A caccia di trattorie under 15

Torino: buona tavola a prezzi moderati nei vecchi locali, con menù fisso e qualche volta musica a sorpresa Torino: buona tavola a prezzi moderati nei vecchi locali, con menù fisso e qualche volta musica a sorpresa A caccia di trattorie under 15 Torino ha il suo circuito della gastronomia speciale, «a poco e buona», spesso particolarmente buona, sebbene di povero in una regione di buongustai c'è rimasto poco. In via Giotto 21, all'angolo, mimetizzata quasi fosse. l'entrata di un negozio, c'è la Trattoria Giotto con Beppe Pilone al fornelli e la moglie Mariella al tavoli. Si mangia al prezzo fisso di lire 8350 e, come è specificato sulla carta, «non si effettuano detrazioni per menù Incompleto». La specialità di questo vecchio ristorante di cucina piemontese e di dignità mitteleuropea, è «quella di non avere specialità» come desidera soste¬ SI è letto che 11 sindaco di New York In visita a Roma è andato a cena in una modesta trattoria del centro, accompagnato da alcuni americani che vivono nella capitale. Quella trattoria era nella Usta pubblicata da -Tuttodove» nelle scorse settimane sotto 11 titolo «Roma golosa». Se 11 sindaco Koch visitasse Torino, quali trattorie gli si potrebbero indicare perché possa scegliere una serata di quelle che piacciono a lui? Le trattorie a buon prezzo e di buona cucina a Torino si confondono un po' con le osterie, le «plole» di origine contadina e non ne sono rimaste molte. Ma anche nere 11 proprietario. C'è sempre la scelta tra due primi, tre secondi con relativi contorni, frutta o dolce. E chi vuole la paillard, che qui è piatto di lusso, paga mille lire in più. Tutto viene servito con gentilezza su un tavollnetto tipo gueridon e non c'è timore di Improvvise impennate. Beppe Pilone aumenta di 500 lire il prezzo fisso una volta all'anno. Nel Duemila, alla Trattoria Giotto, si pagheranno 8000 lire In più. Altra trattoria sorta sul ricordi di un'antica piola è l'Alba del pugliese Mario Petltti che nelle sale anguste e pulite del locale di via Bava 2 offre specialità in prevalenza meridionali con un prezzo davvero contenuto. Difficilmente si superano le diecimila a testa con un'abboffata piena di voci tipo pasta e ceci, orecchiette, «penne alla rabblata» (sic), saltimbocca alla romana, gamberetti fritti. La trattoria, che è a due passi da piazza Vittorio, è sempre piena di operai e impiegati all'ora di pranzo, mentre alla sera danno buon contributo di presenze 1 musicisti e il personale dell'Auditorium/ i\ locale è chiuso il mercoledì. CI sono poi due locali senza Insegna, ma degni di una visita. Sono «plole» coccolate dagli intellettuali e sono gradite da chi vuol mangia¬ proprietario detto «'1 Carbone». In via San Massimo 4 c'è invece un'altra trattoria amata 'dagli intellettuali. Anche lei è senza nome, ma tutti la chiamano II Menhlr. La gestiscono tre simpatiche e indaffarate ragazze che propongono cardi con fonduta, cosciotti con mirtilli, capricci di spinaci, verze con acciughe e altre . sottigliezze gastronomiche a un prezzo che s'aggira sulle 15 mila (il vino è sfuso). Le ragazze del Menhir hanno una dote: sanno sempre' sorridere e sono gioiose come 11 grande affresco spray che copre un'intera parete del piccolo locale. «Piola» per nostalgici della Torino che fu è la Valenza di via Borgo Dora, nel cuore di Porta Palazzo. Rubinetto a vista per lavarsi in re bene sènza assottigliare troppo 11 portafoglio.' La trattoria Da Betti (cosi tutti la chiamano) si trova in via Boglno 17, alle spalle della Biblioteca. Ambiente tra il vecchio Piemonte e una Parigi di periferia con buoni quadri appesi fra massicci mobili e specchiere anzlanotte. SI paga dalle 10 alle 15 mila ed è meglio frequentarla di sera. Grissini e «miche» già attendono sul tavolo mentre i baffi di Andrea, fratello diBettl e animateur del locale, compaiono per proporre paste e fa- s gioii, bolliti misti e altre specialità di origine piemontese: anche se Andrea e Betti Galizzl sono bergamaschi e il cuoco Antonio è siciliano. Ma li menù resta quello che oltre dieci anni, fa proponeva 11 precedente' completo, escluso il caffé, di cui il proprietario non conosce l'esistenza. I tovaglioli sono di carta e 1 tavoli pochissimi. Sicura la pulizia. Si trova in via Torquato Tasso 7, dietro la piazza del Duomo, e all'ora di pranzo è frequentata da avvocati e .magistrati del vicino tribunale. Questo tempietto del mangiare a bosso costo resta chiuso la domenica. Quasi fuori porta, al confini con San Mauro, in una strada (Bertolla 47 F) che sembra di paese, c'è la Lanterna Rossa. All'Interno di questa piola tutto l'arredamento tende al rosso e.la parlata ha solitamente suoni piemontesi. Da poco tempo c'è una nuova gestione con Enzo Bretto, la moglie Maria Rita In cucina e 11 cognato Michele Bolognesi ai pochi tavoli. un angolo, undici pendoli che scandiscono in sintonia le ore, tavoli in legno, il padrone Walter Braga che a una i»erta ora (di sera) impugna la froja, cioè la chitarra .e, in compagnia (quando c'è) di un mandolinista, canta «La spagnola sa amar cosi, bocca a bocca la notte e 11 di». E si mangia bene. Prezzo sulle 15-16 mila lire, se non si chiedono gli antipasti. Negli ultimi anni è cambiato il tipo di clientela. GII operai, avventori storici della vecchia osteria, stanno sempre più lasciando 11 posto a borghesi di portafoglio più solido e alla ricerca di un tempo che fu. Decisamente «piola», nel servizio e nel conto, è la Cucina Romana, di Enzo Ferrante, che al prezzo di 6 mila lire (sino all'anno scorso era 5 mila) offre un pranzo h

Persone citate: Beppe Pilone, Betti, Betti Galizzl, Enzo Bretto, Enzo Ferrante, Koch, Lanterna Rossa, Maria Rita, Walter Braga