Popoli in fuga verso l'acqua

Popoli in fuga verso l'acqua VIAGGIO NEL PAESE DELLA FAME, IL SAHEL AFRICANO Popoli in fuga verso l'acqua La siccità ha cicli sempre più ravvicinati, ora devasta il territorio per la seconda volta in dieci anni - Provoca immense migrazioni di uomini e animali sfiniti - Le citta invase dai nuovi profughi della fame e della sete • Insieme con le persone, muoiono una cultura, una storia: e le speranze ottimiste del plesso - Carrettoni: «Certa cooperazione toglie soldi ai poveri dei Paesi ricchi per darli ai ricchi dei Paesi poveri» DAL NOSTRO INVIATO TEimiTORIO Ì>EL SAHEL — Nel Paese della fame, sul mare, la capitale della Mauritania, Nouakchott, i una città africana etemplare e insieme insensata, artificiosa. Improvvisata nel deserto clic la circonda. Non esisteva trent'anni fa. quando qui c'era la schiavitù; aveva SO mila abitanti pochi anni fa. quando la schiavitù resisteva ancora; adesso che la schiavitù dal J9S0 e stata abolita per legge, a Nouakchott riroiio 400 mila persone. Una metroitoli sulla sabbia, e sembra sconfinata perette nulla limita lo sguardo all'orizzonte. Un posto dove si rapisce quanto sta stupido chiamare bldonvlllcs le miserabili periferie europee o americane: darrcro fusti da benzina, tettole dt lamiera ondulata, porte di latta e ftl di ferro, ripari di cartone pressato, sono case, in questa città mostruosamente dilatatasi e proliferante dove s'accampano a migliata i profughi della siccità e tirila fame. Il vento del Sahara porta odori dt putrefattone. Bambini con gli occhi mangiati dalle mosche succhiano pezzetti di spago, tenendo strette preziose lattine vuote, giocattolo e strumento del loro laioru dt mendicanti. Animali scemi pascolano tra i rifiuti. Sotto le tende del nomadi s'ammucchiano ea- contadini, ex allevatori, ex pastori sema ptù le mandrie uccise dalla sete, senza ptù Identità, senza niente. Il frastuono è altissimo, monotono eppure composito, misterioso: anche prima che l'esodo portasse la confusione dei linguaggi e del costumi, le lingue ufficiali del Porse erano quattro. Tutti cercano di vendere qualcosa oppure se stessi, e nessuno ha danaro per comprare, nessuno ha lavoro: per una radio a transistor o un motorino si può uccidere, sono simboli di ricchezza assoluti quanto la Mercedes a aria condizionata per i mercanti ricchi. Molti sono arrivati alla città per pura disperazione. Altri contando sull' aiuto di parentele stermina- te, magari di un remoto cugino che «ha una posizione; un piccolo stipendio statale: e che per tradizione, per solidarietà familiare e per argo-, gito personale t dunque, tenuto a mantenere decine di persone. Molti t'irono a trédito, rome tutto il Terzo Mondo, come anche il Primo e il Secondo. Come la Mauritania, che ha 1 milione e mezzo di abitanti e l miliardo e mezzo di dollari di debiti esteri, ma che continua a destinare il 25% del suo bilancio alle spese militari, giustificate con l'ostilità o le minacce marocchine. Nella fame si disintegrano antichi sistemi sociali e si umiliano antiche fierezze dt casta; nella fuga verso il mare si spezzano antichi legami tribali; nella guerra per ìa sopravvivenza si riaccendono antu-in- tensioni etniche tra i mauri d'origine arabo-berbera, che sono maggioranza, e t nero-africant un /fin;» loro schiavi. Ci sono tanti modi di morire: insieme con le persone, muoiono di povertà e di sete anche una cultura, una storia, e le speranze ottimiste del progresso. La siccità dal cicli sempre più ravvicinati, che ora detesta ti Sahel per la seconda volta In dieci anni, che rende più facile l'avanzare incontenibile del deserto, muove alla ricerca di cibo e d'acqua lentissime migrazioni, disperate come l'andirivieni d'un carcerato nella cella, incessanti, Immense ma non collettive: ciascuno con le sue bestie cammina solo sulla terra resa sterile dalla rabbia. Ciascuno tenta di difendersi dall'invasione dei nuovi eserciti della fame: la Costa d' Avorio ha chiuso le frontiere al bestiame, per la traversata del Nlger e del Mali si esigono per ogni v.cca diritti di dogana esorbitanti. Nom serve a molto. In questo territorio a Sud del Sahara, cinque milioni di chilometri quadrati attraverso otto Paesi fAlto Volta. Capo Verde, Ciad, Cambia. Mali, Mauritania, Nlger, Senegal), i confini sono anche materialmente illusorii, le nazioni sono astrazioni, il paesaggio di polvere rabbia e sassi resta per centinaia di chilometri sempre uguale, simile a quello della Luna. Su dieci milioni di profughi che esistono al mondo, set milioni vagano per l'Africa. Lungo le coste dt Mauritania certe spiagge sono bordate, come per un miracolo rovesciato, da mucchi nauseanti di pesci morti, gonfi sotto il terribile sole. Non et ivlrno nel mare. Ti raccontano invece che le nati sovietiche, una volta comprata la licenza di pescare in queste acque, sono interessate soprattutto a sorvegliare o a restare li: per la forma debbono pescare, ma del pesci non sanno cosa farsene, quindi li riscaricano in mare e il cibo finisce a marcire sulla riva. Sembra un po' romanzesco: ma è vero che il Sahel della fame africana e oggetto di molti appetiti politici e strategici. Lungo la strada, sotto il cielo bianco di calore, a vi-olio) e nibbi planano sempre più bassi; accanto alle carogne di cammelli morti di stanchezza, di capre morte di sfinimento, di eebù, con le costole appena coperte dalla pelle, morti di fame, stanno camion e automobili morti d' incuria e d'incompetenza, abbandonati al primo guasto. A Rosso, nella zona del fiume Senegal, dove i pastori trovavano sempre pascoli, nella stagione secca dell' Africa occidentale la siccità ha mutato parte del verde in pianura arra, orlala di sterpi: brucandoli, le bestie inghlottono anche polvere e rabbia, e si ammalano. A Dakar Sul mercato, il prezzo dei montoni e delle vacche si è dimezzato; è raddoppiato ti prezzo del foraggio per nutrirli. Nella grande steppa roventa In villaggi o accampamenti Isolati dal resto del mondo, sta la gente che vive come prima della Storia: la loro esistenza dipende dal clima, dagli animali, dalla guerra fse passano truppe al tempo della semina o dei .areotVo. è finita). Quando il grande banchetto della natura è sparecchiato, quando dal cielo non piove anche per due anni, e miglio e sorgo non crescono, quando sulla terra avanza strisciando ti deserto, quando le bestie non danno più latte ni fermeggio ni carne ni sicui .-mi. si ce pisce che fuggati/ dalla t.ivana verso le citi* A Pittine, alla periferia di Dakar, adesso i profughi della fame sono piti di 300 mila. Assediano la capitale del Senegal, la rendono ancora più caotica e infida, ne invadono i sci vizi già insufficienti, ne moltiplicano le disfunzioni e le corruzioni già vistose. •Tutti 1 lebbrosi finiscono a mendicare a Dakar, certi villaggi dell'interno abitati esclusivamente da lebbrosi si sono trasferiti qui quasi al completo. Non ce la facciamo più, non ci arriviamo», dice uno del medici del Lebbrosario dell'Ordine di sferra. E* tardi? All'ospedale la Dan tee I pazienti, pure quelli ricoverati per operazioni gravi, ri cevono soltanto ricette: tutto Il resto debbono comprarlo o procurarselo da soli, medicine, sangue per le trasfusioni, bombole d'ossigeno, materiali per anestesia, bendaggi, anche (come in alcuni ospedali di Roma) le lenzuola pulite o ifclbo mangiabile l'ospedale non ha ptù soldi, non ha ptù niente. Le signore benefiche del Club internazionale femminile organizzano pomeriggi mondani di gioco (■bridge, si rabbie; o concorsi gastro¬ nomici che premiano la torta "più buona, con I soldi comprano detersivi, sapone, scope e disinfettanti che mancano al reparto tubercolotici dell'ospedale di Fann e che II direttore sanitario libanese tiene a casa sua, se no rubano tutto; oppure comprano I bastoni bianchi e 1 libri in Braille che mancano a Tlttès all'istituto di quel ciechi che diventano sempre più numerosi per l'oncocercosi. 45 mila In Senegal mentre in Francia sono duemila. SI Infittiscono nella miseria disoccupata furti e rapine, ma sulla polizia meglio contare poco: chiamati al telefono per la constatazione d'un Incidente d'auto, possono rispondere •Veniamo se ci pagate 11 taxi, la macchina non l'abbiamo, e In panne..' Nel Paese della fame, ai fuggitivi dal disastro emigrati in città arrivano almeno un poco degli aiuti alimentari internazionali. Però in generale, dice II Rapporto Ottanta della Corte del Conti al Parlamento Europeo •Le autorità locali hanno riconosciuto che su mille tonnellate di cereali fomite gratuitamente dalla Cce 11 44 per cento scornare per strada o marcisce nel depositi.. Dice a Dakar l'ambasciatore italiano Carlo Moreno: .L' Africa e divisa In due: paItsannat. e amministratori degli aiuti.. / primi, ( contadini, pattscono la fame e muoiono, gli altri no. Dice la senatrice Tullia Carrettoni, dirigente dell'Istituto italoafricano: .Certa coonerazlone è un modo per togliere soldi al poveri del Paesi ricchi e darli ai ricchi dei Paesi poveri.. Dire suor Alarla Altce. monaca dell'Ordine dello Spirito Santo, missionaria porfoo/iesc a Dogana, nei Nord del Senegal: .Non ce speranza per l'Air li a AI di là dello scoraggiamento, del pessimismo della realtà o dei luoghi comuni che sterilizzano le mentalità collettive, nella catastrofe ecologica ed economica del. Paese della fame anche il linguaggio orride'fa/e e cambiato. /Vi—a le parole magtclie erano: industrializzazione, elettricità, dighe, sviluppo, aiuti alimentari Ora le parole auterittche sono altre: agricoltura integrata, sviluppo endogeno, partecipazione diretTa delle popolazioni. Chissà se è tardi. Lietta Tornabuoni Bambini in un villaggio del Mali. Su dicci milioni di profughi ini mondo, sei milioni vagano per l'Africa (Enrico Martino) I.'Afrieii .issi iniii in un disegno di l'Inulti C nj>irl|;hl iti . I .*■ Mimdii. c per lllulu di 11.» Sl«nipi>>

Persone citate: Carlo Moreno, Dogana, Enrico Martino, Lietta Tornabuoni