Don Mazzolali il profeta censurato

Don Mazzolali il profeta censurato NUOVE TESTIMONIANZE A VENTICINQUE ANNI DALLA MORTE Don Mazzolali il profeta censurato Pruno Mazzolar!, venticinque anni dopo. Molti si interrogano sull'ili'.unir della parola di questo prete della Val Padana che fu predicatore di grande forza e umanità e poi saggista, romanziere, fondatore della rivista Adesso. Altri domandano una pubblica revisione delle censure che subì in vita dalla Chiesa. Un approccio alla sua figura, al suo sofferto Itinerario, può avvenire attraverso documenti inediti e nuove testimonianze. Primo Mazzolar! aveva pensato di scrivere una lettera a Pio XII. L'inedito, di cui dà notizia la fondazione dedicata al suo nome, è stato trovato dentro una tela di sacco sulla quale le mani di alcune pie suore hanno ricamalo 11 motto .ricominciare sempre». Alla vigilia del Natale del 1953 Pio XII aveva pronuncialo un discorso che apparve come una ammonizione lanciala al cattolici che sognavano messianici rivolgimenti sociali. Mazzolali, che già più volle aveva subito forme di censura ecclesiastica, deve essersi sentito coinvolto: nella lettera, che Inizia col rituale .Santità., cerca di distinguere fra le parole del Papa e le Interpretazioni date dagli ambienti conservatori, ma ribadisce 11 significato dell'impegno suo e della rivista che ha I ondato come punto di raccordo delle «avanguardie cristiane.. Il quindicinale Adesso. Anzi, la teucra e l'occasione per riaffermare uno del temi che più gli stanno a cuore, quella che dovrebbe essere la scella preferenziale del¬ la Chiesa ti lavore del |iovcrl. del diseredati, e l'angoscioso .sentimento di rolpa vhe provoca in lui II distacco che esiste con II mondo del lavoro, e la volontà di colmare questa frattura storica. La lellera non fu mal inoltrata, iilcuni concetti e frasi vennero travasati In un anleolo pubblicato dal Popolo nel gennaio 1954. ma l'inedito non appare solo un ! rammento singolare, curioso, ò documento significativo della tensione ira obbedienza e libertà che costituì 11 rovello della Mia vita. Questo prete che si firmava .obbedicntlsslmo in Cristo, non perdeva occasione per riaffermare la ■ libertà del figli di Dio., e se sempre si Inchinò di fronte alle Intimazioni del Santo Uffizio, sino a ritirare dalle librerie ! suol scritti, mal rinnegò le proprie Idee, ne quanto gli dettava la coscienza, tanto da continuare a scrivere In forma anonima o sotto p-.eucliiMliiiO Incomprensione Oli amie) ricordano come più volte ritornò piangendo dal colloqui con 1 sui>crlorl ecclesiastici. Dice Piero Piazza, parroco di Itoncadello Po e presidente della fondazione- -Aveva momenti di ribellione interiore, di grande sofferenza, sino alle lacrime, jserché non sapeva spiegarsi V i ncom prensione-. Con Davide Lajolo. direttore dc-W Uniti, ebbe un famoso dialogo pubblico sulla pace sul finire del 1950. Alcuni interventi di N.az/.oiari vennero pubblicati dal quotidiano i ni: mi usta olire che su Adesso, e fu scandalo grande. Lajolo ricorda Mazzolar! che arriva a trovarlo al giornale a Milano cidpii una severa reprimenda del cardinale Schuster. e appare turbato muralmente, scosso dalla tentazione di abbandonare. Ma .don Primo. — cosi lo chiamavano gli amici — non diventò mal un .prete del dissenso-, restò fino In fondo fedele a quella che già da seminarista, di fronte alle prime, dolorose Incomprensioni, aveva scelto come sua si>eciflca vocazione: essere testimone di rinnovamento al! inni no della Chiesa. A venticinque anni dalla morie don Primo è riconosciuto precursore di tanti temi che poi sono emersi nella Chiesa e nella società civile, dal valore del laicato al pluralismo politico del catione:, dalla riforma liturgica all'obiezione di coscienza Eppure lui. che era anche un Intellettuale dalle letture Impe ■ miaiiu . volle essere soprattutto un .penero curalo di campagna., prima a Clcognara poi a Bozzolo In provincia di Mantova. Molti suol scritti sono stali via via pubblicati, ma ancora esiste una messe di Inediti, custoditi dalla sorella Giuseppina, che rinunciò al matrimonio per vivergli accanto, e affidali alla fondazione. Aldo Bergamaschi è un padre cappuccino che da giovane scriveva anonimo su Adesso, porche I superiori di seminario ne vietavano persino la li : un a Ha pronto il secondo volume del tuono di Mazzolar!, che sta per uscire dalle edizioni dehonlane di Bologna. Racchiude i li anni dal 1926 al 1934. con qualche Integrazione di documenti siugglll al pruno volume e qualche anticipazioni In avanti. Raccoglie selle -brogliassi., cioè i quaderni dove don Primo annotava a mano I fatti della parrocchia, e un quaderno di un'opera mal pubblicata, che avrebbe voluto Intitolare Ciò che pensa il mio curato, dove sviluppava le meditazioni sugli avventinculi. Preti apostati I punti pui Interessanti riguardano Il giudizio sul Concordalo del 1929: don Primo, che aveva conservalo una amicizia fraterna con Annibale Caricai, un prete che aveva abbandonalo per molivi non mollo diversi da quelli per cui lui aveva Invece deciso di restare, critica duramente la disposizione che emargina dalla vita pubblica gli ex sacerdoti. Per essi evoca la parabola del figliol prodigo, che deve trovare aperta e non serrata la porta della casa del padre. Bergamaschi sta attendendo al terzo volume del diario, che andrà dal 1935 al lMS-'46. Qui è Importante II giudizio sulla guerra d'Africa, per cogliere l'Itinerario di don Primo dal l'intere :-n tls.no democratico durante la Prima guerra mondiale alla quale partecipò volontario come cappellano militare, al ripudio di ogni torma di guerra al quale approderà al convegno di Modena delle «avanguardie cristiane, nel 1951. Il suo Tu non uccidere, pubblicato anonimo, diventerà 11 manifesto di generazioni di obiettori cattolici. Nel 1935 don Primo è ancora in cammino, a mezza strada. Lo rivela un curioso documento che sta fra la riflessione e la fantasia. Nella predica del giorno dell'Immacolata Immagina che la Madonna arri vi alla Società delle nazioni di Ginevra per tirare le orecchie al potenti di questa terra: la condanna della invasione dell'Ablsslnla è netta, ma don Primo cerca di salvare la solidarietà verso la patria, accusa Francia e Inghilterra di aver spinto con li loro egoismo l'Italia sulla via dell'Imperialismo prima, di averla Isolata con le sanzioni poi. Poche settimane prima di morire don Primo (u riabilitato da papa Giovanni che, vincendo le resistenze della curia romana, volle riceverlo In udienza privata e lo salutò come «/a tromba dello Spirito Santo nella Valle Padana Una domenica, la domenica In Albls, mentre aveva Inizia lo a predicare li Vangelo, si accasciò sulla balaustra della chiesa di Bozzolo colpito da un attacco di trombosi dal quale non doveva più riaversi: mori 11 12 aprile 1959. Venticinque anni dopo si annuii cria un fitto calendario di Incontri, rievocazioni, messe dibattili con la partecipazione di autorità civili e religiose. A don Primo è toccala la sorte di lutti I profeti: perseguitati In vita, celebrati dopo la morte. Valerlo Oc rietto

Persone citate: Aldo Bergamaschi, Annibale Caricai, Bergamaschi, Davide Lajolo, Lajolo, Piero Piazza, Pio Xii, Pruno, Schuster

Luoghi citati: Africa, Bologna, Francia, Ginevra, Inghilterra, Italia, Mantova, Milano, Modena