Lune sui ghiacci di Friedrich

Lune sui ghiacci di Friedrich PARIGI: IN MOSTRA UN PRINCIPE DELL'ARTE TEDESCA Lune sui ghiacci di Friedrich PARICI — Chi può pei mettersi in questi giorni un suborno ,t Parigi non deve Limitisi scappare un appuntami nm con l'opera di Caspa; I >.ivul Friedrich, offerto dal «Centte Coltimi du Marais». Veramente, ci sarebbero ragioni |xt consigliare di non cedei alla lusinga. Infatti, la mo stra è scarsa di dipinti (cinque), lina solo di disegni e di acquarelli (petaltio stupendi), soprattutto è accompagnata da fastidiosi e pretenziosi sussidi audiovisivi, come avviene anche nel latalogo, in cui il icsponsabilc ilei «Centtc», Maurici (111111.11111, rivela una >m>n.t dose di dilettantismo Ma Friedrich è uno ilei più liti «fari» della mistetiosa congiuntura tra Settecento e Ottonino, cui oggi va irresistibilmente la nostra attenzione; e inolm costituisce un esatto pendant alla granile figura dell' inglesi Turncr, cui Parigi de duo l'anno scorso un ampio omaggio; era giusto e op|>oi timo, quindi, iltc analoga sor te toccasse al rappresentante principe dell'arte tedesca, benché ciò sia avvenuto nella forma dimidiata di cui si è ili Ito \jC vile pai.illelc di Tinnir t «li Friedrich si annunciano perfino ni D'anno di nasi ita quasi coincidente ( 1774-1775) 1 continuano nelle scelte più sostanziose di ordine stilistiio: entrami» paesaggisti, spregia lon <li! urna umano-siotico, t quindi delle varie componenti icvivalistc che entrano a comporri 'I complesso ambito delle poetiche romantiche. luti' al più, enttambi propensi a guani aie indietto verso Claude Lotrain, ma perche 1 cieli alti I apein del francese costituiscono, pei tutti e due, un cenili me punto di partenza, una spini ili ribalta vuota, suscettibile di esiti diversi. Infatti, da questo punto le • viti parallele divergono, e la loro concordia si fa decisameli II discorde. Sembra anzi che < ssi si dividano il compito di giocare due carte opposte. L' uno, Turncr, diverrà il campioni ilei «non finito», mcntte l'altro lo sarà di un «finito» ■■ ' tu oli .so, esasperato, in ami- I ipo sulla Metafisica e il Surrealismo ilei nostri tempi. Nei termini del tema paesaggistico, cui entrambi si attengono, questa divaricazione si concreta m modi spcttacola- II e tangibili. Nel caso di Turni t, si ha lo scatenamento dei fenomeni atmosferici: cieli tempestosi, uragani, alleai allo vonvolgimcnto dei flutti manni, 1 fluidi prevalgono sui solidi, simttolcggiando un evento unitale della contempotancità quale la conversione tk 11.» mateiia in energia. Le disusi- equoree esalano nebbie ihe inrrodono i corpi, avvolgendoli nei loro moti turbinoFriedrich sceglie una via esaltamenti contraria, punta line- all'ibernazione dei fluidifacendo si che anch'essi per vengano allo stato solido, ma ni II algida immobilità della glaciazione L'umidore, nelle sue opere, si condensa in bri ne, in aghi di distailo appuntiti c taglienti. Si potrcttlte continuare ad attingete alle rispettive schedine biografiche e ijuindi invocare, pei l'inglese, una sensibilità condizionatdal ilima oceanico, aperto asoffio ilell'Atlantico. L'alito, invece, nasce Circifswald, porto del Balticoli se il primo, dai fenomenoceanici o atmosferici scatena ti. desume il motivo del turbi ne, ilei vortice, il secondo in troiata i ritmi di un pacsag gio basso, a pelo d'acquascandito tutto sulle orizzontale le verticali (uguale destino netterà, un setolo più tardi, ill'olandcsc l'iet Mondrian). L'orizzonte, nelle esperienze li vita e d'aite di Friedrich, < lato dalla linea del mare, o lai lampi che si perdono monotoni a vista d'occhio, ma da pici basso profilo svenano numerosi motivi vellicali, che sai anno volta a volta le rovine abbazie golii Ite, oppure [ticchi rocciosi, pennoni e sartie di navi, e soprattutto allieti, contorli e scheletrici nel nuikt sviluppo dei tami. Sono questi i temi su cui I' attisia si esercita in un lungo apprendistato, speso dapptima a Copenhagen, e poi a Dresda (dove si stabilisce nel 1798 e dove rimaità fino alla morte, nel 1840). Tutto il ptimo tempo c dedicato a una paziente attività grafica, affidata ai segni netti, quasi laminanti dilla matita, oppute ai contrasti luminosi e leggeti della seppia, o alle campiture anch' esse lievi e immateriali dell'acquarello. Il giovane sembra voler marnare di lonstrva nelle file di un ncoclassii ismo nordico, tanto è vero che perfino il granile Goethe si interessa di lui, ben lieto del fatto che Friedrich pronuncia, come si è detto, un rifiuto nei confronti ilei gusto «malato» proprio ile Ile romanticherie medievali. Ma il consenso di Goethe si interrompe quando il nostro viene esasperando la sua qua uà di fondo, vale a dire epici la sua tendenza all'iUtnazio ne, alla glaciazione spinta Classiiità è senso dell'equili brio c dei limiti, mentre i di pinti di Friedrich (quando fi nalmcntc comincia a eseguirli) pigiano fino in fonilo il tasto di un ttrocedimcnto fiigoiife IO. Tutto si blocca, raggiunto da un rifior ntorlis, die d'alita parte vuol essere un opportu no accorgimento |tcr im|tcdite l'auesso ai veleni della vita, della natura. I.a morte per gelo risponde al tentativo di preservare i corpi, di affidati a una specie di algido paradiso tcrrestte non raggiunto dal! lorruzione, «love quindi la ma m cria si può convertire in spirim.i comlcnsandosi, rap (tendendosi (e dunque con trocedimcnto opposto a quel- > usato da lui nei) Ino itisi che i cieli o i mari o la vegetazione di Iniiridi assumono la parvenza c la (insistenza di cristalli sottili c infetti; basta un nulla per intintili, anzi, compito dell'arista sembra eniasi essile quel- > di mulete alla prova quella ho |x.rfczionc, di percuoterli on accidenti vari, cosi come percuote un parabrezza o una vetrina, magati |>cr com>ieie un furto. Ma se i distaili sui» di mona fatuità, resistono all' Ilio, tutt'al più dando luogo a kIIissuih- «fioriture*, a licami arai teschi di crepe, VA è »y punto quanto avviene nei cicli di Friedrich, sottoposti all'impatto di quegli elementi vcrti oli di cui si diceva. Cosi, gl II*ti incidono in superficie tormento delle loto dirama/io ni, imtxditi ili andare in profondila, chiamali a esprimete un tormento a fior di pelli quasi un sottile c ronzante u ti asuono. I. a loro fanno eco stormi di uccelli, che ilpun lotto il compito di ini idi ie, di ncrinarc le distese di ghiaccio Oppure il compito spetta al motivo mistico e religioso della croce (come è in uno dei ilipinti più celebri del nostro, Gocc sul Baltico»). Tuttavia anche i campanili aguzzi, gli allieti delle navi, e soprattutto le rocce taglienti, abrasive, gli iaberfp acuminati non sono da meno, elevano il simlntlo di una ferita implo tante, del resto subito congelata, bloccata, rimarginata con I' aiuto di una specie di crioteta tia. l'iilino la falce della luna dilla partita, offre un moti 0 in più |tcr solcate ciuci cri stalli impcttuthahili, clic d'ai tonile, inutile rijtctetlo, reg gono perfettamente il coljto. l'toprio attorno al motivo Iella contemplazione della una (una dilli cui variami è i poi In dipinti presenti in musila) Malta l'altro asjictto arai (aizzante dell'aite di laminili, la piisoi/a umana (in questo caso due gcntiluo mini), clic volta ostcntatamen le spalle a noi osservatori. Fi' un atteggiamento clic si (trista a molte inleiptctazioni suonilo la provvida ambiguità propria dell'arte migliore. In amo, è un invito impetioso a non lasciarci disttatre dalla ]«>■ bizza dei casi umani. l/i sguardo lieve andare allo S|tcttacok> sublime della natii a, la quale officia davanti ai nostri occhi una specie di rito cligioso, cacando di attingere una condizione di eternità. Fi dunque quei gentiluomini, o |uelle gentili signotc, sono piasi dei sacerdoti da noi delegati, umili mediatori tra la miseria umana e la grandezza lei creato, fisica e metafisica. Viene da ricordare l'uso liturgico aminole alle recenti ri forme, |Kt cui nella messa il sacerdote, appunto, ci volgeva le spalle. Nello stesso temjto, quel negarsi alla vista ila ai petso naggi un senso di fasi ino enigmatico, di mistero, di cui si moniti,inno, nell'Ottocento e nel Novecento, i migliori se guati di quella medesima via fondala sul culto di un «fini lo» di litanie e ossessivo, ami camera diretta di un'estasi Indda, c cioè lo svizzero Arnold lloecklin, il nostro De Chirico. Anche se questi lem (ani eredi, in qualihe modo, •tradiranno», dal punto di vi sta di I-'iikIik li, in quanto ri |Kntctanno il mistero c l'enigma a una vii inda prevalentemente umana, a una spini di teatro filosofilo delle nosttc azioni. Ma ceno la dialettica ita «finito» e «non finito», nata con quei due glandi c incor rotti campioni, Friedrich c Turncr, era destinala a svilup patsi, a percorrere in filigrana 1 numerosi decenni dell'arte contemporanea. Ancora ogg le due soluzioni op|tostc si al ternano nel conduttc le viccn de del gusto e della moda. Renato Barili! ( ;tsp.ir Datili Friedrich: «Due cintimi in riva al mare al sorgere della Urna», in mostra a l'arisi

Persone citate: Claude Lotrain, De Chirico, Friedrich Parici, Goethe, Marais, Maurici, Mondrian, Renato Barili

Luoghi citati: Copenhagen, Dresda, Malta, Parigi