Grida per Corinna dai focosi amori

Grida per Corinna dai focosi amori Grida per Corinna dai focosi amori GENOVA — Il processo contro Corinna Grisolia fu il primo (poi vennero Ghlant e Fenaroli) a creare nel dopoguerra un solco fra colpa e innocenza. Ma in maniera atipica. Stavano con Corinna gli uomini, perché (Imputato era bella, avvolta in un torbido fascino, sorriso invitante, alle spalle ■una giovinezza carica di turbolenti amori. Erano contro di tei le donne, per gli stesti moti pi. Come dire: 'Sei affascinante, luti peccato, ora paga». Non per niente, una delle più petenti accuse le venne dalla portiera dello stabile, andana e un po'claudicante, che parlò scandalizzata, a lungo, di «Incontri d'amore della signora Corinna quando 11 marito non c'era». Corinna Grisolia fu condannata per avere ucciso il marito, Clemente Mazzarella, a coltellate nel febbraio dèi 1944. Trunt'annt nel 1950 e venttdue anni in appello. Ebbe la grazia dopo aver scontato diciassette anni in gran parte nel carcere veneziano della Gtudecca. Che un delitto (passionale?, per Interesse?) compiuto durante la guerra sia finito in un'aula di giustizia è episodio raro. In quel tempo le uccisioni rimanevano tenta motivo e tenta colpevole, tanto facile era accusare brigatisti neri e tedeschi. Uscita di prigione, Corinna Grisolia è scomparsa; ti dice che viva in un rustico In Toscana, in assoluta solitudine, desiderosa solo di dimenticare e d'essere dimenticata. Ma gli anziani, a Genova, non hanno «cordato le fiammate di passione di quel tempo, le arringhe tribunizie (•Corinna, lo ti salverò», fu Iinvocazione di uno dei tuoi difensori) e soprattutto l'interrogativo che divite la ritta- colpevole o innocente? Le donne la definirono strega. Invocando una condanna che fosse anche csorclzzazione di peccati d'amore. Gli uomini l'ammiravano. Mentre la traducevano dalla (rabbia ad uno stanzino del vecchio Palazzo Ducale di Genova, un uomo le gridò: •Morirei volentieri per te». Era il tempo dell' enfasi, della retorica. ? Quando il pubblico ministero nel primo processo la descrisse «cinica, avida di piaceri, che dopo aver accoltellato 11 marito finse un'aggressione di sconosciuti e malamente da sola si legò», non ci fu donna in aula che non batté le mani. Gli uomini rimasero coi loro dubbi. Non furono teneri col marito ucciso, che del retto — da vivo — non aveva meritato molto. Gioielliere, comprava da ebrei per seguitati a prezzi di fame, preparava linpoftini di piombo ricoperti doro vendendo/I per autentici. Da un rapporto della questura: «Nel suo negozio di via Carlo Felice c'è un viavai di personaggi sospetti». Potrebbe essere stato assassinato per aver fatto un bidone? O per la vendetta di un truffato? Corinna Grisolia ripete da quarantanni che è «tato cori, e non e mai rimatta sola. g.c.

Persone citate: Corinna, Corinna Grisolia, Fenaroli, Mazzarella

Luoghi citati: Genova, Grisolia, Toscana