Nave va, guerra viene

Nave va, guerra viene PARIGI: DA FELLINI ALLA TRAPPOLA DEL 1914 Nave va, guerra viene l'AKKil - Non corno mai .i Parigi pei un fine preciso; già ci sono troppi infelici » he hanno ilegli scopi, o sono costreni x inventartene per restare un po' più di tempo a galla. No, né a Parigi né altrove credo di avere qualcosa da fare anolutaimnte. Se non si .il>l>ia un lavoro, questa città può ancora date preziose indicazioni su come occupare intelligentemente il tempo. Una giornata di marzo, del 18VI, di Niccolò Tommaseo a Parigi nassa tosi: «P,tsso in ita au Marcai. Vaila del Ctoltrti. Isggo i Doveri degli uomini di Silfio Pelino: sempliiità talfolta sublimi. Ipadrona di (osa di via l'augirard mi rendi i dm nudi datigli per non /< iiiif data la dndttta a tempo: tuona dolimi". Mene tur i due snidi, ma dubito di quel «sublime» trovato in Silvio. Oggi io andrò a vedete il li ini di Hcllini, la X.iic, in uno dei quattro cinema dove lo proiettano: in italiano, col fastidio visivo elei sottotitoli. VI un film a luce venie, grazie al eie Stupore i la pena, perché è glande creazione Ne v.tlev ancora una felliniana, col guadagno di una maggiore oggettività, lilieta dai ricorsi ossessivi ci. Ila memoria C/>n un ritmo più incalzante e un autentico e febbrile legame tra i personaggi poteva essere il suo Angdo Uerminatort, col quale s'imparenta p»r situazioni e qualità simboliche. I due estri non combaciano, naturalmente. In un certo senso l-cllini è più vecchio di Umiliti alla stessa epoca della vita e della carne ia: la Nat* ha davanti un velo di malinconia crepuscolare clic proviene elitetumcnic da mote dell'artista, die ne inv paccia un poco la corsa, e anche rende meno nitido l'incomberc della fatalità, la guer li, la Grande Guerra. Resta «li- grande importanza, questa magia felliniana evocatrice staso*» non «lei proprio passato j o di qualcosa di lontano e d' indifferente, ma di una snetta Storica ehi ci ha ingoiati tutti nel seio colossale imbuto, l.a collusione con V Angtlo stirminotori è specialmente qui: come i reclusi della serata mondana di calle Providcncia, anche noi e tedi amo di essere usciti dalla trappola del 1914; la voce mesta e lontana del regista avverte |>crò che la nave su cui viaggiamo, più o meno allegramente, deve ancora inconttare la corazzata, anzi, gli si sta avvicinando nella neh bia, col radar in stato di confusione. Così, grazie a Fcllini, mi rimetto a pensare alle enigmi di quella guerra che noi è finita nel 19IH, e che non fi niià neppure nel 1981. li' I seconda Guerra dei Cent'anni Il |Hggio non verta prima del 1999. Da Bellini direttamente a Ikilinunn 1 lollweg, il cancelliere tedesco della dichiarazione di guerra: ho nella borsa lj\ tanni di la Primiere Guerre Mondiale di Jacques Droz, che riassume tutte le principali tesi stoiiografìchc sull'argomento: giiHo esticmamcntc appassionante, perché inaiablu, rischioso e futile, a cui si vino dedicate le maggioii vuole e gruppi di storici, specialmente francesi e tedeschi, spinti dallo stupore; dopo I txlio cicco, le a]x>logic, la pania dell'Opinione nazionale, ha prodotto innumerevoli ricerche lo stupore che la sttagc sia stata cosi imperiosa, e che tanta civiltà l'abbia resa possibile. Qui una faccia della verità tita l'alita (dello stesso ilethmannllollweg non ci sono due tittatti che si somigliano) e non satà sommandole tutte che si arriverà a dite eccoci, fu tosi, perché la frattura del 1914 e una voragine su cui può gettate più Ime il simbolismo profetico c tcligiovi ihi il più scrupoloso culto dei do iunii ini (di cui, molli ancora segreti). Ad un certo punto, nella storia caotica di Hcllini, esce dalla nebbia, quasi oscuramente spelata, la corazzata, che metterà fine ai gorgheggi. l.a corazzata è un personaggio mitico: si presenta come la Mone Rossa, nel racconto di Poe, al castello del duca Prospero, l'invisibile ammiraglio di quella (Iona è l'Anankc, la Necessità contro cui sbattiamo, sempre, inesorabilmente, t a ctii gli stoiiii moderni non vogliono cedue, |>er non es scine stroncati. Se avessi letto il soggetto prima clic Iellini facesse il film, gli avrei detto di guai dare a p. -129 dei Diati di Kafka, anno 1914, edizione Mondadori, ci sono due tighc: «1*1 porta ti iiprì a spiraglio. Vi apparterò una rit-olttlla e un Croccio tuo», liceo la sua Corazziti li. Pensando eroticamente, la lustro-ungarica, sarà da «lire che come emblema della forza non vale AiWzat.ieWf nel molto... Nella favola felliniana, basta poco a falla saltale sellitene i suoi cannoni faccia no a tem|>o ad affondare la nave dei sottraili. L'AustriaUngheria, lo vediamo sempre meglio, addentrandoci nella sua vita piofonda, naufragava in un incurabile istinto di mone. Il suo attacco alla Serbia fu una piova generale «li suicidio: la Ciermania, «Ite non smaniava tanto di falsi harakiri, dopo avercela generosamente spinta (Molila-, ispirato dalla Mona, assiemava che «lo viurra turopta ira l'unica tarla f\r salvati l'Auiriali'ng/nria») si oliasse: lo scatenamento fu rapido, ma con pause psicologiche inutile, eli Stalo in Stato che valgono secoli. Presentate Hi tlmiann-1 lollweg quasi precorresse Hitler, come ha fatto la scuola di Amburgo, guidata da Ititz Fischer, è una semplificazione )>ci sostenere la tesi della piena responsabilità tedesca; lesta incolmabile la distanza tra uno statista discusso i un bandito sttegato. A esitate di meno Intono le nazioni più allucinate dalla diabolica voluttà eli disfarsi «li se stesse; Ausilia, Russia, anche Plancia, dove c'era più voglia di vivere (anche nel senso dell' espansione militare) ci fu più perplessità, un canino spavento K pi mino, «li lionu al baiano: In*Germania incarnar.! dal cancelliere t piuttosto «la vede ir stil<*viir».mti hM'M^icftf iTngnilterra, l'Italia, lAmin«a, nonostante le apparenze contrarie l.a volontà di cui suole s'impadronisce completamente del potere, in Germania, viltanto nel 19I7, con le dimissioni «lei cancelliere e il trionfo dei militati, un anno «lupo eia la fine. Ma a Vienna e a Pietroburgo la vocazione al suicidio si eia già manifestata «on moil>os.i fot za nel 1914. Oli slotici sono lenti lenti, la verità è ilei poeti: «»r//i» confusioni ili, via ita, si ira falla, tutti sembravano aver torta' tanto Jm non si i.ipeia più da (fluii parli untile la pronitàitone, in turi wlo, in piedi, rutafa l'inevitabile, la Itggi fatali ili. all'ora stanata, getta un popolo tallirò un altro» (è Zola, IaI Dfbéklt, e la guerra di cui si parla è «india del 1870: anche li. di chiaro, non c'era che l'Anania). Hcthmann-I lollweg era imbevuto di questa filosofia, e forse il suo miglioi riti atto lo forniste Karl Dietrich I nlnunn. di Kicl, per aver preso visione «lei taccuini ilei confidente <l«l cancelliere durante gli anni di guitta, Kail Riczlcr. Trovo, in Droz, questa illuminante nota di Riczlcr: «Il (anerllim tuie un l'alo più forte di ogni potenza umana, eli schiaccia Ili/crcpa e, ipKialiiieiile, il popolo tedesco*. lita ossessionalo dal pericolo lusso: e chi, oggi, potrebbe d.ugli torto.' Due anni prima della giuria, passeggiando con l'ambasciatore austriaco nella sua proprietà, gli aveva «letto: Pe i«hé avci iuta di queste piante? Tra pochi anni arriveranno i russi! — li ripeteva di continuo che l'avvenite apparteneva alla Russia Ma non poteva immaginale che l'avvinite tragico «Iella Russia abita va, in quii momento, a /.uti- la. date eli mobilitazione genitale scandiscono il grado .1 intensità dell'istinto eli mone: e la Russia, tra le glandi potenze, a mobilitate pei prima: l'ordine ufficiale è del so luglio alle ■|u.iino pomeridiane L'entrata in gioco della Russia fiottava «on se, infallibilmente, quella ciclla Plancia; ma la mobilitazione francese non i automatica: 1" agosto, .il li i,45 pomeridiane. L'orologio, anche, vale secoli: la Ciermania mobilita pi i ultima, un quarto dola dopo Parigi. Le spie Un alno storico, Kuplti man, ha indagalo su un lima attualissimo: il tavolo di sov versione degli agenti sigliti In Plancia il pacifismo eia alimentato elagli agenti tedeschi ]ki la guerra invece lavorava no gli agenti lussi. Si compia vano parlamentàri, giornali, imprese, movimenti; la guerra «Ielle spie comincia molto prisma e una ^iicir? <ff"i^i1f*f^/./ guerra. Poi attiva la corazzata, e li nave digli eleganti è inibrattata dai primi profughi, un momento altamente emotivo del film di l-'ellini, al eiualc dedico, riconoscente di avermele suggerite, queste incrociate meditazioni. Un'altra nota eli Niccolò: «Mi lem allt cinque e nuzto. Vo al Cimitero huhaise». li' proprio quello che fatò domani. Ma oggi Parigi si l«<j tardi, i limiteli aprono alie omo, alla domenica i cancelli sórto chiusi lino alle nove Certi librai interessantissimi,undici, a mezzogiorno coniincÌMio an pena ad aprile li paljX'hi: Alzandomi alle cinqui e n zza ho tutto il temilo di pensare al 1911. (•nido Ceronctti l Ina delle- ultimi- folti di 'Mi», il romanzieri- di-Ila < IM-biicle>.

Persone citate: Anania, Droz, Fischer, Hitler, Iona, Jacques Droz, Kafka, Karl Dietrich I, Niccolò Tommaseo, Plancia