza ne*sun significativo risultato politico-diplomatico da far valere di fronte all' opinione pubblica Interna e Internazionale. Piero Ha irati

Persone citate: Reagan, Richard Nlxon, Ronald Fteagan