Morto Kapitsa, padre della fisica di Fabio Galvano

Morto Kapitsa, padre della fisica Il più celebre scienziato sovietico si è spento all'età di 89 anni Morto Kapitsa, padre della fisica Premio Nobel nel 78 per le ricerche sulla superfluidità dell'elio, aveva fondato l'Istituto di fisica dell'Accademia delle Scienze - Figlio di un generale zarista, studiò in Inghilterra e rientrò a Mosca in piena dittatura staliniana • Con il potente capo dell'Urss non andò mai d'accordo, ma non fu perseguitato -1 piani per l'atomica DAI NOSTRO CORRISPONDENTE MOSCA — Era II più celebre scteneiato sovietico, uno dei -padri, della fisica moderna, premio Nobel e figura quasi leggendaria: Ptotr Leonldovich Kapitsa — .grande fisico del nostro trini><> eccezionale organizzatore della scienza sovietica», dice ti necrologio /innato da Konstantln Cernente e da numerosi altri leader e sclemlati sovietici — è morto domenica scorsa. Aveva 89 anni. -Un'epoca Intera del¬ la fisica sovietica e mondiale è legata al suo mime . dice II breve annuncio che sarà oggi pubblicato sulla Pravda. Fondatore dell'Istituto di fisica dell'Accademia, delle Sciente, che ha diretto fino agli ultimi tempi, Kapitsa ha svolto la sua attività per oltre sessantanni, nei campi della fisica magnetica, di quella delle basse temperature (aprendo la via agli odierni superconduttori per I computer), dell'elettronica delle alte potente, del plasma. II premio Nobel gli fu assegnato nel 1973 per le ricerche sulla superfluidità dell'elio, unico gas che ricino allo zero assoluto non tenda a liquefarsi e poi a solidificarsi. La scoperta originale, già fatta negli Anni Trenta, era valsa a gettare nudi a luce sulla natura e sul comportamento delle particelle nucleari, ma aveva anche contribuito alle ricerclie di un altro scleneiato e premio Nobel sovietico, Landau. Di Kapitsa è la scoperta della tecnica per la liquefazione del gas. sua l'invenzione di uno strumento HI turbodetander) che consente la produzione in grande quantità di elio e ossigeno liquidi Negli ultimi anni, fecondo quanto Indicano fonti scientifiche sovietiche, Kapitsa si era anche Interessato a ricerche sulla fusione nucleare controllata: a quel procedimento, insomma, che potrebbe un giorno dare all'uomo fonti inesauribili di energia. •Non ho alcuna Intenzione di trasformarmi In un'icona e di diventare oggetto di culto-. amava dire al suol giovani allievi, cerne a voler respingere Il deferente rispetto che la fama e l'età gli valevano. Anticonformista, brillante, anche stravagante, distratto come si conviene a un grande scleneiato. ligio insomma al cliché dell'inventore geniale ma un po' matto, era anche insofferente del potere e dell'autorità, uomo Ubero per una sdenta Ubera: non risulta, per esempio, che sta mai stato Iscritto al pcus. E' certo, invece, che alcuni suol atteggiamenti irritarono Stalin e gli provocarono serie difficoltà. Piotr Kapitsa era figlio di un generale del Genio nell'esercito earista Nacque nel 1894 a Kronstadt: nel 1918. un anno dopo la riioluttone, si laureò al Politecnico di Leningrado, che si chiamava allora Pietrogrado, allievo prediletto del professor Abram Ioffe. Fu questi, tre anni dopo. a ottenere dal governo bolscevico una borsa di studio per il giovane Kapitsa. il quale fu cosi mandato In Inghilterra a spese dello Stato sovietico per un corso di speciallttattone presso il celebre laboratorio Cavendlsh, diretto dal fisico neozelandese Ernest Rutherford che era stato II primo a scindere l'atomo e di cui presto diventò a Cambridge l'allievo preferito. Kapitsa. di fatto, da allievo che era diventò collaboratore del maestro nelle ricerche sul campi magnetici forti. Nel 1929 fu addirittura eletto a far parte della Rogai Society, primo straniero a entrare nell'olimpo della scienza britannica. Forse dall'Inghilterra non intendeva tornare. I testi ufficiali sovietici dicono che nel 1934, dopo 13 anni Oltremanica. Kapitsa volle tornare a Mosca. Ma forse è vera un'altra storia: che egli rientrò in patria soltanto per un breve periodo. invitato a un coripresso, e che Stalin riuscì a non farlo ripartire, non con la forza, se non •* casuale un suo incontro di quel pforni con una vecchia fiamma, la matemattcr. Anna Krilova Che il fisico non intendesse stabilirsi nuox'amcnte a Mosca è forse dimostrato dal fatto che per un anno egli rifiutò di lavorare e che. per proseguire le ricerclie. gli fu necessario avere dall'Inghilterra, un anno dopo, l'intero laboratorio di Rutherford sta di fatto che Stalin, pur di non perdere quel genio scientifico, prima subì lo •sciopero-, poi sborsò una forte somma 130 mila sterline di allora). Da quel laboratorio nasceva l'Istituto di fisica, primo passo dell'attività divulgativa che Kapitsa avrebbe sempre affiancato a quella di ricerca, e che ha avuto nell'Istituto di fisica e tecnica di Mosca — dove sono passati migliaia di studenti — t'esemplo più concreto. Quelli dopo il suo ritorno In Russia furono comunque anni fruttuosi: nel 1937 scopri la superfluidità dell'elio, durante la seconda guerra mondiale prese parte con il suo laboratorio allo sforzo bellico II suo nome, accanto a quelli di Landau, di Tamm. di Cherenkov, di Fock r di Frenkel. suscitava ormai rispetto e ammirazione Ma altre difficoltà lo attendeimno. Si dice che egli si /osse op}>osto alle ricerche per la bomba atomica sovietica e avesse pagato il conseguente urto frontale con Stalin trascorrendo sette anni agli arresti domiciliari Nel '67. a Stoccolma, confermò di non avere partectjmto a quelle ricerche, ma negò anche di essere stato punito. Sommerso di onori/idente dopo la morte del dittatore, era professore emento di oltre trenta accademie in ogni parte del mondo Ed e questo. In morte, che il Cremlino preferisce ricordare Fabio Galvano