Trentamila piccoli malati vanno ogni anno al Nord

Trentamila piccoli malati vanno ogni anno al Nord Trentamila piccoli malati vanno ogni anno al Nord li' penosa c mortificante come un esodo, la dolorosa «migrazione interna» che, nel nostro Paese, porla ogni unno ben 30.000 bambini inalali del Sud verso i «centri» ospedalieri del Nord. 1 dati sono ufficiali: ne migrano 3700 dalla Campania, più di 7500 dalla Sicilia. 5500 dalla Puglia, 2300 dalla Sardegna. 2000 tra Basilicata e Abruzzo c Molise c quasi '"a* dalla Calabria. Sono impressionanti le cifre: ma ancor più impressiona 1' idea clic ogni mese ci sia come un lungo treno o una serrata autocolonna che faticosamente «esporta» patologia pediatrica. Clic cosa li muove: necessità oppure bisogno di nuova fiducia o «prova del nove» di una diagnosi? Mitagiiii' del «santuario» oppure, più semplicemente, premuroso richiamo del parente già immigrato nel Nord? In più di mela dei casi chi comanda c «radio malati» — sempre puntualmente informata - e allora, dopo la decisione spontanea presa in famiglia, si parte, spesso senza neppur un rigo di documentazione o di motivazione sanitaria. Negli altri casi, a consigliar < picndi il bambino e portalo sù» è il medico o 1' ospedale. Il 35 per cento dei familiari risponde di aver fallo la sua scelta per «poca fiducia» nell'assistenza medica locale, il 29 per «mancanza di centri specializzali», il 13 per i suggerimento* di parenti o amici, il 12 per (insoddisfazione» o (-precedenti esperienze negative». Quasi 5(HH) vanno in Lombardia, 2200 in Emilia, 5000 si fermano nel Lazio, più di 1000 raggiungono Veneto c Toscana, quasi 2000 arrivano in Piemonte e 8800 scelgono la Liguria. Ciravi malattie neurologiche, affezioni rare osteoarticolari, ;iinini>..miopatie (anche te. con diagnosi già ben stabilite nel 60-85 per cento dei casi), convulsioni, ritardo mentale, ' neoplasie solide, leucemia, asma e malattie renali sono le più frequenti motivazioni del triste calvario al Nord. Confusi tra questi — con angoscia di partenza identica a quella di chi c grave o «difficile» — migrano anche bambini poco o nulla malati (ricoverati e poi dimessi perdio «sani» o affetti da «sintomi aspccifici» o da infezioni c infczioncellc di naso-gola-tonsillc). * Sulle «scelte» influiscono, olire che il prestigio del centro specializzato, anche altri fattori. Quando si £ (alassemici, ad esempio — nonostante l'esistenza di tanti centri ematologia nel Sud — si va preferibilmente a Ferrara. Per il «day hospital» invece si sceglie il «Gasimi» di Genova, ormai il più i meridionale» degli ospedali pediatrici italiani. A Torino si viene «anche» perche qui, nel 93 per cento dei casi, c'e gii almeno un parente immigrato stabile. Non ci sono parole per dire la pena, l'emozione e il senso di colpa che suscita questo ininterrotto pendolarismo pediatrico c familiare a lungo raggio, con l'incalcolabile bilancio di ansie, speranze, fatiche, sacrifici e illusioni-delusioni. V. persin si stenterebbe a crederlo se — a denunciare le insospettabili dimensioni del problema e a indicarne le difficili vie di soluzione — non fosse proprio il recente Convegno di Napoli su «la migrazione Sud-Nord del bambino malato» (L. Greco, M. Grimaldi, A. Occhioncgro, S. Ventura) suggerito dall'Associazione culturale Pediatri. Edo Minetto

Persone citate: A. Occhioncgro, L. Greco, M. Grimaldi, Minetto, S. Ventura