La fatica d'essere svizzeri italiani di Alfredo Venturi

La fatica d'essere svizzeri italiani DIBATTITI E INIZIATIVE PER LA CULTURA DEL CANTON TICINO La fatica d'essere svizzeri italiani La minaccia viene dall'essere minoranza • «Stretti fra il muro delle Alpi e la frontiera, dobbiamo riscoprire le nostre radia», afferma Bellinelli, direttore dei programmi culturali tv • Il poeta Giorgio Ordii si sente «il toscano e il lombardo della Svizzera» Nascono iniziative editoriali; si mandano i figli a studiare a Milano e a Pavia - Lo speciale accordo tra la Confederazione e l'Italia DAL NOSTRO INVIATO LOCARNO — Karl Vlktor von Bonstetten non avrebbe neanche potuto immaginarlo: il suo libro tradotto dal «cinesi.' Aiti-trio bernese, protestante, illuminista, fislocratico, costui aveva lungamente viaggiato, fra il 1795 e il "97, nelle terre che oggi costituiscono il Canton Ticino. Alla Ubera autonomia cantonale mancavano pochi anni: la Svizzera italiana era ancora sottoposta alla sovranità congiunta di dodici fra i tredici cantoni elvetici, che nelle quattro circoscrizioni. Ijocarno, Valmaggla, Lugano e Afcndrislo. mandavano a fumo i loro balivl. Bonstetten era venuto da (lucute parti con incarico ufficiale: una visita d'ispezione c di giurisdizione. Ne uscì un volume, le fortiere sopra I bnllaggl Unitimi, in cui all' analisi politica e sociale si accompagnano i motivi caratteristici dell'intellettuale di lingua tedesca clic viaggia fra i miti c gli stereotipi del Sud. Uscito a Copenaghen all'inizio dell'Ottocento, il libro contiene un giudizio durissimo sul regime dei balivl: regime immorale, corrotto, inefficiente. Ma anche sulla gente che abitava I .miseri nidi di miv.o- di queste valli: .(orse gli uomini più Infimi d'Kuropa». un }x>polo superstizioso, bigotto, ignorante, violento. Ecco jierché il severo aristocratico di Berna non crederebbe ai suoi occhi, oggi, vedendo le Lettere dopo quasi due secoli rese in italiano iMT iniziativa di un editore lugancse. Armando Dada, pubblicate in un elegante volume illustrato e commentati', presentate in una sala a Locamo folta di pubblico come primo volume di una collana, 11 Castagno, df testimonianze e studi sulla .Si■(..-zrra italiana, colte come occasione di dibattito sulle sorti della cultura italiana in Svizzera. Nord e Sud Una cultura che qualcuno vede minacciata: non tanto da una volontà di sopraffazione svizzero-tedesca, quanto da una pressione che è implicita nel rapporto demografico, nell'essere minoranza poco oltre il 10 per cento. Renato Mar linoni, che ha tradotto e commentato il volume di Bonstetten, indica V epigrafe die ha scelto, grido di aliatine e di amarezza. Viene dallo Stelnbeck di Pian della Tornila.' Adiós montcl In un'altra citazione. Marlinoni ricorre a Berchct per risjsondere a Bonstetten. Costui parla della montagna come spartiacque fra un Nord necessariamente evoluto e un Sud votato alla pigrizia mentale. «La potente massa delle Alpi, dice, sembra spartire In due persino 11 ciclo-. Sciocchezze, ribatte il romantico milanese all'illuminista bernese: le .operazioni Intellettuali- non risentono affatto di un diverso dosaggio di sole e di nebbie. Ciò non toglie, del resto, che sia appunto geografico il fondo della questione ticinese. Il San Gottardo, questo nodo roccioso dal quale scendono le acque di tre Europe, il Rodano, il Reno e il Ticino, scisara ti nocciolo tedesco della Si'izzera dalla sua prò{saggine Italiana. Da una parte c'è Uri. uno del tre territori che sette secoli fa fondarono la Confederazione, dall'altra il Canton Ticino, la moderna creatura politica che l'Ottocento sovrappose ai Imliaggi visitati da Bon- stetten. Da una parte il solenne patto confederale, le sjtallc coperte dal parse più florido e più pacifico del mondo. Dall'altra la radice lombarda, cosi bene individuata nel paesaggio ria Giorgio Ordii, l'appassionato poeta di queste valli: -Tutto 11 verde che scorre lino ni grigio/ tutto II grigio all'altezza dei colombi-. •Slamo stretti (ra II muro delle Alpi e 11 muro «della Irontlcra-, dice Eros Ùclllnclli. Responsabile a Lugano dei programmi culturali della radiotelevisione svizzera italiana, titolare di una piccola casa editrice, la l'antarei, che ha in catalogo libri d' arte e di cultura, Bellinelli parla del -passaggio violentissimo- di queste terre, in poviii decenni, -da una sortela primaria, e di emigrazione, a una società terziaria. In parte iiostlndustrlalc-. Una transizione che in pratica ha saltato la tappa Industriale, che ha distrutto vecchi fa/ori senza introdurne di Tu/o; I, che per esempio ha demolito un'antica religiosità preconcillarc, barocca: quella religiosità jiopp/arc alla quale Giovanni Pozzi, il frale ticinese che insegna letteratura italiana all'università di Friburgo, ha dedicato a Lugano una mostra di grande interesse. Una transizione che ha portato, in definitiva, allo smarrimento dell' identità. Bisogna secondo Bellinelli che la cultura ticinese, oggi sterilmente divisa fra provincialismi aulocclebratlvl. conformismi ufficiali e velleità di opposizione, sappia convincersi della necessità di riscoprire, curare, difendere le sue radici. Che sono evidentemente Italiane. .11 nostro ruolo è rappresentare la cultura Italiana In Svizzera, arricchire la Svizzera del valori che questa cultura porta In Sé». Annuncia con soddisfazione l'Imminente uscita per la sua Puntarci di un volume di Franco Brestnt, Lo stile lombardo. -E' una storia della letteratura lombarda da Bonvcsln de la Riva (Ino a oggi: una storia della letteratura lombarda di cui noi slamo parte-. Le congiunture politiche hanno a volte detcrminato imbarazzanti incomprensioni. Martlnonl ricorda come in un ìicrlodo neanche tanto lontano il discorso delle radici non si poteva tentare. percM rischiava di suscitare interpretazioni irredentistiche. Anche questo ha contribuito a mortificare la cultura ticinese, stretta a Nord dalla barriera linguistica, a Sud da queste altre barriere. YYadi.donalmenf'r valicale, del resto: è Infatti Milano a soddisfare le necessità editoriali del Ticino, é a Milano, a Parla che I ticinesi realizzano la loro formazione sujH'riore umanistica. Ora è in progetto, a Lugano, una scuola postuniversitaria di alti studi letterari. Giorgio Orelli vive a Bellimona, all'ombra delle antiche fortezze. Oltre all'opera poetica fi/ora del tempo. Sluoplcj è autore di saggi critici. Sta ora lavorando a un libro su Montale, una rilettura -mollo verbale-, una ricerca sulla memoria Inconscia che travasa nei versi del poeta ligure involontarie citazioni, magari soltanto ritmiche o timbriche, di altri poeti: soprattutto Pascoli, D'Annunzio, ma anche Dante, Shakesix-arc. fino a Hopkins e alla Dickinson. Una simile ricerca ha già condotto su altri autori, per esemplo ha studialo i dantismi in Petrarca, ha esplorato l'immenso patrimonio di cultura letteraria che si nasconde nelle pieghe dei Promessi Sposi Uno scontro Dunque, ]K>ela svizzero di lingua italiana: che cosa vuol dire? Orelli ella due de finizioni Illustri: Anccscht lo ha chiamalo -Il lombardo della Svizzera-, Confini lo ha considerato piuttosto -il toscano della Svizzera-. Finse hanno ragione tutti e due, dice lui: -Toscano. jiercliC avidamente nutrito di quel succhi, lombardo, perché lombardi sono I temi. Il paesaggio, Il lago-. Afa svizzero come, e perché? .Noi come svizzeri ab binino un dovere nel con in,mi del resto del mondo: noi godiamo 11 privilegio di una pace secolare, slamo uomini In ascollo, lavoriamo nella noslra solitudine...-. Ricorda un maestro ticinese, Francesco Chiesa, e un maestro italiano, Gianfranco Contini: grande filologo ma nmìie resistente -al fascismi», al non saliere Ecco, l'Ossola, Io, resistenza, che lezione per uno svizzero di veni anni Alla biblioteca cantonale di Lugano, immersa nel verde del parco. Incontro Giovanni Ordii, cugino di Giorgio, autore di bel romanzi di lago e di montagna: L'anno della valanga, La festa del ringraziamento. Il gioco di Monopoli. Ne sta preparando un quarto: è II romanzo dello scontro fra due mondi psicologici, la quiete familiare elvetica e le ragazze italiane che, nell'immediato dopoguerra, fuggirono t loro paesi affamali per venir qui a fare le domestiche, portandosi dietro la memoria del dramma e insieme una grande esuberanza di vita. ('•ini anni Ordii non condivide il pessimismo sulle sorti della cultura italiana in Svizzera. Anche se 1 'tedeschi* vogliono fare nel Ticino una tv privata nella loro lingua. Anche se vengono qui a starnare raramente cercando contatti: come Hesse, che Viveva qui come in riserva. Tuttavia Ordii parla di -tendenza ticinese a drammatizzare-, e comunque si dice convinto che -non si salva una cultura per decreto-. Lui rappresenta il Ticino nel comitato direttivo della Pro Helvetla. una fondazione che ha sede a Zurigo e amministra con larga autonomia un bilancio aumentato dal governo Lo scopo: applicare al campo culturale il pluralismo che è alla base della costituzione federale. Si distribuiscono sovvenzioni a Iniziative di riconosciuto l'alare. Per esemplo molte risorse vengono impiegate per tentare il salvataggio di una lingua e di una civiltà, la rcto-romancla, quella si davvero moribonda Una Iniziativa finanziata dalla Pro Hclvctta e stata per esempto la collana editoriale CU. Realizzata dagli editori Benztger di Zurigo, Iteriti Galland di Veveg, Casagrande di Bclltnzona, si è projHìsta un programma di traduzioni incrociate di autori svizzeri nelle quattro lingue della Confederazione • Prima dell'Iniziativa CU noi ticinesi, se volevamo leggere Frisch o DUrrenmatt In il aliano, non avevamo clic edizioni Italiane: Insomma dovevamo leggere autori svizzeri pubblicati all'estero.. Purtroppo la qualità ridir traduzioni, spesso mediocre, non ha favorito ti successo dell'operazione. Se iniziative come questa tendono a annullare la frontiera alpina, frontiera linguistica intema, ci sono anche imitative che prendono rii mira l'altra frontiera, la frontiera politica a Suri V Italia è il solo Paese con cui la Confederazione abbia stretto un accordo rit coopcrazione culturale, consacrato appunto agli scambi fra le regioni limitrofe: Piemonte e Lombardia ria una parte, Ticino dall'altra. Fra l'apertura sul Nord germanico e l'ajxrtura a Sud sulta Padania, del resto, non c'e contraddizione. E proprio in ciò sta lo specifico di questo lembo d'Europa in cui ci s'interroga con qualche apprensione. In un bell'italiano dal rotondo accento lombardo, sulle due frontiere che non è cosi sempre facile, alla fine. s}ialancarc come si vorrebbe. Alfredo Venturi