Nei megalabirinti di Parigi

Nei megalabirinti di Parigi ISPEZIONE A TRE MONUMENTI SIMBOLICI DELLA NUOVA FRANCIA Nei megalabirinti di Parigi 11 Centri' Pompidou e il nuovo Forum des Halles dominano, come sterminate Bastiglie, costruzioni e strade care nel tempo alla miseria e al crimine • Offrono un convito permanente di Spettacolo e Cultura, ma valgono come esempi di architettura del malessere Spazi soffocanti e un laghetto artificiale con mostri meccanici - Una maschera sulla facciata della stazione centrale di Lione PARIGI — Non mi sarebbe sicuramente inutile, se l'Uditore (Massoii, di Milano) me lo Int'Iosse. 1/ laxtoro del dottor Luigi Oreste Speciant. DI cancro si vive; tratta dell' Ipotesi psicosomatica del cancro e mi pare che questa interessante ipotesi twn escluda connessioni tra certe /orme di architettura e urbanistica contemporànee e la genesi della malattia. Ma forse non si tratta soltanto di certe torme: per f suoi materiali nudi, i suoi labirinti di linee rette, i suoi spasi costrittivi e stravolti, tulio I' edt/icurc contemporaneo puh essere definito cancerogeno, cosi com'è portatore di disturbi nervosi, /rutto insieme e causa di jicrturbazionc mentale. L'ipotesi psicosomatica non e certo infondata Hi fronte, e all'interno, di tre Cose di recente costruite in Francia un jienslero lucido non può che ricorrere al confronto patologico. Quel che e stato fatto alla stazione centrale di Lione, il ticchio Lgon-Perrache, è opera più di criminali che di architetti l.o stazione è stata fatta avanzare di cento-duecento metri, applicandogli sulla faci-lata, non demolita ma iMcullala, una maschera sfiaventosa nel cui interno folle angosciate ubbidiscono a un'ininterrotta catena di segnali e a continue sollecitazioni commerciali. L'uscita c'e, però il dubbio che potrebl>c non esserci, per la difficoltà di trovarla, aumenta l'incubo del viaggiatore. Prendere un altro treno, al più presto, é l'unica idea che può confortarti. Ripartire subito, cambiare luogo, non rimanere in una città dove la gente che arriva è accolta con un simile colpo di costernazione, di cui permane dentro le tempie tramortite /' onda funesta... Ma, laggiù, sui binari, t in agguato un gigantesco rettile giallo a cui di treno non è rimasto che H nome: il Tgv, un missile balistico die fila raso ferro tea rai'cntando in un palo d'ore In tua umile valigia col braccio che la tiene in un altro posto che sta diventando cancerogeno, la Gare de Lyon di Parigi Dentro la t'affala ci sono libri, magliette, mutande, sapone, cose della vita, che servono a l'itvrr: perché devono viaggiare a una t>elocltà cosi assurda? Ma, poi. perché usarle? Non è meglio buttar le. subilo? Al Centro Coni nicrctalc puoi sostituirle con un piccolo calcolatore, due orologi, gomma da masticare, assorbenti, sonniferi, un transistor e. unico oggetto umano, un palo di manette A Parigi si possono fre quenlare. standoci anche I ■ intera giornata, ad assorbire radiazioni maligne, due luoghi che valgono come esempi storici di architettura del malessere e potrebbero servi re ad illustrare l'ipotesi psi cosomatica sul cancro: Il notissimo Centre Pompidou e, li l'Icilio, il nuovo Forum des Halles. L'angelo della morte li ha deposti, enormi, sterminali, nel cuore del Marals. tra costruzioni e strade care nel temilo alla miseria e al crimine ma dove non t mai mancala, allo sguardo, la dolcezza risanatrlce di con templare linee di perfetta armonia. Qualunque angustia, strettura, imbuto, impasse', cord letto tra mura, retrobottega del Marals contiene infinitamente più spazio di quelle due Cose che sembrano sperperarlo, e invece lo annienta no. privandone chi entra via via che s'inoltia credendo di averne moltissimo a disposi «Ione, Questa illusione permeile di catturare il visitatore: quando e dentro, la Cosa gli si stringe addosso come una cella dalle pareli elastiche, fino ad annullargli del tutto lo spazio che gli era stato fallo immaginare est stente fino all'abbondanza Il disturbo die si prova t sottile e insidioso: t qualcosa di simile all'aschematla di Bonnier in cui 'l'ammalalo inni si sente- più nello spazio o non sa quale posizione vi occupi». E tu sei invitalo ti a una siicele di convito permanente di Spettacolo e Cultura, in una costante sollecitudine dell'Amministrazione pei migliorare la qualità e la profondità dell'agguato. Hanno grandi mezzi per con tinuare indefinitamente ad assassinare spazio, fingendo di regalarlo, all'interno di un luogo in cui ogni particolare del progetto è slato studiato iwvista di segretamente soppiimerlo. stlipadel'esmgorastFsdlprtcfmadcev L'esterno dilata II mostruoso fino all'intollerabilità, eppure in ogni faccia di passante leggi la tolleranza della Cosa, che ne denuncia l'intimo abbrutimento. Il n' est mesure quo eie Paris, asmi ninni Colette; questo orgoglio era giustificato, ma ot/of f suol t-une ittadtiii tollerano Itenlsslmo famelrta distrerà fa del Pompidou e del Forum, ci sguazzano, non ne sono feriti, non pensano al doi<ere di distruggere l'uno e l'ullro come Bastiglie mollo più liasliglie di quella poverella, al confronto fnnot-rnte, che f foro antenati «I accanirono a demolire nelf'Offan fanone. f-a mia ragione dev'essersi mantenuta chiara, perché avrò giralo Intorno alla Cosa di ruc Bcaultaurg cento e cenlo volte e non ho ancora esaurito la capacità di provarne ribrezzo E' la maggio¬ re concentrazione di brutto che la mia memoria possa tirar fuori come esemplo. (Hi ascensori esterni permettono crudelmente di osservare le linee armoniose di quel etre. Intorno, non i stato demolito o deformato, in un confronto stupito clic aumenta la costernazione Ma la libertà data ai costruttori di proiettare la loro oscura i ululili di nuocere in una simile vendetta della materia nel confronti della mente disciplinatrice, mi costerna meno dell'assuefazione alla sua presenza che conferma il titolo dello Speciant: DI cancro si vive. Non tornavi» qui da oltre due unni Vedo che hanno lai-tirato bene.. A fianco del Pompidou e sfato crealo un laghetto artificiale! Sarebbe già abbastanza assurdo un laghetto vuoto: ma non é vuoto. E' popolato di mostri meccanici dal colori i-lofent issimi, efie r-ornlfano acqua rome fosse fumo e fiamma, e zampilli ricadenti e movimenti del mostri trasformano la sujierficle del laghetto in aliarli di < tu alluni marini Alla sera e IIncendio dei proiettori, e su dal laghetto viene come il sogghignare monotono di un demente. Ulte o trecento metri più In là. tra strade travolte da nuovi usi commerciali (di limano sopravvive un po' di commercio carnale familiare. Ira le sfiorite che fanno il lapin davanti alle botteghe di me Saint-Denis) c'è II Forum des Halles. i.'tn i-i o lascialo pia attiro nel sottosuolo — più piani di commercio implacabile — ora esiste arrefre In verticale. senza essere ancora terminalo, e I costruttori promettono altre sorprese per l'avvenire. Hisiietlo al suo nlelno, etre esibisce fa sua smisurata bruttezza di ciclope Infelice, privo anche dell'unico occhio, come una sfida feroce alla linea Intelligente, allo spazio che resiste umano, in un grido di bestialità perduta, di materia risvegliata per imprudenza e stolidità, il Forum è più cosciente della propria antlumanità. si direbbe che calcoli ciberneticamente, in un suo punto segreto, il danno che si destina a produrre. Appare come un insieme di torri di retro e metallo In svolgimento caotico, che collegano corridoi, sotterranei, piste aeree, in cui trova posto tutto, oltre a un commercio insulso e ì-olgare, istituzioni culturali policefale. una Casa della Poesia, un' apiiendlce del Musée Grévln, l'Ente per la Cremazione, migliaia di porte su stanze vuole — di modesta espansione in altezza ma con diramazioni incalcolabili nel sottosuolo e metastasi in punti staccati, nelle graffiale vicinanze esposte al contagio. La sua tvrità patologica i di cancro im>asorc. Ahimé, ho un ricordo sbiadito e lontano delle Halles di Uallard. li vissute centotrentanni e già sparile! Com'era scarsa, a cent'anni, fa mia curiositi).' Spuntarono all' aurora dell'età del ferro in architettura, una triste aurora, eppure tutto quel «mostruoso espandersi del metallo- arena -la leggerezza del fogliame di un grande albero secolare- (Zola, loro stupendo poeta-plttorc-fotografo cinematico nel Ventre eie Paris;, Ia: Halles erano riuscite a convitare, per anima trasmessa dal costruttore al ferro, col ricami di pietra cadente e gli spazi di grazia del quartiere di Satnt-Eustache e del Marals: cosi anche nelle pitture del Doganiere compaiono dlpfte e fabbridie. ma ancora le redi soppeffe all'albero, la supreniazia della campagna ééèX ftuj me non é scalfita, o lo è appena. Tuffarla un mercato coperto è un luogo di costrizione, una galera: il mondo, là sotto, è una campagna dilavata da una lontananza <f esilio, e il grido delle bestie sacrificate non può disperdersi. Le Halles. capolavoro del mezzo secolo, significavano epoca di masse, umanità anonima, democrazia sfrenala, commercio in violentissimo divenire, e come Ventre di Parigi, gtà megalopoli, non scherzavano: erano ventre davvero, tutto e solo nenfre. fa fame obbietttvata. materia per riprodurre materia, grandioso simbolo della Materia che muore perpetuandosi, colossale peristalsi svelata di colore, furore della Volontà di rlisrre che vince c travolge tutto: sic expletur icluna cupido. Se ancora fossero là, Intatto il loro immane flusso di fila, sarei in tvdcffa soffo I padlpffonf dalle sci del mattino fino a mezzogiorno: ci starei, digiuno come il Battista, a riempirmi di filosofia e di dolente e malsana poesia Pur cosi mondo di ferro, di masse e di materia, lo spazio, alle Halles, lo spazio in cui situarsi, reslava II Forum dei postgollisti e postpompieliti in e un puro strumento di tortura mentale T'ingoia come una sabbia mobile, ti nausea come una barca rullata Senti nella sua sregolatrzia )iesare una regola fienale incomprensibile e nuova, la carezza mortale dell uniitcrso totalitario. Il Forum é più pericoloso del Centro Pompidou perché si muove Non sembra che debba fermarsi fi Chi sa doie sarà arrivato tra un anno Qualcosa delle Halles è rimasto Non dimentichiamo che erano un luogo sacrificale si uccideva alla Villette, ma l'altare dote le vittime erano esposte e messe a sanguinare era alte Halles Quanti milioni di viltime in cento e più anni? Un ininterrotto arrivare e partire di gole squarciate, di corpi squartati, ciascuno col proprio urlo, ciascuno col suo trabocco sanguinoso di Questo che lo sono sei lu dalle carotidi ...untile Alt senza più volo, occhi spalancati di musi decollati, senza naufragio nel clamore delle contrattazioni, vigili sentinelle della colpa nostra di essere nati. La mazza ferrata e II coltello da scarnificare, la scopa intrisa di sangue, il grembiuIone imbrattato, sono sepolti là sotto, sono forse nascosti in qualche stanza cibernetica di questo Forum fintamente disinfettato, e gli occhi brillanti e t nast annusanti delle compratrict di carni ancora )>opolano quell' area contaminata, tenaci a non abbandonare quello spazio abolito Cosi là dove ciondolava la testa dell'animale dono lf colpo mortale, ora è l'uomo, il visitatore inconsapevole e senza memoria, la coppia, la famiglia uri mirino dei Servizi Culturali, a ricevere il colpo squilibrante di una vendicativa deformazione spaziale Guido C'eronctti

Persone citate: Bonnier, Colette, Luigi Oreste Speciant, Lyon, Pompidou, Ventre

Luoghi citati: Francia, Milano, Parigi, Saint-denis, Villette