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Per favore non fate telescemenze Per favore non fate telescemenze Persone di Lietta Tornahuoni Sarebbe troppo chiedere a ministri, parlamentari c leader» politici della Repubblica di non fare gli scemi alla Tv? Sappiamo tutti che la televisione e un grande veicolo di popolarità: ma cos'i, come dev'essere la popolarità di un componente il governo o di un segretario di partito? Può somigliare a quella di Sandro Massimini, di Lino Banfi, di Beppe Grillo, oppure dovrà essere d'un genere, d'uno stile differente? La disinvoltura comica o sportiva serve a renderli più rispettati e attendibili, oppure più futili c ridicoli? Il segretario socialdemocratico c ministro del Bilancio, Pietro Longo, per dire, si presenta a «Pronto, Raffaella?» o a «Domenica in». Ha quarantanove anni, c alto e grosso, bello no di certo: si mette a cantare canzonette, ad accennare passi di danza e (are balletti. Il dirigente repubblicano e ministro senza portafogli per i rapporti con il Parlamento, Oscar Marnili!, si presenta a «Domenica in». Ha cinquantotto anni, e piccolo e grosso: si esibisce come appassionato di windsurf. Una sua (otografia in costume da bagno riempie in pnmo piano il teleschermo Poi lui si accosta all'attrezzo sportivo che gli hanno fatto trovare in studio; piazza sulla tavola le pesanti scarpe scure; tentando di dominare la giacca, che non arriva a contenere la pressione dell'addome, si affanna intorno alla corda per tirare su la vela; ed e tutto contento quando alla fine ci riesce. Il leader radicale Marco Pannella partecipa a un dibattito sul modo di amministrare gli investimenti italiani destinati al Sahel. L'argomento in discussione è non soltanto serio ma tragico, si parla di come aiutare gente che muore di denutrizione, povertà e disordine, della mancanza d'acqua, della siccità, dell'avanzare inarrestabile del deserto. Lui ha cmquantaquattro anni, sulla lame del mondo ha mostrato da sempre la maggiore pugnace sensibilità: eppure non resiste, anche in un caso simile, alla tentazione di fare lo spiritoso. Si sceglie come bersaglio il rappresentante repubblicano, il siciliano Aristide Gunnclla. Ne sfotte la competenza improvvisata: f Tu prima Irma l'acqua in Sicilia, e poi ne riparliamo"' ne commenta sardonico i discorsi compassionevoli: »£" arrivato il dottor Schaarz(che sarà forse il missionario tedesco Albert Schweilzer, medico dei lebbrosi di Lanibarene). Sono appena gli ultimi esempi, magari neppure i più eloquenti: s'e «sto ben altro, alla Tv. Politici poeti, gastronomi, chitarristi, pianisti, filosi, nostalgici, declamatori dei propri versi, complimentati dai presentatori per !a loro */>rtnta interna pazzesca- e il loro spirito rComc in America», si dice trionfalmente: ma del costume politico americano queste son proprio le cose più baraccone e volgari, le più grottesche e meno facilmente accettabili. Si capisce che tutti i Icaders politici vogliano cogliere ogni occasione di popolarità: ma la smania di fare «un passaggio» nelle trasmissioni televisive domenicali o più seguite, può essere davvero così forte da portarli a cedere a esigenze di spettacolarità che risultano ridicolizzanti, autodistruttive? Si capisce che i lcadcrs di partiti minori pensino d'ascrne più bisogno di altri: ma serve davvero? Si capisce che ogni leader e una persona, con i suoi gusti e i suoi hobbies. con le sue legittime frivolezze, i suoi sentimentalismi e il suo humour. Si capi.scc che un ministro non debba per forza, secondo un'idea molto antiquata del decoro, dell'autorità o dell'importanza, mostrarsi in pubblico sempre con l'aria compunta e la faccia drammatica, sempre ingessato ncll'uf(icialità e ncli'abi'.i blu. Si capisce che ogni politico di professione desideri dimostrare ai telespettatori-elettori di essere uno di loro, uno come tutti. Ma c'e una differenza tra l'essere naturale, spontaneo o simpatico (se e il caso: non e detto) e il fare «numeri", l'esibirsi in faticate disinvolture, in meditate scapataggini autoindulgcnti. Il risultato non e granché: anzi, proprio lo sforzo goffo e un po' disperato di simili, telcsketchcs sembra fornire la misura di quanto sia strano e difficile, per certi protagonisti della politica, cercar di apparire persone normali