Protagonisti «American graffiti»

Protagonisti «American graffiti» A BOLOGNA, INSIEME PER LA PRIMA VOLTA, DICIOTTO FIRME I)KLL'«ARTE DI FRONTIERA» Protagonisti «American graffiti» BOLOONA — CHt giunge )>er la prima volta a New' York rata sorpreso e affascinato da quelle Specie di fitte giungle impenetrabili, latte di segni tracciati con le bombolette spray, che imbottiscono gli interni dei vagoni della metropolitana, e talora anche uh esterni, ina in questo caso con forme più nette e scandite .Siamo in presenza di un tipico .ritorno del rimosso. Il panorama newyorkese infatti, inutile dirlo, segna II punto più marnato dell'urbanesimo effidenUtta e tecnologico, dove quindi dominano le pulsioni razionaliste improntate all'autocontrollo, alla sublimazione Logico allora che. dove possibile, si aprano delle valvole di sfogo \ier far zampillare le energie del profondo E come ci direbbe aii qualsivoglia manuale di pstcoanalisi. queste energie del profondo parlano un linguaggio antico, regressivo, ritrovano motivi che affondano nella notte dei tempi Infatti per espressioni del genere non si esita a purlare di graffiti, come quelli che nelle ere preistoriche si tracciavano sulle pareti delle rupi o nell'interno delle grotte Da New York // fenomeno, u New York ma anche altrove, fu una delle tante manifestazioni dello spinto del 'CU (qualcosa del genere st ebbe anche in Italia, particolarmente nelle aule univers, ita te) e ne nacque subito un'accanita comjsetlzione. tra I giovani che .sporcavano, le pareti immacolate del contesto urbano e le varie istanze autoritarie che si aflannavano a ripulirle. E il con/litio non era solo una questione di decenza, di estetica, di galateo, ma da una jmrle e dall'altra si sentiva che erano in gioco principi più importanti: il senso di autocontrollo, di autorinuncia teli .sublimazione.) che V uomo occidentale si deve imitane per mantenere in piedi l'apparato della civiltà, c invece il .lasciarsi andare., il ritrovare i piaceri di un primordio o di un'infanzia disinibiti, vissuti nel culto dello spreco e dell'attimo fuggente Ma in quel momento manco una saldatura tra simili energie provenienti dal basso e la ricerca di punta, che allora eru molto .fredda., non amava le manifestazioni del pittoresco e dell'istintivo, tentando piuttosto dt allargare il repertorio dei mezzi tecnici. Lo saldatura i avvenuta soltanto ora. a più di un decennio di distanza, quando cioè ci si è jientiti del carattere .freddodella ricerca precedente, e la si e r-o/ufu riscaldare al soffio riscofierto delle passioni. E' successo allora quanto eru già avvenuto in tante altre stagioni nella vita dell' arte, che un certo numero di giovani artisti hanno capito di jxjter trarre partito da quelle forme di creatività ;n>jiolare. per se stessa anonima e indistinta, e si sono quindi ispirati ad esse, riprendendole m modi consafsevolt; oppure, t he e ;ioi quasi lo stesso, sono stati alcuni critici a vedere in quel fenomeno .jsopolare. la i ',1'ihta di uno sfruttamento In senso alto e sofisticato Il graffttismo è divenuto cosi moda, stile, come era giù capitato appunto in tanti altri casi, in cui l'arte contemporanea si era abbeverata alle fonti della pittura infantile •> nane, o ettraeuropea mi. ..una transoceanica). Le gallerie dt punta, prima di tutto a New York, ma poi negli altri Paesi più avanzati, si sono impadronite di questi artisti, facendone lievitare i prezzi. Noi Italiani vantiamo in projioslto una specie di precedenza, nella recezione del fenomeno, grazie a una giovane studiosa. Francesca Alinovi, che da tempo si era sintonizzata su di esso. Purtroppo la Alinovi e scomparsa prima di iiusclre a presentarlo in una mostra di insieme. Il compito r tumulo ulto staff della galleria comunale d'arte moderna di Hologna. che vi ha adempiuto quasi net panni di un esecutore testamentario. Ed t1 forse la prima t«/fa nel mondo che un museo pubblico riunisce i maggiori protagonisti del gra/fitismo neu<yorkese. col titolo di .Arte di frontiera. Ut catalogo, edito da Mazzotta, riporta gli scritti pionieristici della Alinovi) Le presenze sono diciotto, e si nofrtbboro ripartire in due fronti, a seconda del grado di accettazione che dimostrano del carattere ormai inevitabilmente -colto., raffinato che assume la loro arie, lo vogliano o no. Il leader dei .colti, è senza dubbio Kelth Ilaring, jsoco più che ventenne, forse il più noto a livello in¬ temazionale Egli si i tmjKJdronito di poe-hl motivi di base, tutti stilizzati come stemmi o stenogrammi tun bambino, un cane) e li moltiplica in lunghe sfilze, tempre uguali e sempre diverse, con felici guizzi del iio'so che manovra la tipica bomboletta Fantasie / legni, tenuti su due o tre chiavi cromatiche, si intersecano, si compcnctrano, fanno muro, con la calzetta di proliferare senza esser fermati da alcun ostacolo. Si j»en»l a un Klee, o a un Matlssc moltiplicati /ter vento. %ser mille, e si avrà II senso dcll'o)ieraMane di llartug. dove la qualità viene jtortala sul filano di una esultante estensione guantitutiva. Oli stanno alla jsari Kcnny Scharf, che st i{utre di fanta¬ sie da cartone animato, ma rivissute In chiave onirica, da buon emulo del surrealismo dt Matta; oppure James llrown, Jctin-Muhct Ilasquiut. Iionuld Bacchler, che accentuano l'as/ieito figurativo, ma con profili i aiutamelite tracciati alla brava, con graif'c disinvoltura, guizzanti entro fondali cromatici densi e luminosi, Non tragga In inganno, appunto, quella loro apparente trasandatezza; in realtà, sono giovani mollo sapienti nel tratto; qualcuno dice che ri. trovano le eleganze nascoste, e anche itnclslvltà. la forza di un vecchio maestro europeo come Jean Hubuffet, che del resto già jser imrte sua celebrava la cosiddetta arte .b'Uta-, realizzata dal soggei:i non ucculturatt Qualcuno pi eoo/Ir anche una eco del tracciati dt un nordamericano crede dell'action paintn;;icome Cy Tivombly. La 'Cattiva pittura-. Insomma, è solo una finta, una tattica illusoria, questi giovani ci sanno fare, come degli snob die portano abili preziosi con un massimo di m<nchalance. E ;n-r rinire con t protagont\tt non immemori del • vecchi palai» ttt occidentali, c't anche chi. come Richard Hambleton. ricorda gli espressionisti del primo Novecento, con un pan grado di forea urlata e tenebrosa. Ma gli aspetti più tipici di questo graffittsmo si riscontrano presso altri piti lontani dal nostro *o!>to etnocentrismo europeo tmolte tesile si trotta infatti di artisti di colore), )x'i i quali quindi si /a ptit ambiguo II rapporto Ira cultura e natura, rtirresa raffinata e spontaneità. La linea di demarcazione isassa forse attraverso John Ahearn fancoro un •coito-, (la ben etilato), che propone calchi policromi di personaggi popolari (donnette, ragazzini, giova¬ notti sbandati), in cui sono da ravvlsure 1 fruitori naturali di quelle forme d'arte dal basso. I soggetti dt quella creatività di base. Ma la .mente, è incontestabilmente un artista negro che si fa chiamare Rammellzee e che si presenta con affascinanti teorie. La figurazione. )>er lui, t Ja porre tra i mali delle società evolute, e quindi bisogna tornare a forme di Iconoclastia convinta, dal de- * ' > viso supine medievale. Forse slamo addirittura a un riaffacciarsi della cultura araba, ii-rso cui. come è noto, l'etnia negra africana oggi guarda con più consenso che verso il nostro mondo cristiano. La scrittura, insomma, prevale sulle Immagini, e Infatti Kammcllzec se ne dichiara convinto sostenitore, perche appunto la scrittura scorre via libera e fluente, ognuno la pud riprendere Immettendovi I propri caratteri jsersonall Inoltre essa può .fiorire, dt motivi decorativi, come avveniva nelle miniatine medievali. Si sa che negli antichi codici miniati le figure nascevano in via subordinata dal tronco delle lettere, e che queste dunque mantenevano un primato. Rammellzee vuole ritroivre questa precedenza ideale delle lettere su ogni altro motivo, proponendo di esse una concezione attiva, perfino bellicosa. Infatti t suoi comjwpnl vengono investiti del compito di difendere e propagandare, ciascuno, una delle lettere dell'alfabeto. Ci sono cosi A-one. B-one. C-one, nomi di battaglia, talvolta accompaganti da altri pseudonimi iB-one si dice anche Koor, C-one t Toxic), altrettanti cavalieri di ventura che errano nella giungla megaurbana combattendo a colpi di iscrizioni, di bombolette spray, di .firme., ingenui-sapienti atti di affermazione del loro .io. personale, in un universo che lo vorrebbe stroncare e appiattire. D'altra parte, quelle .firme, sono anche molto anonime, o meglio, vengono vergate rispettando un rituale, con grafie e ghirigori In equilibrio tra spirito collettivo ed emergenza individualista. La scommessa e. ovviamente, che ti vada verso un .Medioevo prossimo ieri turo . secondo un usuale scenario per cui. al fondo del progresso tecnologico più spinto, sia un ritorno indietro net secoli, l'i tempo non i progressivo e lineare, ma curvo e ciclico. Renato Burlili

Persone citate: Alinovi, Francesca Alinovi, Jean Hubuffet, John Ahearn, Klee, Mazzotta, Renato Burlili, Richard Hambleton, Scharf

Luoghi citati: Bologna, Italia, New York