Gli armoniosi incanti di Salisburgo allegria di Mozart a go-go

Gli armoniosi incanti di Salisburgo allegria di Mozart a go-go Gli armoniosi incanti di Salisburgo allegria di Mozart a go-go D5 INVERNO, la passeggiata sul Monchsbcrg, una delle due colline di molassa che affiancano Salisburgo, è ancora più bella, perché non c'è nessuno e s'Incontrano soltanto me ili e cince, che non temono la presenza. dell'uomo. Fu da questa altura che Alexander von Humboldt, contemplando 11 panorama che aveva sotto ' gli occhi, disse che Salisburgo è, Insieme con Napoli e Costantinopoli, una delle più belle citta dei mondo. Il bosco di faggi e il silenzio, Interrotto solo dal rintocco delle campane, tonificano lo spirito. La città vecchia, che all'occhio esperto rivela subito la mano di artisti Italiani, si presenta come su un palcoscenico ben disegnato, con 11 fiume che le fa da proscenio, il pae¬ AEROPORTO internazionale di Bangui, Repubblica Centro Africana. Il poliziotto al controllo ha l'aria assonnata altri dormono nell'atrio deserto allungati sotto i venti-1 latori. Il calalo umido èj spossante. Slamo nel pieno; dell'Africa Equatoriale, nella capitale di un Paese che! una volta era l'Ubanghi-1 Sciai! colonia francese. Chi cerca l'Africa vera, non, contaminata da viaggi di1 gruppo, safari fotografici,' animali addomesticati e danze per turisti, è arrivato nella sua terra. In città si arriva su una strada che dell'asfalto ha soltanto il ricordo, ai lati si vedono ville coloniali sepol-, te dalla vegetazione. Poco lontano dalla città chilometri e chilometri di terra vergine con villaggi ancora autentici dove si sono spinti 1 missionari e i cacciatori. Bangul ha due alberghi, 11 «Park» e il «Roc Hotel», quest'ultimo è 11 migliore. Dalla terrazza dell'albergo, dopo un atrio polveroso affollato di venditori di avorio, appare inaspettato 11 fiume Ubanghl, da cui prende nome la città e che in questo tratto è anche i confine con lo Zaire. Dora-; to nella luce abbagliante del mattino, 11 fiume scorre. maestoso, la lenta corrente divisa da isolotti giallo neri' che creano del vortici. A riva, avvolte In teli colorati,: pensare più a un Parlamento che alla dimora delle Muse. Meglio tenersi alla, larga da queste forme di fa-1 natlsmo e spendere in ma-; niera più utile 1 venti scellini d'entrata. La casa, infatti, non ha nulla di evocativo e serve solo a sfatare la leggenda della povertà di Mozart. Ad accentuare il carattere di citta-santuario ci sono anche i commercianti, che riproducono l'immagine di Mozart perfino sui cioccolatini, mentre chi programma i concerti sembra non conoscere altro compositore all'infuori di lui. E' difficile fare un posso, qui, senza che gli occhi vengano colpi- ti dall'Immagine di Mozart e le orecchie dalla sua musica, Infastidito da tanta pubblicità, che In ultima analisi giova più alla borsa che all'arte, un berlinese, proprio dinanzi al Mozarteum, esclamò in modo sacrilego: «Basta con questo bonbon musicale! Non se ne può plùl Anche il canto degli angeli, alla lunga, può diventare stucchevole! ». Sicuramente il tedesco aveva bevuto qualche bicchiere in 'più, come gli si leggeva sul viso. Per chi volesse ascoltare da vicino questo «canto degli angeli», c'è 11 ricco programma musicale del mese di marzo, nel quale 1 «Werke di Mozart», tra cui 11 flauto magico, Le noeee di Figaro, La clemenza di Tito e II ratto dal serraglio, costituiscono l'ingrediente principale. Mozart sarà presente,, naturalmente, anche nel •Festspiele» di Pasqua, che si svolgeranno dal 14 al 23 aprile' con l'Orchestra Fi- di faggi, di querce e di larici, : la villa di Stefan Zweig. E' una dimora da grand-seigneur. Lo scrittore vi. abitò fino al 1937. Per salirvi, doveva percorrere tutta la Via crucis, l'ultima stazione della quale, cioè 11 Crocefisso e la Mater dolorosa, aveva quasi dinanzi alla porta. Qualcuno lo ricorda come un grande mecenate. Una signora mi dice che sua madre mandava da Zweig tutti gli artisti squattrinati e che lui 11 alutava sempre. Ma, nessuno alutò o potè aiutare Zweig a liberarsi dal demone della morte, cui fini per soccombere volontariamente. Finora abbiamo visto Salisburgo dall'alto. Vedendo-' la dal basso, Invece, e percorrendone le vie, si ha l'Impressione che essa, più che una citta, sia un santuario, con Mozart quale divinità e Herbert von Karajan quale pontefice .massimo. «Da quando quel divino regista —scrisse Karl Kraus con la solita penna grafflante — ha creato là il suo teatro, universale / Il Padre celeste / Non va più nella propria Chiesa». Ma questi versi sarcastici, riferiti a Max Reinhardt, si attagliano ancora di più a Karajan, nel quale si è forse reincarnata l'anima di qualcuno degli arcivescovi principi che governarono per tanto tempo la citta. I gesti Ieratici e lo pose da demiurgo inducono a crederlo. Anche la casa natale di Mozart, dove si conservano con devozione religiosa oggettlni di poca importanza e non sempre di sicura autenticità, ricorda 1 santuari, mentre l'enorme bandiera che pende Bulla facciata fa saggio è cosi bello, che met. te le ali alla fantasia e sveglia anche le menti più semplici. «Guardarsi Interino mette allegria»: sono le I parole di un contadino di S. Qilgen. ; Ancora più bello, 11 paesaggio di Salisburgo, appare dall'altra collina, ossia dal Kapuzlnerberg, dove si 'può verificare con 1 propri | occhi quello che scrisse Schubert nel 1825: «E' Impossibile descriverti l'amenità di questa volle. Immaginati un giardino che abbia diverse miglia di circonferenza... 11 tutto circondato 'da una Immensa catena di altissime montagne, come se fossero 1 guardiani di questa valle incantevole: Immaginati questo e avrai una pallida idea della sua {Indicibile bellezza». ; Vicino alla chiesa del cap- . Puccini c'è, tutta circondata gruppi di donne accoccolate i sulla sabbia cuociono pesce,1 banane e strani miscugli in foglie profumate. Le preparano per la famiglia, questa, gente non ha casa, vive qui e tutta la notte la si sente . bisbigliare. La città è un miscuglio di vecchio e nuovo. Nel centro, a pochi passi dal mercato ' che come tutti 1 mercati africani è uno spettacolo di colori, sorgono da pochi anni una farmacia-profumeria che potrebbe stare bel nlsslmo nel centro di Mlla; no, una cartoleria fornitissima, Boto calzature con dieci grandi vetrine di scar■ pe in plastica. Accanto, 1 l vecchi negozi di due metri per due, dipinti in azzurro, fatiscenti, dove si trova di tutto, dalla saponetta alla , scatola di pelati, al prodotto ' locale, stipati in confusione Incredibile. Casette di un plano, palazzi moderni, baracche con tetti in lamiera coabitano nello stesso Isolato. Vecchi camion passano a velocità proibitive, i clacson 1 suonano In continuazione,' ' gente con una moneta ini mano (11 prezzo della corsa) si accalca sul taxi che si fermano a ogni chiamata. Venditori di avorio e statue intagliate offrono al turista' la possibilità di acquistare preziosi. Ma con cautela. Il | governo non scherza col traffico di diamanti e questa gente ha paura < Veduta umerale di Salisburgo dalle rive del fiume Salzach con s sfuggire alla pazzia incombente e al rimorso della sua sciagurata passione per lo sorella. E oveva appena ventisette anni! In lui, possiamo vedere uno versione aggiornata del Manfredi di Byron. Commovente è anche lo visito ol cimitero di S. Sebastiano, che, grazie alle arcate, arieggia un po' quello di Pisa, tant'è vero che lo chiamano «camposanto» anche in tedesco. La tomba più illustre è quella di Paracelso. L'epigrafe, degna di un mago, dice che egli, «Anno MOXXXXI, die XXIII septembrls, vltam cum morte mutavlt». Evidentemente 11 Bombast Paracelso volle fare lo spaccone anche nella tomba. Sanno molto di posticcio, invece, le tombe, raccolte tutte Insieme In un punto centrale del cimitero, di Le o poi d Mozart e di altri parenti del celebre larmonlca di Berlino diretta da Karajan. E non si dimentichi che il modo migliore di onorare la memoria di un grande compositore è quello di ascoltarne la musica. Ma ora lasciamo stare Mozart, che tutti conoscono, e passiamo a un altro grande sallsburghese. La casa natale di Oeorg Trakl, morto suicida come Stefan Zweig e come altri t scrittori di lingua tedesca, si trova al n. 1-A del Waagplatz. E' una caso, almeno per quei tempi, di gente benestante. Il cortile, dove c'è una tavola di bronzo con una Urica del poeta alla «bella città», ricorda il chiostro di un monastero benedettino. Ma neppure un convento vero e proprio sarebbe riuscito a dare un po' di pace a Trakl, che si portava dentro uno specie di maledizione: mettendo fine alla pròpria vita, volle forse. . ' -•.Jv-i, ■1 .: .no■ c'.'it TiBa^ / —J J SUDAN V/ /"bepubblica ^\ 7 ' / cent r african a ""v L v BtnnulIr^i ■ f^*^^^ r— ^ CAMERUN > _p H V^»f ZAIRE